la trappola della chiromante
Ho passato anni a dare dello sfigato a chi cadeva nella trappola di streghe, maghetti e imbonitori vari. Soldi gettati al vento di diabolici signori della truffa che promettono di guarirti il cuore e la mente e in cambio ti succhiano il portafoglio (anche il sangue se sapesse di soldi) . E oggi festeggio con voi la mia prima colossale fregatura. Ho quasi vergogna nel confessare che nel giro di cinque minuti "lordi" una fattucchiera di strada mi ha preso, sottratto, fregato non so neanche che verbo usare, prima dieci poi cinque euro. E io glieli ho dati, signori, senza pensare per un attimo che stavo facendo una colossale cazzata. Sono solo quindici euro direte voi. Vero, ma non stento a credere che sarebbero stati molti di più se mi fossi intrattenuta più a lungo. E’ andata così. Parcheggio l’auto in viale Piave, strisce blu regolamentari, tiro fuori il gratta e sosta, di corsa, in ritardo come tutti i santi giorni. Mi colpisce una signora ben vestita e rotondetta che passeggia sul marciapiede con un bimbetta salterellante al fianco. Penso che bellina la bambina, e quella signora sarà la sua baby sitter. Poi la signora accosta al mio finestrino, farfuglia qualcosa, tiro giù il vetro. “Dica”. “Mi può aiutare per favore?” Cazzo, ci siamo, penso io. Frugo le tasche alla ricerca di una monetina qualunque. Invece no, la signora mi ferma, è quasi infastidita dalla mia volgarità. “Non voglio monete, solo un piatto di pasta per mia figlia”. Si rincoglionisce un po’, sapete, quando si ha un bambino. Se prima “Kramer contro Kramer (ricordate il famoso film con Dustin Hoffman?) non ti scalfiva nemmeno il sopracciglio, con la maternità si piange al primo vecchietto che ti taglia la strada, al primo pianto di bimbo che ti sfracella l’udito e alla prima pancia arrotondata che ti passa davanti alla cassa del supermercato. Tornando a noi, mi guarda con i suoi occhi nerissimi e orgogliosissima e mi chiede “solo da mangiare”, anzi vorrebbe che andassi io a prenderle qualcosa per non vedere nemmeno che cifra sborso, la signora... E io tiro fuori dieci euro di botto e glieli do. Poi fa scattare la trappola. “Hai occhi buoni tu... non sei come le altre donne” (cosa che nemmeno mio marito mi dice da dieci anni), “hai un dolore in questo momento” e chi non lo ha signori? Ma ormai è fatta, mi ha stregato. E giù con le balle. “Hai un morto in cielo cui tenevi tanto e che prega per te”… “Hai un desiderio nel cuore che si avvererà ma non devi aver fretta”… “Dammi la mano che te la leggo”.. “Prendi un soldo di carta, la più alta che hai nel portafoglio – avrei messo la mano sul fuoco che i dieci euro che le avevo dato erano gli ultimi superstiti della settimana invece da scema controllo il portafoglio e trovo altri cinque euro - “stringili nella mano e soffiaci sopra che Assunta prega per te e va in chiesa ad accendere un lume”... “Perché tu sei buona, tu hai un dolore nel cuore”. Sono quasi in trance mentre le passo lentamente i cinque euro che dovevo stringere nella mano e poi soffiarci sopra. “Non ti arrabbi vero se li prendo? Sono per la preghiera in chiesa”. E’ fatta. Mi ha fregato. Ma l’ultima presa per il culo deve ancora arrivare: “Ripasserò tante volte di qui e ti chiederò se il tuo desiderio si è avverato, non temere non ti chiederò più soldi perché tu sei speciale, tu sei buona”. No, Assunta mia. Io non sono buona, sono solo scema e tu mia hai fregato quindici euro in meno di cinque minuti.