Volata Gop
Trump sogna il colpo di grazia a Cruz
Nella gara a chi dei due frontrunners piace di piu’ agli iscritti e simpatizzanti del proprio partito, adesso Trump ha superato la Clinton. Nel sondaggio pubblicato oggi 3 maggio di NBC News|SurveyMonkey, Donald e’ balzato a un nuovo record di preferenze, il 56%, distanziando di 34 punti Ted Cruz al 22% (con John Kasich al 14% e gli indecisi al 7%). Tra i Democratici, Hillary e’ sempre prima, al 54%, con un vantaggio di 14 punti rispetto a Bernie Sanders al 40%. Gli indecisi sono il 6%. Oggi sono in corso le primarie in Indiana. Per entrambi i leader, se i sondaggi nello stato del Mid West saranno confermati, potrebbe essere un ulteriore passo verso la nomination in termini di delegati, ma soprattutto di momentum. Mentre tra i DEM l’esito finale e’ scontato, con la Clinton di fatto gia’ ora vincitrice, e stizzita per il fatto che Bernie intenda stare in corsa fino alla fine, nel GOP e’ “ultima spiaggia” per Cruz. Gli elettori repubblicani, nel sondaggio NBC News, hanno in proposito mandato segnali chiari sul destino dei due anti-Trump. Secondo la maggioranza (il 58%), il governatore dell’Ohio Kasich dovrebbe abbandonare la sfida, e solo per una minoranza (il 40%) il senatore texano Cruz dovrebbe combattere fino alle primarie finali del 7 giugno in California e nel New Jersey, con una percentuale appena inferiore, il 37%, che chiede invece che lasci la corsa immediatamente. Il questo clima, il partito “anti-Trump” non sembra avere piu’ alcuna prospettiva di invertire il trend sempre piu’ favorevole al milionario newyorkese, che se vincesse una fetta sostanziosa dei 57 delegati in palio in Indiana in queste ore superebbe quota 1000 ed entrerebbe nel rettilineo per il traguardo dei 1237 delegati alla prima votazione della convention di meta’ luglio a Cleveland. I messaggi piu’ evidenti dell’imminente disfatta dei “Never Trump”, i “Mai Trump” che avevano fino a ieri drasticamente escluso di appoggiare Donald, vengono dagli editorialisti del Wall Street Journal e dagli intellettuali conservatori piu’ intransigenti. Bill Kristol, direttore della rivista Weekly Standard che e’ stata la bandiera dell’opposizione al Donald (pubblico’ mesi fa un “Manifesto No a Trump”), e’ stato intervistato lunedi’ pomeriggio da Steve Malberg per Newsmax. “Ci sono cose che Trump potrebbe fare che potrebbero convincere i dubbiosi?”, gli ha chiesto Malberg. E Kristoll: “ Per me e’ piu’ una questione di carattere, e non so se uno puo’ cambiare il carattere… il modo con il quale bistratta la gente. Comunque, io penso mai dire mai. Da una parte, continuo a dire MaiTrump, ma dall’altra parte dico mai dire mai. Lascio la questione nell’ambiguita’”. Che e’ gia’ un bel passo per un potenziale ribaltamento futuro, visto che al voto di novembre mancano ancora sei mesi. Piu’ netta e’ la posizione del Wall Street Journal, che nel suo editoriale si esprime contro “la tentazione del terzo partito” dei conservatori in funzione anti Trump. “E’ dura vedere come questa idea (di un terzo partito conservatore NDR) possa produrre altro che eleggere Hillary Clinton e intorbidire il messaggio di una sconfitta di Trump”. Ne e’ passata di acqua politica sotto i ponti delle primarie, se si pensa che l’inverno scorso i vertici del GOP fecero firmare a Trump, e agli altri 16 candidati, l’impegno scritto di sostenere chi fosse uscito vincitore, e di non correre come terzo partito o da indipendente. La paura era che una fetta significativa di repubblicani pro Trump lo seguisse in un’avventura frazionista, consegnando cosi’ la Casa Bianca ai DEM. Ora che milioni di repubblicani, segnando un record storico di partecipazione popolare, hanno parlato con i voti in 40 primarie a favore del candidato non ortodosso, qualche “luminario di varie illuminazioni sta facendo balenare l’idea di una sfida conservativa di un terzo partito a novembre”, riporta con palpabile scetticismo il WSJ. In entrambi i partiti ci sono fronde forti quest’anno, i pro Sanders e gli anti Trump. Da un lato le Susan Sarandon, e gente come lei che dice oggi “mai votero’ Hillary". Dall’altro gli intransigenti tipo George Will, il raffinato intellettuale conservatore, che dice oggi “mai votero’ Trump”. Vincera’ chi avra’ meno “anime belle” nel proprio schieramento naturale. di Glauco Maggi twitter @glaucomaggi