Il moventificio di Calciopoli
In fondo in fondo se uno non è juventino, giulemanista, rancoroso nell’animo o toccato nei propri interessi ha tutto il diritto di fregarsene della Farsa, di non capirci nulla e di rinunciare a capire. Non lo si può nemmeno biasimare. Se l’ignaro dovesse essere processato in qualche tribunale del Regno delle Due Banane con l’accusa di “Non aver capito Calciopoli” (pare impossibile ma ci sono Procure che premono per infilare questo reato nel codice penale) avrebbe l’assoluzione piena o nella peggiore delle ipotesi il riconoscimento delle attenuanti. Calciopoli (o Farsopoli) è come un omicidio in cui mancano il morto, la pistola e la volontà di uccidere da parte di quelli che sono stati additati come assassini disarmati di un cadavere inesistente. Pertanto il cittadino italiano ha sacrosanta ragione nel rivendicare il “diritto all’ignoranza”, che presto verrà riconosciuto dalla Costituzione e dalla Carta dei diritti fondamentali dell’uomo al posto di quello all’ Istruzione. Perché Calciopoli è difficile da capire, perché ci sono un criminale (Moggi) e una vittima (l’Inter) scelti a tavolino, il resto è nebbia. O meglio, tutto l’elemento materiale e psicologico di questo presunto reato è nebbioso, complicato, artefatto, improbabile, sospetto, occulto, labile, incerto, opinabile, discutibile. In altre parole: è chiacchiera. Ma nel Regno delle Due Banane la chiacchiera è assurta alla dignità di elemento del reato penale e ha varcato le soglie del tribunale. Qual è stata la strategia ? Si è sostituita a “chiacchiera” la parola “movente”, per renderla credibile. Nel Bananeto, dove si celebrano processi anche in tv alle 11 del mattino il “movente” regna, anzi, impera. Con il “movente”, il famigerato “movente”, che nessuno sa esattamente cosa sia (meglio così, la gente non devono sapere) ci faccio due anni di trasmissioni e di titoli di giornali, un giro per tribunali, poi per municipi e aule di parlamento e poi ritorno in trasmissione che intanto il “movente”, da piccolo che era, da “semovente” mi cresce, mi diventa adulto, mi cammina da solo e mi va anche a calcio, come il “movente” della vicina, tanto bravo. Ora, a parte gli scherzi, i personaggi della Farsa (attori e comprimari) li conosciamo tutti. Così come abbiamo imparato a collocare nel tempo l’origine, lo sviluppo e il conclamarsi della grande truffa. Ma quando si sente dire “Calciopoli è un ramo di altri filoni di inchiesta”, quando si sente parlare della complicata vicenda Telecom, del dossier Pratica Como, quando entrano in ballo Arcangioli e Filucchi che non hanno mai giocato a calcio, non dirigevano squadre, non andavano a Coverciano, non “sventolavano”, non entravano di nascosto al ristorante di Meani, non sono mai comparsi in sentenze FIGC o a testimoniare in tribunale a Napoli viene da dire: di che cosa si sta parlando? Si sta parlando del “moventificio” , di un’ampia zona grigia non illuminata dalla luce della democrazia (un regime fra i tanti possibili, molto evoluto ma non necessariamente il migliore) dove un “movente” riesce sempre a trovare un puntello. Un ambiente persino necessario ad una democrazia, ma che per questo dovrebbe essere completamente in pugno a chi la democrazia la rappresenta “in nome del popolo” e a chi, sempre “in nome del popolo” amministra la Giustizia. E’ un ambiente non facilmente collocabile, dove uomini delle istituzioni rispondono a doppie (nella migliore delle ipotesi, se non triple) fedeltà. Dove al riparo dai controlli di un potere dello stato – la Magistratura, mai vorremmo pensare connivente – si incontrano grossi interessi politici con grossi interessi economici. E’ un ambiente “Servizievole”, ovattato di fascicoli, imbottito di dossier e intercettazioni, gli spifferi tappati dagli Omissis, figlio di Stay Behind e Gladio (un glorioso ex presidente della Repubblica fece riferimento a Calciopoli in modo puntuale, ed era uno che la sapeva lunga), dove gli estremismi rossi e neri vennero a convergere all’epoca della strategia della tensione, dove la democrazia in questo paese venne presa in ostaggio e subì un lungo periodo di sospensione in nome di Supremi Interessi. Poco o molto che se ne sappia, la Zona Grigia è improcessabile (la chiacchiera invece lo è, ne abbiamo le prove). “Non capire calciopoli” non è un reato, anzi, è un lasciapassare per la tranquillità. Il Movente che abbiamo individuato (non la chiacchiera) sta nella Zona Grigia, è nato lì, lì è cresciuto ed ha imparato a giocare a calcio. Forse per questo gli ottimi Prioreschi e Trofino non hanno potuto, nel difendere, buttare il pallone in tribuna o il sasso in piccionaia. Forse per questo la dottoressa Casoria ha riposto la baionetta (avrà prevalso la Ragione o la Ragione di Stato ?) Forse per questo Luciano Moggi dal 2006 conosce il suo destino ma pretende rispettata la sua integrità di uomo. da www.giùlemanidallajuve.com