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Raggi, l'idea folle: al posto dell'assessore Berdini Chiara Tonelli, star tv di "Cortesie per gli ospiti"
Mentre i consiglieri comunali del Movimento Cinquestelle sono riuniti nell'ennesima seduta fiume (senza streaming) per tentare di trovare la quadra sul dopo Berdini, dal blog di Beppe Grillo Virginia Raggi spiega perché è costretta a dire sì allo stadio della Roma. «Quello che forse non tutti sanno, perché i giornali dimenticano sistematicamente di ricordarlo», scrive la grillina attaccando i media, «è che il progetto dello stadio a Tor di Valle lo ereditiamo dal sindaco Ignazio Marino e dalla maggioranza Pd che, nel loro stile, hanno pensato più agli interessi particolari che a quelli dei cittadini romani. Così ci siamo trovati con un progetto con una eccedenza di edificazione del 70% in più rispetto a quanto previsto dal piano regolatore generale. E, chiaramente, essendo entrati in corsa», prosegue la sindaca, «ci siamo trovati un iter già avanzato e quasi a conclusione che significa: causa multimilionaria all'orizzonte che la società potrebbe intentare contro il Comune di Roma, per via degli atti amministrativi compiuti dalla giunta Marino in accordo col Pd che hanno creato i presupposti per il mancato guadagno». Tradotto: dobbiamo fare lo stadio della Roma, altrimenti ci tocca pagare una penale salatissima. Raggi insiste sul fatto che non c'è alcun accordo tra Comune e società. Grillo smentisce di essere mai stato a Tor di Valle a visionare il sito e i grillini si affrettano a dire che «non ci sarà nessuna colata di cemento». Realizzeremo l'impianto «in linea con la nostra visione», ribadisce la sindaca che, sullo stadio e sul mondo delle tifoserie, si sarebbe volentieri tenuta fuori, ma a meno di 15 giorni dalla fine delle trattative (si dovrebbe chiudere il 3 marzo) non può più scappare di fronte a quello che è uno dei nodi cruciali della sua amministrazione. Eliminate, infatti, le Olimpiadi su cui il M5S ha detto no fin dalla campagna elettorale, resta aperta la partita dello stadio. E adesso che si è dimesso l'assessore Paolo Berdini, acerrimo nemico dei palazzinari e contrario all'impianto della Roma, non sembra ci siano altri ostacoli all'orizzonte. In verità, la grana è tale che migliaia di attivisti stanno organizzando la proteste. Legambiente ha già fatto un blitz all' ex ippodromo di Tor di Valle, e alla manifestazione di domani, in Campidoglio, la base grillina potrebbe farsi sentire. Anche la sostituzione di Berdini non è facile: finora Raggi ha ricevuto una raffica di no. Al momento restano in lizza Alberto Coppola, docente alla Federico II di Napoli, e Chiara Tonelli, interior designer di RomaTre, con un passato da giudice in un reality show. L'idea, infatti, è di spacchettare le deleghe che aveva Berdini e trovare due figure differenti, di cui una donna: un assessore all'Urbanistica, e un altro ai Lavori Pubblici. Qualcuno, ha punzecchiato il sindaco, «che parli di meno e lavori di più». E, a proposito di interviste, è esplosiva quella rilasciata alla Stampa dall'ex titolare dell' Ambiente, Paola Muraro. Titolo: «Virginia commissariata da gruppi affaristici dentro e fuori il M5S». Muraro racconta di come le nomine chiave delle municipalizzate siano gestite da Casaleggio jr e che attorno al Movimento gravitano «pseudo ambientalisti che aspirano a laute consulenze. Se non li foraggi, ti scatenano contro il web. Lo stipendio di Romeo e la polizza sono specchietti per le allodole», rincara la dose l' ex assessora prima difesa da Raggi poi scaricata. «Il business dei rifiuti a Roma vale miliardi», su questo i grillini vogliono mettere le mani. Intanto l'inchiesta per corruzione che coinvolge Raffaele Marra, ex braccio destro della Raggi, e l'imprenditore Sergio Scarpellini (sentito ieri per la terza volta), potrebbe approdare a breve in un'aula di tribunale. L'ipotesi è che la procura possa avanzare una richiesta di giudizio immediato. di Brunella Bolloli