In San Francesco della Scarpa
I Capolavori della Quadreria dei Girolimini di Napoli in mostra a Lecce
I Capolavori dei Girolimini sono in mostra a Lecce con il titolo Il racconto del cielo. L'esposizione visitabile in San Francesco della Scarpa è promossa dalla Provincia di Lecce con il Monumento Nazionale dei Girolamini e la Soprintendenza Speciale al Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Napoli. Ad essere esposte sono oltre 20 opere tra le più rappresentative dell’importante quadreria napoletana, tra le principali raccolte d'arte esistenti oggi a Napoli. L'esposizione punta a raccontare lo sviluppo della pittura a Napoli e nel Viceregno tra Tardomanierismo e Rococò. Dagli esempi di pittura devota di fine Cinquecento e inizi Seicento di Curradi, Pomarancio, Azzolino, Imparato e Santafede al naturalismo caravaggesco di opere come il celebre Battesimo di Cristo di Battistello Caracciolo, il Cristo legato di Jusepe de Ribera, Sant'Onofrio di Matthias Stom, Il sacrificio di Isacco di Andrea Vaccaro, fino all'Incontro del Gesù col Battista di Guido Reni. Quest'ultimo apre una nuova fase della stagione pittorica napoletana, che culmina nelle invenzioni barocche di Luca Giordano. Suoi contemporanei e allievi come Giuseppe Simonelli, o il più tardo Francesco de Mura completano il percorso. Tutti autori le cui opere sono state, nella stagione manieristica, caravaggesca e barocca, modelli di riferimento per gli episodi più significativi della pittura in Puglia. I capolavori in mostra, infine, raccontano di rispondenze e legami con le ricche collezioni ecclesiastiche, pubbliche e private di Lecce e del Salento, dimostrando come anche qui venissero prontamente accolte le istanze moderne della pittura veicolate dagli esempi di grandi maestri italiani e stranieri. La mostra nasce da un'idea di Umberto Bile, conservatore dei Girolamini, improvvisamente scomparso pochi mesi fa, cui si deve la rinascita della quadreria. E' per questo che la mostra è a lui dedicata. Il progetto espositivo prevede anche un ulteriore momento di collaborazione tra la Soprintendenza Speciale al Polo Museale di Napoli e la Provincia di Lecce: quello del restauro nei laboratori del Museo Provinciale due dipinti della quadreria napoletana. Occorre aggiungere qualche notizia in più oltre a quelle della mostra, e cioè notizie riguardanti la Quadreria dei Girolimini a Napoli. L'antica quadreria, formatasi tra la fine del '500 e l'inizio del '600, era ubicata in sagrestia, tappa obbligata per quanti visitavano la città e le sue eccellenze. Sin dalle origini, fu pensata e organizzata, dai Padri seguaci di San Filippo Neri, per essere aperta al pubblico. La maggior parte dei quadri oggi presenti in collezione ne facevano già parte nel 1692, come si evince dalle Notizie del bello, dell'antico e del curioso della città di Napoli del Celano. Donati dai numerosi benefattori e dai padri stessi (come Francesco Maria Tarugi, fondatore della chiesa napoletana), i dipinti attestano l'attenzione riservata alla cultura, alle arti e alla musica dai padri filippini, nel clima della Controriforma. Domenico Lercaro, fratello laico dell'ordine, nel testamento del 17 settembre 1622, lasciava ai padri l'intera sua collezione, della quale faceva parte l'Incontro tra Cristo e il Battista di Guido Reni, con l'obbligo di tenerla esposta nella sagrestia Maggiore, di non venderla né alienarla, "né anco prestare in modo alcuno", ribadendo così gli intenti sociali, educativi e culturali della quadreria. Negli anni successivi, altri lasciti testamentari (Claudio Milano, Francesco Capece Bozzuto) arricchivano la raccolta. Le opere si riconducono alla rigorosa cultura controriformistica, rappresentata dai napoletani Fabrizio Santafede, Giovanni Antonio D'Amato, Girolamo Imparato, che dialogano con il fiorentino Francesco Curradi. Il Seicento naturalistico è interpretato dalle opere di Battistello Caracciolo, Jusepe de Ribera, Matthias Stom e Andrea Vaccaro. Guido Reni apre il nuovo corso della pittura napoletana che dal naturalismo caravaggesco evolve verso le soluzioni barocche di Luca Giordano. Fino al 1961, la raccolta rimase in sagrestia, in ordine quasi invariato, disposta su più file, con l'intento di sorprendere e meravigliare il visitatore. E da allora fu quindi riorganizzata secondo nuovi criteri. Non va infine tralasciata la notizia che in occasione della mostra a Lecce è stato approntato il catalogo, edito da Arte'm, a cura di Fabrizio Vona, Soprintendente al Polo Museale di Napoli, Sergio Liguori, conservatore dei Girolamini, Brizia Minerva, conservatore del Museo Provinciale "Sigismondo Castromediano", e Patrizia Piscitello, Soprintendenza al Polo Museale di Napoli. di Carlo Franza .