Tutti fuori
Trump ferma la carovana di immigrati messicani? Gli americani esultano: il sondaggio
Il sondaggio odierno di Rasmussen, che e’ calcolato come media delle rilevazioni (telefoniche) degli ultimi tre giorni, registra un’approvazione record per Trump al 51%, con il 48% di contrari. Due giorni fa l'approvazione per il presidente era al 47%. Siccome questo sondaggio reagisce sostanzialmente in tempo reale, ai suoi margini, alle notizie che si impongono nelle cronache di giornata, si puo’ pensare, con l’approssimazione di rigore quando si soppesa il sentiment dell’opinione pubblica americana, che il presidente abbia visto giusto nello scatenare il putiferio contro la minaccia della carovana di clandestini sudamericani in marcia dal Messico verso il Texas. Trump ha “proclamato” a sorpresa la mobilitazione della Guardia Nazionale, ordinando che sia dispiegata a difesa della frontiera. La Guardia Nazionale e’ il corpo militare di cui ogni Stato dispone, ed e’ agli ordini dei governatori. La decisione del presidente, quindi, necessita del coordinamento con gli Stati per essere tradotta in pratica, ed e’ quanto sta avvenendo con celerita’. I tre governatori repubblicani del Texas, del Nuovo Messico e dell’Arizona hanno gia’ entusiasticamente accolto l’ordine da Washington. Ma persino Jerry Brown, il super liberal governatore della California che e’ il quarto Stato a spartire il confine americano meridionale con il Messico, ha dato la esplicita disponibilita’ a lavorare con il governo centrale per utilizzare al meglio la Guardia Nazionale in funzione anti-clandestini. Significa che Trump ha toccato un nervo scoperto con la sua offensiva, riaprendo la partita della immigrazione irregolare contro l’opposizione dei DEM al Muro e alle altre misure legali che minano la sovranita’ americana. “Le nostre leggi sull’immigrazione sono una barzelletta”, ha twittato il presidente “e un sacco di gente al mondo ci ride dietro”. L’appello a rafforzare l’ordine ai confini, insomma, e’ ragionevole e risponde a una esigenza concreta nel paese: difendersi da infiltrazioni illegali, potenzialmente pericolose. Trump ha messo in evidenza, nell’occasione dell’arrivo temuto della carovana, che c’e’ una pratica assurda a regolare di fatto, oggi, la spinosa materia dei clandestini. Si chiama “prendi e rilascia”, ed e’ ben nota ai trafficanti di persone dai paesi del centro e del sud America, oltre che dal Messico. Basta accompagnare al confine i “migranti” e l’ingresso negli USA e’ assicurato in ogni caso: o i clandestini riescono a passare di nascosto, oppure scatta per loro l’opzione B. Quando gli immigrati “senza documenti” vengono presi dagli agenti, infatti, non subiscono tutti subito l’immediata deportazione, ma anzi in grande numero entrano nella burocrazia giudiziaria: sono denunciati per aver cercato di introdursi illegittimamente, ma vengono rilasciati liberi (in territorio americano) con il foglio di convocazione per una data successiva in un tribunale, dove un giudice dovra’ decidere della loro sorte. Se si tratta di famiglie (ecco perche’ il trend recente ha visto una impennata di figli piccoli ‘accompagnati’ da almeno un genitore, dopo l’ondata di arrivi di minori ‘soli’) e’ piu’ facile che i giudici siano clementi, ossia non ordino l’immediata deportazione. Va da se’, peraltro, che il grosso dei clandestini “presi e rilasciati” non si presentano nemmeno dai giudici, e iniziano invece immediatamente la vita da irregolari, un minuto dopo essere usciti in strada in Texas. Trump non e’ il primo presidente a reclutare la Guardia Nazionale per scopo domestico anti-irregolari, perche’ prima di lui l’avevano fatto il repubblicano George W. Bush e il democratico Barack Obama. Come i predecessori, Trump ha escluso che i militari possano avere contatti fisici con i migranti: la loro azione sara’ di sostegno logistico, con l’uso di aerei da ricognizione e di strumenti tecnologici per individuare meglio gli infiltrati. Ma e’ innegabile che la mobilitazione di Trump ha una ‘vis politica’ molto piu’ forte. Intanto, cade mentre e’ ancora aperta la partita sui DACA, i giovani cosiddetti Dreamers sui quali pende la deportazione coatta: Trump e’ disposto a regolarizzarne due milioni, ma vuole in cambio i soldi per il Muro, l’abolizione della Lotteria per vincere la Green Card, e una legge che limiti la concessione legale della cittadinanza a chi ha meriti individuali e non, come avviene ora, a tutti i familiari vicini e lontani, indiscriminatamente, di neo-cittadini. I DEM si oppongono al compromesso, e Trump usa la loro rigidita’ per avvalorare la misura eccezionale dei militari “fino a quando non c’e’ il Muro”. Anche i numeri delle persone fermate al confine nell’ultimo periodo stanno rendendo sempre piu’ urgenti misure efficaci e cio’ aiuta il decisionismo di Trump. Piu’ di 50mila persone, 50.038 per la precisione, sono state catturate al confine messicano, o ritenute non ammissibili se si sono spontaneamente presentate, durante il mese scorso. Marzo e’ stato il mese con il numero piu’ alto da quando Trump e’ presidente: il 37% in piu’ dei 36.695 di febbraio e il 203% in piu’ dei 16.588 del marzo del 2017. Il numero delle famiglie e’ incrementato del 49% da febbraio a marzo, e quello dei bambini non accompagnati del 41%. “I trafficanti e i contrabbandieri sanno che, se uno arriva con la famiglia, sotto il nostro attuale sistema legale e giudiziario ha maggiori possibilita’ di essere rilasciato negli Stati Uniti”, ha detto ieri il ministro della Sicurezza Domestica Kirstjen Nielsen presentando i dati durante la conferenza stampa alla Casa Bianca. “Abbiamo visto i contrabbandieri sventolare questo fattore per la loro pubblicita’ e abbiamo notato che i trafficanti, purtroppo, usano i bambini in modo fraudolento per guadagnare l’accesso nel nostro paese”. di Glauco Maggi