Premi ISSNAF a Washington

Neutrini, valvole, quantistica: premiati i 5 migliori scienziati italiani negli Usa

Glauco Maggi

L’ISSNAF (Italian Scientists and Scholars of North America Foundation) e’ una Fondazione che raccoglie gli scienziati e i ricercatori italiani che vivono e lavorano in Nord America (Usa e Canada). Fondata nel 2008 da 36 personalita’ accademiche di tutti i rami scientifici, dalla chimica alla biologia, dalla fisica alla medicina, dalla sociologia all’economia, il 22 e 23 ottobre ha festeggiato il suo primo decennio a Washington con un convegno interdisciplinare sul tema della “longevita’ “. E’ stata anche l’occasione della consegna dei premi a cinque giovani scienziati per le loro piu’ recenti ricerche nei rispettivi settori, e di un solenne riconoscimento alla carriera al neuroscienziato Emilio Bizzi, ricercatore e docente al Massachusetts Institute of Technology (MIT) di Boston. I giovani talenti, vincitori del Premio ISSNAF di quest’anno, sono stati Sara Buson, Antonio D'Amore, Ricardo Manenti, Lorenzo Brunetti e Roberta Zappasodi, scelti da una giuria di scienziati senior dell’ISSNAF per le loro ricerche in questi campi: la lotta per sconfiggere tumori e leucemie; lo sviluppo del futuro dell'informatica (il «computer quantistico»); la scoperta di una sorgente di neutrini cosmici ad alta energia; lo sforzo per arrivare a valvole cardiache perfettamente adattabili al corpo umano. Forte oggi di oltre 4000 iscritti, l’ISSNAF vanta gia’ quattro Premi Nobel tra i suoi membri storici (Renato Dulbecco, Riccardo Giacconi, Mario Capecchi, Louis Ignarro). Gli attuali associati sono presenti in oltre 300 centri di eccellenza nella ricerca in tutti campi, negli Stati Uniti e in Canada. Per aumentare il suo raggio d’azione a livello locale o in specifici campi scientifici, l’ISSNAF ha creato una struttura a sezioni (o Chapters), 11 di tipo geografico e 8 su basi tematiche. Le sezioni principali sono a New York, a Chicago, in Minnesota, a Seattle, nell’Ontario (Canada), negli stati USA Sud-Occidentali, in Florida, a San Diego, a Washington DC e nella Bay Area (San Francisco), e altri gruppi “informali” a Boston, Filadelfia, Los Angeles, Houston, e nel Quebec. Le sezioni per temi di ricerca sono dedicate a scienza medica delle immagini, neuroscienza, scienza cardiovascolare, oncologia, biofisica&biochimica, NASA, Innovazione&Imprenditorialita’, NIH (Istituto nazionale della salute). C’e’ pure una “rete nella rete”, costituita dai giovani ISSNAF sotto i 40 anni: e’ una piattaforma per promuovere opportunità di carriera e scambio di esperienze, e per sostenere e aiutare la crescita professionale degli iscritti, ad esempio tramite programmi di mentorship e una quarantina di borse di studio, che sono assegnate da ISSNAF a chi frequenta laboratori di ricerca negli Usa e in Canada. A sponsorizzare le iniziative sono aziende italiane, regioni, fondazioni, associazioni ed enti, come l’ASI, l’Agenzia Spaziale Italiana, e il CNI, il Consiglio Nazionale degli Ingegneri. La Fondazione - Presidente Vito M. Campese professore di medicina alla USC di Los Angeles, e direttore esecutivo Monica Veronesi - non ha finanziamenti diretti dal governo italiano. Nei suoi 10 anni di attivita’, pero’, e’ diventata sul campo una istituzione “quasi pubblica” nazionale, tanto rilevante che la sua assemblea annuale viene ospitata da qualche tempo presso l’ambasciata italiana di Washington. Anche nel 2018 i due giorni della conferenza scientifica sul tema sopraccitato della longevita’ (gli effetti economici e le problematiche della ricerca scientifica) sono stati aperti da un intervento dell’ambasciatore Armando Varricchio. L’ISSNAF lavora regolarmente con diversi ministeri (Esteri, Salute, Ricerca, Educazione, Industria), e con i consolati, le ambasciate e gli Istituti Culturali negli USA e in Canada. Collabora con alcune Fondazioni italiane (Fondazione Marche, Fondazione Bracco e Aspen Institute) e con le universita’ di Milano, Bologna, Padova, Sassari, delle Marche, la Humanitas University e l’IIT, Istituto Italiano di Tecnologia. Sul fronte delle relazioni con le imprese, l’ISSNAF promuove progetti, tra gli altri, con Bracco Group, Bristol Meyers Squibb, Cisco, Humanitas University, IBM, Innoventually, Global Goods (Bill & Melinda Gates Foundation), Hogan Lovells, Blum Comunicazione. Ho voluto fornire questa scheda (www.issnaf.org e’ il sito per chi fosse interessato a saperne di piu’) per illustrare sommariamente che cosa fanno gli italiani che emigrano negli USA dopo aver preso la laurea. In Italia va infatti per la maggiore la denuncia del fenomeno come “fuga dei cervelli”, a cui si imputa lo spreco dei soldi pubblici spesi nella formazione liceale e universitaria di soggetti ingrati. Io penso che sia invece piu’ valida la definizione che la stessa ISSNAF da’ di se stessa quale “ponte” tra i due mondi. E’ ovvio che le scelte di vita personali sono, in ultima analisi, alle base della mobilita’ oltreconfine di studenti, ricercatori, imprenditori. Ma e’ reale anche l’obiettivo del reciproco arricchimento tra i due poli: da una parte chi opta individualmente per l’avventura dell’emigrazione e dall’altra le imprese con ottica globale, le universita’ e i centri scientifici con base in Italia che hanno benefici tangibili da queste esperienze, come si vede dalle attivita’ dell’ISSNAF. Il contesto mondiale attuale e’ quello in cui l’integrazione dei saperi e la cooperazione tra le istituzioni offrono un terreno di sviluppo vibrante per i cervelli che competono, a prescindere dalle nazionalita’ e dai paesi di partenza. Non ha senso parlare di fuga quando la meritocrazia e’ il motore di ogni avanzamento. E quando ogni teatro – il paese, la scuola, le aziende - offre agli attori –studenti, ricercatori, imprenditori innovativi - le incalcolabili occasioni di una concorrenza sana e fruttuosa: per la scienza, per la carriera personale, per il benessere della societa’. di Glauco Maggi