Il caso
La maledizione del Mondiale: da "portieroni" a "panchinari"
Dopo un’estate da leoni, per qualcuno l’autunno è da dolori. Soprattutto per i portieri grandi protagonisti del Mondiale 2014 che, complice un cambiamento di casacca oppure qualche capriccio di mercato, si trovano ora a fare panchina o a subire troppi gol. Costa Rica - Il primo è Keylor Navas, protagonista con la Costa Rica (che ha eliminato l’Italia) del torneo, dominatore dei rigori contro la Grecia, agli ottavi di finale. Nella foto la decisiva parata sul tiro di Gekas. Protagonista all’Albacete prima e al Levante poi, Keylor Antonio Navas Gamboa in estate è approdato al Real Madrid, un sogno. Che, però, finora, gli è valso un impiego soltanto per 90’ in campionato contro l’Elche. Niente di memorabile: per lui, prevalentemente, tanta panchina. Argentina - Il 9 luglio l’Argentina batte l’Olanda ai rigori e si qualifica per la finale del Mondiale. In cattedra Sergio Romero, che qui para il rigore a Ron Vlaar. In questo caso i minuti giocati in stagione per l’argentino sono zero: in questo caso è stato galeotto anche il mercato, con l’estremo difensore che ha rifiutato i trasferimenti proposti e rimane alla Sampdoria a fare... Tappezzeria per circa 4.500 euro al giorno. Messico - La zazzera e le parate hanno contribuito a dare grande fama a Guillermo “Memo” Ochoa, 29 anni compiuti a fine Mondiale, grande protagonista della fase a gironi - qui chiude la porta al brasiliano David Luiz e a Paulinho - e uomo della partita nell’ottavo perso contro l’Olanda. L’approdo in grande spolvero al Levante al momento attende ancora una conferma sul campo. Perché Ochoa deve ancora esordire, e sembra destinato a farlo soltanto in Copa del Rey. Occorrerebbe aspettare dicembre o gennaio. Brasile - Leggermente diverso il discorso per l’ex gloria dell’Inter Julio Cesar (Mondiale da incorniciare fino ai quarti, poi la semifinale con la Germania e la finale del terzo posto contro l’Olanda sono state un’altra storia), ora al Benfica ma, tra acciacchi e il talento di Artur, destinato a giocare poco. Nella foto l’intervento su Carlos Bacca, della Colombia, nei quarti di Brasile 2014. Colombia - David Ospina, della Colombia, dice no all’uruguayano Maximiliano Pereira. Ospina ora è all’Arsenal: una presenza - da dimenticare - in Coppa di Lega (due gol subiti dal Southampton ed eliminazione), 29’ in Champions contro il Galatasaray (e un rigore al passivo, ma i Gunners hanno comunque vinto 4-1). Diciamo un anno che non è partito bene, complici i guai alla coscia. Germania - Ma non se la passano bene anche altri fenomeni della porta che non hanno cambiato squadra. Manuel Neuer, fresco campione del Mondo, è stato protagonista in negativo contro la Polonia: una sua brutta uscita ha permesso ai biancorossi di segnare con Arkadiusz Milik e la Polonia ha vinto 2-0. Naturalmente l’incidente non mette Neuer in discussione. Spagna - Iker Casillas, invece al Real Madrid è tornato a respirare l’aria da titolare con grande sollievo ed ha accumulato quasi 1000 minuti da titolare, con quattro cosiddetti “clean sheets”, la porta che rimane inviolata. È in nazionale che al campione del Mondo 2010 le cose non vanno proprio bene: una sua papera contro la Slovacchia - gol di Kucka - è costata alle Furie Rosse la sconfitta. Italia - Per finire la carrellata di ex campioni del mondo alle prese (anche) con la sfortuna, quello 2006, Gigi Buffon, venerdì ha “causato” l’autorete di Giorgio Chiellini giudicando male un corner battuto dall’Azerbaigian. L’Italia ha comunque vinto.