Il sorpasso
A Londra schizza il tasso di omicidi, quasi più di New York: la vittoria dei liberal
Londra per tasso di omicidi sta superando New York. Un giovane e’ stato ucciso a coltellate all’alba di Pasqua, la dodicesima vittima in 19 giorni, e febbraio e’ stato il primo mese di sempre, con 15 omicidi, in cui la capitale inglese ha superato la Grande Mela. Delle 15 vittime, nove erano sotto i 30 anni. In marzo gli omicidi sono stati 22, numero che probabilmente eguagliera’ o superera’ il conteggio degli ammazzati a New York quando la NYPD dara’ la statistica del mese appena chiuso. Secondo il Sunday Times, il tasso di omicidi a New York e’ crollato dell’87% dagli Anni Novanta mentre e’ aumentato del 40% a Londra negli ultimi tre anni. In assoluto New York ha contato, ancora un anno fa, un numero doppio di omicidi di Londra ma per gli esperti la distanza si sta ora pericolosamente colmando. La polizia londinese e’, ovviamente, preoccupata del trend in generale, ma le statistiche segnalano pure un particolare inquietante: l’anno scorso ci sono stati 80 accoltellamenti fatali nella capitale, il massimo nel decennio recente, e il peggiore per uccisi con questa ‘arma bianca’ almeno dal 2002. Dal primo gennaio 2018 alla fine di marzo gli omicidi a coltellate sono stati 30. Londra e’ liberal come New York - ha avuto un sindaco comunista prima di quello attuale, musulmano -, e le leggi in Inghilterra sono severissime quanto a controllo delle vendite di armi da fuoco. La correttezza politica, in altre parole, non e’ garanzia di successo nella lotta al crimine. Chicago, patria di Obama e con sindaci Democratici da decenni, ha superato New York in numero assoluto di omicidi anche se ha una frazione della sua popolazione. Gli omicidi in America, si sa, sono attribuiti, dai liberal locali e dagli europei in generale, al Secondo Emendamento della Costituzione americana che da’ il diritto di portare armi (infatti, l’ex giudice della Corte Suprema Usa John Paul Stevens, ora in pensione, ha chiesto di abolirlo). Io sono d’accordo con chi, sul fronte conservatore, favorisce il divieto della vendita delle micidiali armi paramilitari a ripetizione ai privati cittadini: per andare a caccia, al poligono sportivo, e anche per difendersi, non e’ necessario poter aver avere a casa un arsenale come in caserma, hanno scritto la giornalista ‘reaganiana’ Peggy Noonan sul Wall Street Journal e l’ex colonnello dei marines Ralph Peters, ora commentatore per il New York Post. La reazione psicologica alle stragi scolastiche, tipo l’ultima in Florida, sta facendo evolvere la posizione sulle armi da fuoco, in senso restrittivo, anche all’interno del GOP. Pero’ bisogna dirla tutta. Nel 1994 il Congresso aveva passato, sotto Bill Clinton e con 52 voti conto 48 in Senato, “The Federal Assault Weapons Ban (AWB)”: questa legge Federale imponeva il divieto di produrre per uso civile le armi semiautomatiche - definite d’assalto – ed anche le munizioni “di larga capacita’ ”. La legge aveva la durata di 10 anni, e quando spiro’, nel 2004, sotto George Bush, il Congresso non trovo’ piu’ la maggioranza per rinnovarla. L’idea di poter stabilire “per legge” che i cittadini sono salvi se si limita l’accesso legale all’acquisto dei fucili ‘pericolosi’ aveva dimostrato la sua inefficacia. Basti ricordare che la strage della scuola di Columbine, che ha fatto poi la fama di Michael Moore, e’ avvenuta il 20 aprile del 1999, mentre la legge del 1994 era in corso da cinque anni. Ora, le tragiche statistiche degli accoltellamenti di Londra sono a mio avviso un forte argomento a favore di un approccio non fazioso, che induce ad alcuni scomodi interrogativi. Se sul Tamigi si muore per i coltelli, bisogna forse chiudere i negozi londinesi di casalinghi che li vendono? Ad ‘armare’ la follia omicida e’ il possesso di un mitra? Di una pistola? Di un coltello a serramanico? Di una corda con cui strozzare la vittima designata? E’ vero che i fucili a ripetizione amplificano l’effetto omicida, ma 100 giovani uccisi a uno a uno in un anno in che cosa sono meno ‘vittime’ di 100 studenti giustiziati in un anno, ma in un colpo solo? Glauco Maggi