Dem fuori

Matteo Renzi, l'ultima purga: chi fa sparire dal Parlamento. Addio a questi big

Eliana Giusto

Con l'approvazione del Rosatellum, dopo la Leopolda - con il lancio di volti nuovi - e la non candidabilità di più di un terzo degli attuali parlamentari decretata dallo statuto del partito - salvo deroghe dettate da Maria Elena Boschi - tra i dem ci sono molti mal di pancia.  Chi rischia - La norma prevede che non si possono cumulare più di 15 anni in Parlamento. Ergo, sottolinea Il Giorno, rischiano molti big. Ugo Sposetti, storico tesoriere del partito, non sarà in lista. Come lui anche - sembra - Vannino Chiti, Cesare Damiano, Francesco Boccia, Roberto Morassut, Ermete Realacci, Barbara Pollastrini, Francesco Sanna. Al Senato saranno fuori molto probabilmente Monica Cirinnà, Luigi Manconi, Pietro Ichino, Walter Tocci e Laura Puppato. Anna Finocchiaro non si ricandiderà così come Rosy Bindi. A rischiare è anche Gianni Cuperlo ma per lui Matteo Renzi potrebbe fare uno strappo alla regola. I derogati - Saranno sicuramente fatte eccezioni per il premier Paolo Gentiloni, i ministri Dario Franceschini, Marco Minniti e Andrea Orlando. "Gli hanno chiesto complessivamente una quarantina di deroghe", vociferava ieri un fedelissimo del segretario, "ma penso proprio che saranno meno; Renzi non ha più in animo di ricandidare gente che può remargli contro da un momento all'altro. Abbiamo già dato...".  I volti nuovi - Renzi punta invece su facce non troppo note come Piero De Luca, figlio di Vincenzo, membro della segreteria regionale campana del Pd, Mauro Maccauro, campano e uomo di Confindustria come Andrea Prete, attuale presidente di Confindustria e della Camera di Commercio di Salerno.