All'Eliseo

Macron, la rivoluzione per Brigitte: cosa farà fare alla Première Dame

Giulio Bucchi

Con Emmanuel Macron arriva all'Eliseo anche Brigitte Trogneux. E con lei la voglia di cambiare il ruolo così poco istituzionale che le norme francesi assegnano alla Premiere Dame. Nelle settimane che hanno separato il primo turno delle presidenziali francesi dal ballottaggio i riflettori si sono concentrati anche su Brigitte, 64 anni, sposata da dieci a Macron, di 24 anni più giovane, che lei conosce da quando lui ne aveva 15 ed era il suo allievo prediletto al laboratorio teatrale del liceo della Providence di Amiens, dove lei insegnava. Taglia 38, gambe lunghe e magrissime, occhi azzurri, capelli biondi con frangetta e taglio carrè, Brigitte è ben lontana dal prototipo della terza età, come ricorda la giornalista Marina Valensise. È una bellezza ultracontemporanea che veste come una ragazzina: chiodo di lurex, pantaloni attillati, forte consuetudine a sfoggiare toppini sexy con intarsi di tulle e di pelle, e gonne sopra il ginocchio nelle occasioni ufficiali. Ex professoressa di francese, amante del teatro e patita di letteratura, è lei a dettare tempi e temi della campagna. È stata lei a insistere perchè lui si presentasse nel 2017, senza aspettare altri cinque anni. "Nel 2022, avrà il problema della mia faccia", avrebbe confidato a un comune amico, immaginando le sue rughe di settantenne. E da quando la macchina elettorale è partita, è stata lei a guidare e soprattutto a sterzare se serviva. Ed è sempre lei a raccomandare al marito di parlare con voce sostenuta e reclutare un baritono per apprendere qualche segreto di tecnica vocale. Cosa farà Brigitte Trogneux coniugata Macron ora che è chiamata a vestire i panni di Premiere Dame, nelle stanze in cui, per citare solo una delle più recenti, ha vissuto l'italiana Carla Bruni? È verosimile che conservi il ruolo che ha avuto nel corso della campagna elettorale, ipotizza l'Huffington Post. Un abito che suo marito intende cucirle addosso, mettendo a tacere quella che definisce "l'ipocrisia francese". "È necessario che la persona che vive con noi abbia un ruolo, e che questo ruolo le venga riconosciuto", ha spiegato a TF1 a dicembre, ricordando che in Francia non esiste uno status ufficiale di "Premiere Dame", a differenza degli Stati Uniti. "Spero che venga definito un quadro specifico e chiederò di condurre dei lavori su questo tema". Ma il ruolo della Premiere Dame non è netto come quello della first lady statunitense. Nel maggio del 2016, solo il 31% dei francesi era a favore della creazione di uno status ufficiale, secondo l'Ifop. A oggi, il ruolo del coniuge del Capo di Stato non è menzionato in nessun testo. Non compare neanche nel decreto che regola il protocollo per le cerimonie pubbliche. Il "posto d'onore", riservato alle first lady da decenni nelle varie occasioni, rientra in una "tradizione immutata di cortesia repubblicana", scriveva il governo nel 2006. Al di là dello status, sono le attività della "premiere dame", e il loro finanziamento, a suscitare dubbi. Senza autonomia giuridica, il coniuge vede le sue attività rientrare nei conti della presidenza, e questo solleva inevitabili polemiche. Per Brigitte Macron la situazione è chiara: "Sarà un tutt'uno con lui", scrive Alix Bouilhaguet, autrice del libro Le Couloir de Madame, che parla dei coniugi dei candidati. E come lascia intendere la sua vita professionale, Brigitte vuole svolgere un ruolo chiave nel campo dell'istruzione. Ma non solo. Intende anche impegnarsi su altri fronti come "la cultura, la condizione femminile o quella dei disabili".