Avvocatessa

La Zanzara, Francesca Risito rovinata per essere andata a Predappio: "Credo in Mussolini, cos'è l'Italia oggi"

Giulio Bucchi

Avvocato e fieramente mussoliniana. Francesca Risito è finita nella bufera per il suo saluto romano a Predappio che l'ha portata a un processo disciplinare da parte dell'Ordine degli avvocati. "Mi è venuta addosso una valanga. Per non aver fatto assolutamente nulla. Sono andata a Predappio, ma sono anni che ci vado in costanza della Marcia su Roma e della morte di Sua Eccellenza, cioè Benito Mussolini", si difende a La Zanzara, incalzata da Giuseppe Cruciani e David Parenzo. Marchigiana di Recanati, la Risito spiega: "Vado a Predappio a sfilare nel corteo che viene organizzato per la Marcia su Roma e la morte del Duce. Sono due date ove vengono organizzati cortei autorizzati". "Ma lei è fascista?", le chiedono i conduttori: "Diciamo che aderisco ad una filosofia di vita, chiaramente. Il termine fascista oggi viene disprezzato come un termine violento e razzista e altro. Ma io sono una donna che ha un pensiero di destra aderente a quello del Duce, che è stato il più mediterraneo che sia mai stato formulato. Cioè l'idea mediterranea di popolo". Leggi anche: Su Repubblica un delirio fascistissimo. "Salvini omaggia Mussolini, e tra pochi giorni..." "Il Duce - conferma l'avvocato - è stato colui che ha fatto e realizzato delle opere di cui oggi molti italiani usufruiscono. Il Duce ha compiuto delle opere estremamente importanti e non deve essere confuso con tutto quello che poi lui si è trovato a fare, era figlio della sua storia, si è ritrovato a compiere delle azioni di fronte a cui non poteva tirarsi indietro". E sulla mancanza di democrazia nel Ventennio, è caustica: "Perché oggi in Italia siamo in democrazia? Non siamo in un paese democratico, oggi siamo in una dittatura mascherata da una finta democrazia. Siamo in una perfetta dittatura in Italia mascherata da una democrazia che ha anche dei vestiti a brandelli. Per esempio una libera cittadina come me non è libera di manifestare a Predappio, facendo un saluto romano all'interno di un corteo autorizzato con le prescrizioni del questore di Forlì".