Ciaone

Fuga dai democratici, l'ultimo schiaffo a Hillary Clinton & Co.

Glauco Maggi

Brandon Straka e’ Democratico, gay dichiarato, stilista parrucchiere, aspirante attore, newyorkese, e nel 2016 ha votato per Hillary Clinton. Tutto normale, ce ne sono tantissimi nel gregge politico Democratico metropolitano. Non cosi’ normale e’ che, oggi, questo stesso Straka sia il fondatore di un movimento che si chiama “WalkAway” (Andiamocene via). Dal partito Democratico, s’intende. Straka ha lanciato un manifesto sui social media, ed e’ apparso in alcune trasmissioni serali su Fox News, per spiegare che non ne puo’ piu’ della politica “identitaria” dei liberal e della opprimente e imperante correttezza politica che ammorba il paese. I toni da “e’ ora di scappare via dalla gabbia del pensiero unico della sinistra” riecheggia quelli usati qualche anno fa dall’autore teatrale David Mamet quando rese nota la sua conversione: nel 2008 aveva scritto sul Village Voice un editoriale in cui aveva spiegato “perche’ non sono piu’ un liberal dal cervello spento”, e tre anni dopo aveva pubblicato il libro “The Secret Knowledge-On the Dismantling of America Culture”, andando a fondo nella denuncia: “La lotta della sinistra per razionalizzare le sue posizioni e’ una intollerabile fatica di Sisifo. Io parlo da Liberal Riformato”, si legge nel sommario del best seller di Memet, che al tempo scandalizzo’ i salotti dell’Upper West Side di Manhattan, abituati per decenni ad averlo come sinistro fedele.   Sentite ora il proclama-fotocopia di Straka, che ha fatto tanto clamore su Internet da spingere il Washington Post all’esorcismo: e’ vero che il messaggio dell’addio ai DEM e’ diventato virale, ha scritto il giornale di Jeff Bezos ieri, ma cio’ non vuol dire che ci saranno tante defezioni perche’ a mettere i “mi piace” sono (quasi) tutti conservatori. Sara’. Ma per i Democratici che pensano di avere in tasca la conquista della Camera e del Senato il prossimo novembre non e’ comunque un bel vedere, e sentire, il manifesto che vi trascrivo qui: “Hey Patrioti! Questo video e’ sul perche’ sto andando via dal liberalismo e dal partito Democratico” spiega il giovane Straka. “E’ mia sincera speranza che ti unirai in questa campagna e che noi possiamo iniziare un movimento in questo paese – che non solo incoraggi altri ad andarsene via dalla sinistra divisiva, ma anche che si riappropri della narrativa dei media liberal su che cosa significhi essere un conservatore in America. Sta a noi far sentire le nostre voci e rivendicare la verita’. Il partito Democratico ha preso per garantito che esso e’ il padrone delle minoranze razziali, sessuali, e religiose in America. Esso ha incoraggiato il pensiero di gruppo, l’ipocrisia, la divisione, gli stereotipi, il risentimento, l’accettazione della mentalita’ vittimistica. E nel contempo i DEM hanno scoraggiato le minoranze dallo sviluppare  un pensare indipendente, un dialogo aperto, un’opinione informata e misurata, e una motivazione al successo”. Finora il video con l’appello di Straka e’ stato visto da due milioni di visitatori su Facebook, stimolando commenti solidali e moltiplicando il messaggio critico contro i DEM. “Io me ne sono andato nel 2012 e ho cambiato da DEM al GOP nel 2016”, ha scritto uno. “Il partito Democratico e’ andato troppo all’estrema sinistra #Hispanicfortrump #WalkAway ”. A proposito di ispanici, e di pensiero unico dei media dominati dai giornalisti di sinistra anti Trump, la pistola fumante di questi giorni e’ la assoluta NON copertura – nei telegiornali in lingua spagnola! - del fatto che 164mila ispanici sono rientrati nel mondo del lavoro in giugno e che il tasso di disoccupazione tra i latinos, al 4,6%, non e’ mai stato cosi’ basso da 45 anni, ossia da quando si raccoglie questo dato. I canali principali in lingua spagnola Univision e Telemundo, e anche quelli minori come Azteca America e Estrella Tv hanno ignorato la notizia. E cosi’ hanno fatto i programmi in spagnolo della CNN, Directo USA, e il telegiornale serale Informativo NTN24. Perche’ stupirsi se, sotto la cappa del conformismo e della censura becera, qualche mente si ribella e lo fa ad alta voce? di Glauco Maggi