"Il nonno e la bimba precipitata nel vuoto"
Il nonno voleva farle vedere il gattino giù in fondo al cortile. E già si immaginava la scena. La nipotina di 16 mesi che vede quel buffo mucchietto di peli, sorride, si sbraccia, fa miao con la sua vocina sdentata. Una festa nell’ennesimo pomeriggio di giochi e racconti passato insieme. Ma qualcosa si è messo di traverso. Un inciampo, la bimba che si è sporta troppo o forse il braccio che non ha retto e ha tremato. E' un attimo: il fagotto di 16 mesi cade giù nel baratro. E non c’è urlo disperato che possa fermarlo o cambiare la realtà di quel corpicino schiacciato contro il pavimento di cemento. Oggi su quel nonno pesa un’indagine della procura e un’accusa di omicidio colposo. Ma il macigno più grande, quello che schiaccia il respiro e rende insopportabile ogni minuto di vita, è un altro: la consapevolezza di aver perso il bene più grande e di aver tradito tutto: la nipotina, la figlia che gliela aveva affidata, il papà che gliela lasciava ogni mattina, la gioia con cui aveva accolto quella nascita e l’impegno a dedicarle ogni minuto del suo tempo libero. Che poi è la paura di tutti i nonni. Gli dici "mi tieni la bambina?" E loro non chiedono altro ma negli occhi hanno sempre la paura. "Sai, sono anziano, non ho più i riflessi di un tempo, e se mi scappa di mano?... e se va in mezzo alla strada?" Non riesco nemmeno a immaginare il dolore di quel nonno, di quella mamma, di quel papà. Il vuoto immenso di quella casa. E il dolore che impregnerà tutto e non andrà più via.