A un passo dal regime
Mike Pence, blitz del vicepresidente di Donald Trump al confine con la Corea del Nord: "Ogni opzione è sul tavolo"
"L'ora della pazienza strategica è finita". Parole e musica di Mike Pence, vicepresidente degli Stati Uniti, in visita in Corea del Sud. Il vice di Donald Trump ha aggiunto che gli Usa cercheranno di garantire la sicurezza di Seul "con mezzi pacifici, ma tutte le opzioni sono sul tavolo". E quando parla di "tutte le opzioni", si riferisce all'attacco alla Corea del Nord e al regime comunista di Kim Jong-un. Ma non è tutto, perché Pence, a sorpresa, ha visitato la zona "demilitarizzata" tra Corea del Nord e del Sud, il confine tra i due Paesi da sempre in guerra, una zona-cuscinetto formalmente demilitarizzata ma che, come potete vedere nelle immagini nella gallery qui sopra, è una specie di trincea. Una tappa, quella di Pence nella zona demilitarizzata, che non era indicata nel programma ufficiale di viaggio. Un chiarissimo messaggio di sfida a Kim Jong-un: gli Stati Uniti ci sono, sono lì, proprio al confine, a pochi passi dal regime. Ma per Pence è anche una questione personale: suo padre, infatti, servì da militare proprio in Corea. Poco dopo le parole del vicepresidente, ha parlato anche Trump, che ha affidato alla Cnn un suo breve commento: "Spero che sia possibile una soluzione pacifica", ma "Pyongyang deve comportarsi bene". L'impressione è che, nonostante le pressioni di Cina e Russia affinché venga scartata l'opzione militare, alla prima provocazione di nordcoreana potrebbe scattare la rappresaglia statunitense. Pence, inoltre, ha ricordato come "nelle ultime due settimane il mondo ha visto la forza e la determinazione del nostro presidente con le iniziative prese in Siria e Afghanistan. La Corea del Nord - ha aggiunto - farebbe bene a non sfidare la sua determinazione o la forza dell'esercito statunitense nella regione". Appelli al dialogo, come detto, sono arrivati da Cina e Russia. Pechino ha esortato tutte le parti dall'astenersi da provocazioni, e il portavoce del ministero degli Esteri, Lu Kang, ha affermato che occorre ridurre le tensioni al fine di "tornare al tavolo negoziale e risolvere i problemi con mezzi pacifici". Dunque Mosca, per cui ha parlato il ministro degli Esteri, Sergei Lavrov: "Non accettiamo le spericolate iniziative missilistiche di Pyongyang che violano le risoluzioni dell'Onu, ma questo non significa che si può violare il diritto internazionale. Spero - ha concluso Lavrov - che non ci siano iniziative unilaterali come quella vista di recente in Siria". Inviti alla cautela che però non paiono essere stati accolti in pieno. Corea del Sud e Stati Uniti, infatti, hanno deciso di anticipare il dispiego dello scudo antimissile Thaad (Terminal High Altitude Area Defense). La decisione è stata resa nota dal premier sudcoreano, Hwang Kyo-Ahn, dopo l'incontro con Pence. "Abbiamo concordato di rafforzare ulteriormente la posizione di pronta risposta dell'alleanza Usa-Corea del Sud, che corrisponde alle minacce poste dalla Corea del Nord", ha affermato nel corso della conferenza stampa congiunta col vice di Trump.