Per salvare il Paese servono (anche) le escort
L’Italia sta andando a mignotte. Se ci andasse nel vero senso della parola, forse avrebbe qualche speranza in più di salvarsi senza stressare ancora i contribuenti. Magari esageriamo, ma la regolarizzazione della prostituzione (come avviene in altri paesi civili come la Svizzera o la Germania) permetterebbe allo Stato di intascare quattrini facili, che adesso circolano rigorosamente in nero. Il tutto senza dimenticare le ragazze ridotte in schiavitù in strada e bla bla bla. Il governo Berlusconi aveva provato a regolarizzare il fenomeno: nel 2008 ne aveva parlato in consiglio dei ministri Mara Carfagna. La Lega si disse d’accordo. Poi la faccenda, probabilmente anche per le resistenze dei cattolici, rimase nel cassetto. Più recentemente, quando il Cavaliere si lambiccava per recuperare soldi senza frugare nelle tasche degli italiani, il padano Matteo Salvini aveva rilanciato il progetto. Ora. Visto che si fa un gran parlare di Ici alla Chiesa, un governo tecnico potrebbe fregarsene di tutto e tutti e scegliere di riaprire le case chiuse anche in Italia. Il Vaticano non ne sarà contento, ma cercheremo di farcene una ragione. Qualcosa ci dice che sarebbe un provvedimento più popolare rispetto alla riforma delle pensioni o alla mitragliata di nuove imposte. Soprattutto, sarebbe un provvedimento di civiltà. Toglierebbe gran parte di prostitute dalla strada. Garantirebbe controlli sanitari. Colpirebbe gli sfruttatori e la malavita. Permetterebbe allo Stato di intascare soldi. Pagare per far sesso mette i brividi? Il dato oggettivo è che quello della prostituta è il mestiere più antico del mondo. Anche la classe politica italiana ha dimostrato di apprezzare certe professioniste: va ricordata la storiaccia in cui incappò l’ormai ex centrista Cosimo Mele. Lo stesso Cavaliere, com’è noto, è sensibilissimo al tema. Anche se ha dichiarato di aver pagato una ragazza “per non farla prostituire”. Essendo un provvedimento logico, temiamo che l’esecutivo Monti non legalizzerà le case chiuse. Festeggeranno i moralisti duri e puri. E gli oculisti.