Senza parole

Immigrazione, le foto dell'hotspot di Lampedusa: "Li salvano per sbatterli in questo verminaio putrescente"

Renato Farina

«Dalla destra di suddetto piazzale, attraverso un percorso rurale e irregolare, si accedeva a terreni impervi che circondavano il lato nord-est dell'Hotspot. Ivi, si prendeva atto che l'Hotspot era delimitato da una rete metallica di contenimento, di colore grigio, alta 170 cm circa, presidiata da personale dell'Esercito Italiano». «Attraverso un cancello in metallo, di colore grigio, chiuso, si accedeva agli spazi esterni dell'Hotspot di Lampedusa (AG), costituito da un complesso di edifici». «il piano terra ospitava i locali adibiti a medicheria e Uffici del Personale della 'Nova Facility' (la società cui l prefettura ha assegnato l'appalto per il campo, ndr) in mediocri condizioni di ordine e di igiene con scatoloni ecc». «Erano altresì presenti n. 2 servizi igienici per gli Ospiti, in scarsissime condizioni di ordine e di igiene, con rifiuti diffusamente sparsi sui pavimenti e i corridoi di ingresso che rendono di fatto inagibili gli stessi». Il documento è scritto con mano gelida. È un'ispezione. Il linguaggio medico e burocratico rende ancora più stupefacente l'orrore che ha riempito gli occhi e pervaso mente e cuori della della squadra di clinici e scienziati che il primo settembre ha visitato l'hotspot di Lampedusa, contrada Imbriacola, alle ore 9 e 30. La relazione di 36 pagine è accompagnata da fotografica colori, nessuna volontà artistica, per rendere più espressiva la realtà. È la sua nudità che fa spavento.

BOCCIATURA
Qui noi sintetizziamo i contenuti della relazione che boccia da qualsiasi punto di vista, igienico, sanitario, logistico, viabilistico la struttura per migranti che il governo non vuole chiudere. Consapevoli di non essere bravi come i gli specialisti, i quali riescono a non manifestare sentimenti, come gli oncologi che impugnano i risultati della Tac e percorrono con le dita ferme i contorni del tumore, mi permetto di usare parole che il capo della Task Force, professor Cristoforo Pomara, non usa. Non sono previste dal vocabolario ministeriale e dal gergo dei protocolli igienico sanitari. Questo è un verminaio putrescente. Se fosse una porcilaia la ASL la chiuderebbe e spedirebbe i proprietari in galera. Se non fosse per la qualità umana di polizia e guardia di finanza, nonché del personale civile, potremmo scriverci fuori: Lager. Oppure Gulag. O Laogai. Lungi da noi stabilire un paragone tra i regimi a cui erano costretti i prigionieri dei campi di concentramento nazisti e sovietici, o quelli che tuttora schiacciano i detenuti del comunismo cinese. Ma la ressa, le condizioni igieniche, l'assoluta impossibilità di qualsiasi forma di tutela della salute e del pudore è la condizione quotidiana dei migranti qui "ospitati", come dice la formula ufficiale. La differenza sta anche nel fatto che le palizzate non sono elettrificate. Impossibile dar torto a coloro che cercano di scappare da lì.

 

 

DIFFUSIONE
L'unica cosa che mi auguro è che questo articolo sia tradotto e diffuso nei Paesi da cui questi africani ed asiatici si muovono per godere della accoglienza italiana. E che le immagini che lo illustrano siano trasformate in gigantografie. Cessi da vomito, ingombri di ogni mercanzia esposta alla contaminazione di sterco e urina. Stanze con letti a castello senza nessuna distanza non diciamo di sicurezza, ma neppure per trovare lo spazio alla gamba che cerca di salire e scendere sulla cuccetta superiore. Brande di ferro con materassini a spugna che si intridono di sudore e umori nella promiscuità assoluta. Corridoi senza via di fuga, che in caso d'incendio sarebbero roghi mortali. La vita degli "ospiti" è indegna di qualunque essere umano, fosse pure colpevole di atrocità. Questi hanno attraversato il mare. Non si capisce perché debbano essere condannati a trasformarsi in cavie del Covid-19. Durante l'ispezione una donna gravida è stata individuata come positiva grazie al tampone. "Si dà atto" del pronto arrivo di un'ambulanza bene attrezzata per condurla dove possa essere salvata insieme alla sua creatura. Ma nel frattempo, in quella zuppa di sudore e odori, quante sue goccioline infette avranno contagiato i cinquecento? Perché qui - si osservino le foto - non esiste distanza nelle file di coloro che si assiepano per l'appello e per il pasto. Non esiste e non può esserci.

 

 

Appare chiaro come il sole il perché il governatore siciliano Nello Musumeci abbia agito nella pienezza non del suo diritto ma del suo dovere, ordinando di smantellare gli hotspot e di trasferire chi vi è costretto in siti salubri, che in Trinacria non esistono più. Gli hanno detto di no con una decisione che offende il buon senso e quell'umanitarismo con cui i giallorossi si grattano le ascelle. È compito dei presidentI di Regione, tanto più di quelle a statuto speciale, tutelare la salute di chiunque risieda nel territorio sottoposto alla propria giurisdizione. Che indecenza. In questo maledetto hotspot si continui a coltivare, con il timbro giustificativo della magistratura e la pelosa competenza del governo, un focolaio spaventoso sia del virus sia dell'inciviltà.

COSCIENZA
Tocca a Libero di scriverlo, cosa che secondo la vulgata degli idioti sarebbe negata dal dna nordico e di destra, e lo facciamo con tutto l'impeto della coscienza. I migranti neri, rossi, bianchi sono prima ancora che una che una categoria sociologica semplicemente esseri umani, persone. Spedirli a casa immediatamente, sia essa la Tunisia o il Bangladesh, o meglio non farli partire rischiando naufragi e Lager, sarebbe infinitamente più civile e vicino al bene che infilarli in questa fogna chiamandola accoglienza e prevenzione del Covid. Non c'entra un tubo con la politica dell'immigrazione autorizzare, con la copertura del Tar, l'offesa all'articolo 32 della Costituzione che impone la difesa della salute.

Non capiamo che cosa cosa abbia indotto il Tribunale amministrativo regionale a dar ragione alla ministra Luciana Lamorgese. Hanno cercato la documentazione? Hanno scattato qualche foto? Che cosa ne dice il Comitato tecnico scientifico della relazione di questa task-force che per titoli e autorità non sta sotto il livello dei suoi membri? Il Cts sta esasperando la paura delle famiglie e terrorizzando i troppi insegnanti cuor di coniglio, imponendo regole cervellotiche per la scuola, banchi con rotelle, divieto di ginnastica con la palla perché si rischia di sfiorarsi tra ragazzini sani. E tacciono sugli hotspot? La Patria ha nei suoi confini anche Lampedusa. Ogni metro quadrato del territorio nazionale - comprese le carceri e gli hotspot - dev' essere caratterizzato dall'imposizione senza deroghe delle medesime precauzioni e cure. La condizione oggi di detenuto o di immigrato sottoposto a contro non è un alibi accettabile per trasformare i luoghi cui sono ristretti in cluster pronti a esplodere come il porto di Beirut.