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A Sanremo vince l'orgoglio gay: parla il big di Conti...

Alessandra Menzani

"Non vorrei usare etichette, appartengono alle vecchie generazioni e discendono da un modo di ragionare che considero superato e anche un po’ discriminatorio", dice Michele Bravi, "preferisco parlare di relazioni fluide. I miei fan, quando gli ho detto che il nuovo disco avrebbe parlato di una storia d’amore, non mi hanno chiesto se si trattava di un uomo o di una donna, e il linguaggio amoroso oggi sul web usa frasi come 'sei la mia persona'. Non ho bisogno di fare coming out perché nessun giovane si stupisce che mi sia innamorato di un ragazzo, e penso che nessuno dei miei coetanei si tirerebbe indietro se gli capitasse di provare un’emozione per una persona dello stesso sesso". Così Michele Bravi, vincitore di X Factor nel 2013, si racconta a Vanity Fair nel numero in edicola da mercoledì 18 gennaio. Fra esattamente tre settimane, il cantante ventiduenne salirà per la prima volta sul palco del Festival di Sanremo con Il diario degli errori, un «brano perfetto, per la tonalità e i colori della mia voce, ma soprattutto perché racconta la mia vera storia: è il diario dei miei errori, professionali e personali, quelli che si fanno la prima volta che ti innamori. Nel ritornello dico “almeno tu rimani fuori dal mio diario degli errori”, perché si presuppone che il diario sia stato ormai chiuso e sia arrivata un’altra occasione». "È successo che mi sono innamorato", spiega, "una storia molto particolare con un ragazzo che fa il regista, molto diverso da me. È durata due anni ma, in termini di quello che succedeva tra noi, forse qualche giorno. All’inizio quando due persone si incontrano sono due contenuti completi, il resto rimane fuori; poi allarghi la visuale e vedi che ci sono dei confini da rispettare. Io sicuramente nell’ultimo anno sono stato molto autoriferito e concentrato sulla musica e questo ha creato problemi. Il primo amore è perfetto, tutto è bellissimo, solo che ti mancano le regole del gioco e quando le impari, spesso è troppo tardi: le pagine degli errori restano lì, non puoi strapparle dal diario, e quando gli errori diventano tanti è difficile che possa esserci un epilogo felice".