Di Pietro sì Tav, ma anche no
Antonio Di Pietro non è (quasi) mai completamente smaccato nelle sue furbe incoerenze. E' piuttosto un grandissimo paraculo. La vicenda della Tav non fa eccezione. C'è un ex pm, già star di Mani Pulite, poi entrato in politica e divenuto ministro delle Infrastrutture nel posto che fu di Nicolazzi, che il 18 febbraio 2007, dalla poltrona che oggi è di Corrado Passera, diceva: "Il governo ribadisce l'impegno a realizzare l'intero tracciato di sua competenza della linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione. Noi abbiamo deciso all'unanimità, di fare il corridoio 5 e in questo senso stiamo lavorando. Vogliamo discutere come realizzare la linea con le comunità per fare la migliore realizzazione possibile. Non stiamo discutendo dove farla, sappiamo dove farla, vogliamo discutere su come farla" (qui il link, ad onta di ogni sospetto riferito a un sito No Tav). L'allora ministro spiegava pure che "il tracciato è condiviso al 99% dalle comunità locali e ammonta a soli 30 kilometri circa la parte del tracciato sul quale il confronto è ancora aperto". In questi giorni c'è un omonimo dell'uomo forte di Mani Pulite che si arrabatta all'opposizione del governo Monti e che ha appena chiesto (qui la notizia sul sito di Libero, qui sul portale dell'ex magistrato) una "moratoria" sulla Tav, spostandola magari i lavori di qualche valico montano più a sud. Antonio ha chiesto di fermare i lavori approvati da Di Pietro. Come sempre, stupirsi sarebbe ingenuo. Sono gli altri (vedi foto) che potrebbero trarne conclusioni.