La strategia
I dem americani alla frutta: massacrano i ricchi per recuperare i voti dei poveri
La prossima campagna elettorale sara’ all’insegna della lotta di classe, o meglio dell’assalto ai ricchi. Le primarie Democratiche inizieranno fra qualche mese, ma dai primi candidati ufficiali stanno uscendo proposte chiarissime in questa direzione. La senatrice del Massachusetts Elizabeth Warren propone una tassa annuale alla ricchezza, nella forma del 2% imposta a famiglie che hanno oltre 50 milioni di dollari di assets, con una aggiunta dell’1% al superare della soglia del miliardo di beni posseduti. I soggetti che saranno colpiti dalla misura, se mai diventera’ legge, sono 75mila circa, secondo i calcoli degli economisti Emmanuel Saez e Gabriel Zucman, che hanno analizzato la proposta per conto della senatrice “Pocahontas”. Il ricavo del balzello sarebbe di 2,75 trilioni (2750 miliardi) in 10 anni. Calcolare gli assets, ossia i beni posseduti da un privato, sara’ operazione tecnicamente al limite dell’impossibile. Nel numero dei beni da punire rientrano le case, i terreni, le opere d’arte, i gioielli, le azioni di imprese non quotate, cioe’ “ricchezze” illiquide alle quali sara’ da assegnare un prezzo. E cio’ provochera’ cause legali infinite, anche di costituzionita’, con l’unico risultato certo di arricchire gli avvocati che assisteranno la clientela “a rischio” nel trovare sotterfugi per nascondere le proprieta’, e moltiplichera’ la burocrazia pubblica e giudiziaria incaricata di gestire la speciale tassazione. Per non parlare del messaggio distribuzionista, classicamente anti-americano: contro la liberta’ individuale, anche quella di diventare ricchi, e di convertire poi queste ricchezze in atti di liberalita’ e di carita’. La ex professoressa di Harvard, che aveva ottenuto il posto dichiarandosi di discendenze native american, aveva recentemente reso pubblico il suo DNA, da cui emergerebbe che ha un millesimo di sangue nativo americano, una conclusione rigettata dalle stesse tribu’ del Nord America. Due mesi fa circa, nell’ansia di non apparire abbastanza anticapitalista in un partito dove e’ emersa la stella di Alexandria Ocasio Cortez (la pasionaria socialista che vuole portare le tasse ai ricchi al 70%) la Warren aveva gia’ presentato una proposta di legge in cui chiedeva di imporre una percentuale rilevante di rappresentanti sindacali all’interno dei consigli di amministrazione delle aziende private, in sostituzione dei delegati scelti dagli azionisti. Cioe’, un esproprio proletario. La Warren si sta insomma posizionando a sinistra senza se e senza ma, ed e’ una scelta che appare in sintonia con il sentiment diffuso della gente. Gli americani stanno godendo una situazione economica brillante, dovuta alle politiche regolamentari e fiscali di Trump, e si sentono generosi spendaccioni di denaro pubblico, e favorevoli a tassare i concittadini piu’ facoltosi . Il sondaggio Fox News di ieri ha rivelato che una maggioranza assoluta e’ d’accordo a tassare di piu’ le famiglie con un reddito oltre i 10 milioni annui con un distacco di 46 punti tra favorevoli (il 70%) e i contrari (24%). Ma anche quelli che hanno un reddito oltre un milione di dollari non se la passano bene: il 65% vuole tassarli di piu’, contro il 29% che non e’ d’accordo (un distacco del 36%). Se si scende a coloro che guadagnano sopra i 250 mila dollari, cala anche la fetta di americani, il 44%, che vorrebbero punirli fiscalmente. Lo stesso sondaggio di Fox News ha rivelato che il 51% e’ d’accordo nell’incrementare la spesa pubblica in programmi come le infrastrutture, la difesa nazionale, l’educazione e la salute. Essendo finalita’ diverse, non stupisce che piacciano, piu’ o meno, a tutti: infatti si sono dichiarati d’accordo con l’aumento della spesa pubblica il 63% dei Democratici, il 50% degli Indipendenti e il 39% dei Repubblicani. Il 41% che, invece, preferisce tagliare le tasse, la spesa pubblica e le regolamentazioni e’ la porzione del Paese che si sente piu’ vicina a Trump e al GOP. Glauco Maggi