In cella

Scajola: ecco cosa fa a Regina Coeli

Lucia Esposito

Claudio Scajola, arrestato con l’accusa di avere favorito la latitanza di Amedeo Matacena, vive in una cella singola di dodici metri quadrati in uno spazio tipo open-space nel carcere di Regina Coeli. Si tiene informato di quanto accade all’esterno attraverso la tivu e la lettura dei giornali e, nei momenti di maggior sconforto, prega in cella con i cappellani del penitenziario e può contare sul loro conforto spirituale. Prega e può fare la comunione: una sorta di messa in disparte senza accedere  alla cappella. "Ci siamo già incontrati alcune volte", spiega al’Adnkronos padre Vittorio Trani che, anche senza rivelare troppo, accenna allo  stato d’animo dell’ex ministro. "Quando uno entra in carcere, il mondo ti crolla addosso. È così anche per lui ovviamente ma il nostro ruolo - chiarisce padre Trani - così come il percorso educativo che siamo chiamati a portare avanti è uguale per tutti. Ogni detenuto per noi è uguale all’altro".  Domani, giornata festiva, Claudio Scajola, cattolico praticante pregherà certamente nella sua cella ma, i comprensibili motivi di sicurezza, a quanto riferiscono, fanno sì che non potrà accedere alla messa domenicale che si celebra nella cappella. Potrà comunque incontrare il sacerdote nella cella, sfogarsi con lui e pregare. «Il nostro è un ruolo educativo e questa è la missione che siamo chiamati a svolgere anche con Scajola», conclude il cappellano.