Molestie

"Sesso in cambio dell'Oscar": Hollywood trema, chi sono le attrici finite nello scandalo a luci rosse

Alessandra Menzani

Trent'anni di molestie: se vieni a letto con me, ti faccio vincere un Oscar. Quando si dice "passare dal divano del produttore". Il boss cinematografico Harvey Weinstein lascia la società che ha co-fondato (The Weinstein Co.) a "tempo indefinito", per la durata dell'inchiesta interna sulle accuse di molestie sessuali. "Appoggiamo con forza la decisione annunciata da Harvey Weinstein", hanno scritto in una nota i membri del board, dopo l'esplosione dello scandalo in seguito ad una inchiesta del New York Times. Nella nota si sottolinea inoltre che "i prossimi passi dipendono dal percorso terapeutico di Harvey, dall'esito dell'inchiesta indipendente e dalle decisioni personali di Harvey". Weinstein è uno degli uomini più potenti a Hollywood da tre decenni dopo film come Pulp Fiction e Shakespeare in Love per cui vinse un Oscar.  Ad accusarlo però ci sono anche nomi illustri del panorama cinematografico: Rose McGowan e Ashley Judd, il produttore l’avrebbe invitata all’hotel Peninsula di Beverly Hills per un "incontro di lavoro". Ma all’arrivo dell’attrice, l’avrebbe fatta salire in camera e chiesto di fargli un massaggio o guardarlo mentre si faceva la doccia. Ancora, anni dopo, nel 2014, all’attrice Emily Nelson avrebbe promesso un aiuto nella carriera se avesse accettato le sue proposte sessuali. Tacciono - evidenzia il Corriere - altre attrice di fama. Pochissime hanno espresso pubblicamente la solidarietà alle vittime delle molestie. Tacciono Meryl Streep, Nicole Kidman e Gwyneth Paltrow, tutte e tre vincitrici di Oscar per aver interpretato film prodotti dalla Weinstein Company.