Presidente
Donald Trump, la scelta che non ti aspetti: a Berlino nomina un ambasciatore gay. Chi è
Donald Trump ne ha combinata un'altra delle sue: ha nominato ambasciatore in Germania Richard Grenell, 50 anni. E non forse e' una trovata spiazzante, alla Trump appunto, scegliere un aperto omosessuale per farsi rappresentare a Berlino? Tra i tedeschi della capitale, la fama del presidente USA come omofobo che odia i gay e che e' filonazista va per la maggiore. Il fatto che abbia la figlia Ivanka che si e' convertita all'ebraismo per aver sposato l'ebreo Jared Kushner, e che abbia piazzato i due tra i massimi consiglieri della sua Casa Bianca non ha scalfito la credenza. E tanto meno ha pesato la sua annosa amicizia con il cantante Elton John, gay dichiaratissimo, a convincere che non odia gli omosessuali. Ora Trump provoca i tedeschi, tra i quali e' molto impopolare in generale, giocando una carta ad effetto: la nomina ad una posizione cruciale nello scacchiere internazionale di un personaggio che ha un lungo curriculum di esperto internazionale, e che gia' il moderato repubblicano Mitt Romney aveva voluto come suo consigliere di politica estera durante la campagna, persa, per la presidenza del 2008. Berlino e' adesso, forse, la capitale piu' anticonvenzionale d'Europa, la piu' moderna nel segno dell'ultimo cosmopolitismo giovanile, la piu' liberal e aperta nei costumi sessuali. Non a caso ha avuto come sindaco, dal 2001 al 2004, Klaus Wowereit, il pezzo grosso del Partito Socialista famoso per lo slogan "Sono gay e questa e' una buona cosa". Grenell, in passato, era stato anche ex portavoce delle Nazioni Unite, e di lui si era parlato come candidato di Trump ad ambasciatore americano dell'Onu qualche mese fa, prima che venisse scelta Nikki Haley, una donna di famiglia indiano-americana (a proposito di quanto Trump sia un sessista contro le donne e disprezzi i non americani puri). Avviato alla carriera diplomatica sotto George W. Bush, Grenell ha ora il compito non facile di addolcire le aspre relazioni personali tra Angela Merkel e Trump. L'asse Washington-Brelino e' di fatto la chiave del Rapporto tra America ed Europa, e sul tappeto ci sono delicatissime "partite" da gestire, dal commercio all'ambiente e alla lotta contro il terrorismo. Da giovane, Grenell e' stato il direttore delle Comunicazioni e della Diplomazia pubblica nelle squadre di 4 diversi ambasciatori americani alle Nazioni Unite, e nel suo "portafoglio" di questioni ha avuto anche a che fare con le guerre in Iraq e Afghanistan, con la politica nucleare della Corea del Nord e con il coinvolgomento della Siria nelle politiche libanesi. E' stato, tra l'altro, il diretto portavoce di John Bolton, l'ambasciatore "falco" nominato da George W. Bush. Grenell non e' una delle classiche nomine "di ringraziamento" per essere stato un donatore di denaro della campagna di Donald, come e' sempre stata pratica diffusa di Obama e in genere di tutti i presidenti che si affidano ai finanziatori per pagarsi la pubblicita'. Ma anche questo "dettaglio" obbiettivamente positivo, cosi' come la ovvia competenza in materia internazionale di Grennell e la sua omosessualita', che e' un marchio di correttezza politica usato dai liberal solo in chiave negativa, non procurera' a Trump alcun applauso da parte dei media. Tra le persone del mestiere con una certa competenza tecnica, invece, e' gia' stato emesso qualche timido riconoscimento. Il fatto che non abbia piazzato un donatore o un uomo di business, ma qualcuno che ha un'esperienza specifica nel settore diplomatico, e' visto positivamente nei circoli politici di Berlino, ha detto a denti stretti Jan Techau, direttore del Forum Richard Holbrooke per gli Studi della Diplomazia e della Governance presso l'Accademia Americana con sede nella capitale tedesca. di Glauco Maggi