Ignoranti
Da Madonna a Moore: tutte le panzane dei democratici anti-Trump
I Democratici sono troppo presi dall’autoconvinzione di avere una innata superiorita’ morale sui Repubblicani che non ritengono neppure di dover conoscere l’ABC del funzionamento delle istituzioni e nemmeno le news di cronaca. Che e’ un modo meno brusco di dire che sono disinformati almeno quanto sono arroganti. E tanto piu’ sono “star” dei media e di Hollywood, tanto piu’ sono comici nelle loro uscite pubbliche da militanti anti Trump che le sparano grosse. E non alludo a Madonna che nel comizio di protesta dopo la Inaugurazione ha detto “tante volte ho pensato di far saltare in aria la Casa Bianca…”. Quella e’ una “battuta presa fuori contesto”, si e’ difesa la cantante per le critiche ricevute. No, sono altri gli interventi politico-tecnici che denotano di che scadente pasta culturale siano fatti i liberal che sui social networks hanno legioni di seguaci adoranti. Un gregge destinato non solo a vivere avvolto nella bolla di una propaganda faziosa (la cui esistenza e’ legittima ed inevitabile, in democrazia, e del resto e’ controbilanciata dal radicalismo opposto dei conservatori), ma nell’ignoranza piu’ crassa se danno retta ai loro beniamini. Nel web c’e’ una nebbia di strafalcioni che fa ridere ma che dovrebbe inquietare, perche’ offre argomenti di dubbio a chi, come il sottoscritto, crede nel diritto universale di voto. Partiamo da Michael Moore. Su Facebook, dopo le dimissioni di Mike Flynn da consigliere per la sicurezza di Trump che sarebbero la prova che i russi hanno fatto perdere Hillary, ha intimato che “la Corte (forse alludeva alla Corte Suprema? NDR) deve decidere se il Presidente e’ chi ha vinto il voto popolare OPPURE se le elezioni devono essere rifatte”. Pero’ nel meccanismo elettorale USA, e tantomeno nella Costituzione, non si cita mai il ‘voto popolare’ e non gli si da’ alcun ruolo. E neppure esiste la possibilita’ di rifare le elezioni presidenziali. Il regista Oscar Winner ha scritto una bestialita’ istituzionale, ed e’ in buona compagnia. “Ecco il piano che espellera’ Donald Trump e piazzera’ Hillary Clinton alla presidenza”, ha twittato Sally Kohn. “1- Impeachment di Trump-Pence; 2 -Crisi costituzionale. 3-Convocazione di elezioni speciali. 4- Sfida tra Paul Ryan e Clinton. 5-Clinton diventa presidente”. Chi e’ Sally Rebecca Kohn? Riportiamo dalla sua voce su Wikipedia. E’ una commentatrice per CNN, Usa Today, Washington Post, e altri media. Ha fondato il pensatoio di idee radicali Movement Vision Lab. E’ liberal, ‘community organizer’ e avvocato (come Barack Obama NDR). E’ laureata in psicologia alla George Washington University a Washington, e laureata alla Scuola di Legge della New York University con un Master in pubblica amministrazione alla Scuola Robert Wagner per il Pubblico Servizio. Lesbica, aveva sollevato una controversia che l’aveva resa ancora piu’ famosa per aver detto, una volta, di essere delusa nel vedere che sua figlia aveva mostrato un interesse romantico per i ragazzi. Una vera “colonna” della cultura accademica e del pensiero progressista, insomma. Il problema e’ che, come sanno in terza media gli studenti che seguono il corso base di educazione civica, la sua “previsione pro Hillary” e’ solo fonte di ilarita’. Esiste infatti una “catena presidenziale di comando” prevista dalla legge secondo cui, anche nella ipotesi di impeachment contemporaneo del presidente e del suo vice non si apre alcuna ‘crisi costituzionale’. E neppure ci saranno “elezioni speciali”. Semplicemente, anzi automaticamente, la Casa Bianca andrebbe direttamente a Paul Ryan, che e’ lo Speaker della Camera e viene anche definito, non a caso, “terza carica dello Stato” (e dopo di lui, eventualmente, vengono il Presidente pro tempore del Senato, e poi il Segretario di Stato e via via gli altri ministri). George Takei, da attore famoso (Star Trek) e’ diventato invecchiando un attivista liberal. In un suo tweet ha scritto: “Cari DEM, sara’ meglio che facciate l’ostruzionismo contro gente come Mattis, Flynn e Sessions. Contiamo su di voi perche’ resistiate”. Forse dallo spazio il luogotenente Takei aveva perso l’operato del capo dei senatori DEM, Harry Reid. Quando il Senato era in mano ai DEM, Reid aveva abolito la possibilita’ di fare filibustering perche’ aveva abbassato da 60 voti alla maggioranza semplice di 51 il requisito per confermare ministri e giudici (eccettuati quelli della Corte Suprema). Cioe’ Takei, che e’ giapponese-americano, e’ rimasto l’ultimo soldato DEM a combattere con l’arma dell’ostruzionismo (filibustering), che non c’e’ piu’. Karol Markowicz, la giornalista che ha presentato oggi sul New York Post la selezione di protagonisti liberal di svarioni storico-istituzionali di cui abbiamo riportato un assaggio, ha titolato il pezzo “American Idiots”. Sono tanti, ed e’ difficile attribuire un primo premio assoluto, come si vede dagli esempi citati. Ma l’attrice Justine Bateman, 30 anni di carriera alle spalle nelle sitcom TV da Family Ties negli anni ‘80 ai recenti episodi di Criminal Minds e Modern Family, merita di sicuro la menzione. Ha twittato, dopo le dimissioni di Flynn: “Tutti i senatori repubblicani che hanno confermato Flynn devono sentirsi proprio bene, adesso. Eccellente compito a casa, Senatori!”. E lo scrittore di novelle nonche’ bloggista Mark Sarvas? Quello premiato dal Guardian, dal Los Angeles Magazine, e da Forbes come “il meglio del web”? Il tono della sua lezioncina morale e’ tipico: “Fermiamoci un attimo a riflettere sui senatori del GOP, assolutamente amorali, che hanno confermato Flynn”. Peccato che per Flynn non ci sia stato alcun voto di conferma, perche’ per quella posizione non e’ richiesto. A proposito, il generale “stratega’ dell’esercito H.R. McMaster e’ stato or ora nominato da Trump, mentre scrivo domenica 20, consigliere nazionale della sicurezza nazionale al posto di Flynn. Vuoi scommettere che qualche “idiota” di chiara fama sta gia’ intimando ai Senatori DEM di non confermarlo? di Glauco Maggi twitter @glaucomaggi