Al contrario

Armi e clima, i record negativi di Obama

Glauco Maggi

Sono i giorni dei record che non piacciono a Obama, impegnato com’e’ il presidente nella guerra alle armi in patria e al global warming alla Conferenza Onu di Parigi. *ARMI. L’FBI ha annunciato che il 27 novembre, il Black Friday, sono state processate dal National Instant Criminal Background Check System (il sistema di controllo digitale del ministero della Giustizia) 185.345 richieste di acquisti di armi presso i rivenditori autorizzati. I negozianti devono per legge comunicare alle autorita’ federali le generalita’ di chi vuole comprare una pistola o un fucile, e attendere l’OK burocratico prima di consegnare l’arma. Il numero di aspiranti clienti del 2015 e’ stato del 5% piu’ alto delle 175.754 richieste di un anno fa nello stesso giorno. La corsa degli americani ad armarsi, nel rispetto del Secondo Emendamento, insomma sprinta invece di frenare. E, del resto, si sa che sono gia’ in circolazione oltre 300 milioni di pistole e carabine nel paese, circa una in media per ogni cittadino, neonati e centenari compresi. “Il precedente record assoluto per un solo giorno erano state le 177.170 richieste del 21 dicembre del 2012”, ha scritto in un comunicato stampa Stephen Fischer, il capo delle produzioni multimediali dell’FBI. I precedenti picchi di controlli sui compratori erano avvenuti dopo i tragici eventi delle uccisioni di massa, come appunto fu nel dicembre del 2012 dopo la strage alla scuola elementare di Sandy Hook nel Connecticut. In quelle occasioni, e l’ultima e’ stata l’uccisione di tre persone alla Clinica di aborti della Planned Parenthood in Colorado da parte di un pazzo di 57 anni, Obama fa appelli al Congresso perche’ approvi leggi di restrizioni nelle vendite, e cio’ fa scattare il timore, tra chi aveva gia’ in animo di programmare un acquisto in futuro, che eventuali nuove leggi gli impediscano di farlo. Di qui la decisione di comprare subito. Sabato scorso, il giorno dopo la tragica sparatoria in Arizona, Obama aveva chiesto in TV “controlli piu’ severi sulle armi da guerra”. E aveva aggiunto: “Questa situazione non e’ normale. Non possiamo permettere che diventi normale. Dobbiamo fare qualcosa a proposito del facile accesso alle armi da guerra per persone che non hanno un’esigenza giustificata per averle. Troppo e’ troppo”. Per gli americani, invece, le armi (per caccia, difesa, sport) non sono mai abbastanza. *CLIMA. Il primo dicembre, si legge in un rapporto del meteorologo Marc Morano, e’ stata registrata la percentuale record di territorio degli Stati Uniti coperto dalla neve, il 38,7%. Le analisi delle nevicate a cura del National Operational Hydrologic Remote Sensing Center (NOHRSC) sono iniziate solo nel 2003 ma e’ interessante notare, scrive l’esperto, che la copertura del 38,7% (che comprende anche una piccola parte del Canada sud-occidentale) e’ la piu’ alta mai registrata il primo dicembre. Il dato supera il 36,5% del primo dicembre 2006, che era il precedente record, e il 35% riscontrato nel 2005. Il meteorologo ammette che 13 anni di dati sono un periodo troppo piccolo per definire il trend di qualsiasi fenomeno atmosferico, e che la situazione attuale, 20 giorni prima dell’inizio dell’inverno 2015-2016, non significa granche’ rispetto a quanto succedera’ nei prossimi mesi. Comunque sia, il record sembra un ennesimo dispetto a Obama e una strizzatina d’occhi agli scettici, che sono molti piu’ numerosi tra gli studiosi di quanto vogliono far credere Al Gore, Barack e papa Francesco. Scrive Morano, che e’ uno dei tanti scienziati che non seguono la nuova fede del Global Warming: “Questo record, sebbene sia un minimo scostamento nella storia dei dati del clima, forse arriva al momento giusto. Dopotutto, la Conferenza sul cambio del Clima a Parigi e’ iniziata proprio ora. Ci sono molte potenziali cause ai cambi climatici (non solo i livelli di carbonio, come i partecipanti ai lavori in Francia e i leader dei governi vorrebbero farci credere), e ci sono molti possibili esiti su come i cambi di clima possono manifestarsi. E questi vanno ben oltre l’acclamato riscaldamento del tempo e le piu’ pesanti cadute di pioggia. In realta’, io ho serie riserve sul fatto se 100 o 300 anni di storia del tempo possano definire il ‘clima’ “. Inoltre, c’e’ lo scetticismo terra terra di chi dimostra con i numeri l’inefficacia delle misure in discussione. La International Energy Agency stima che i paesi in via di sviluppo emetteranno il 70% del CO2 entro il 2030 e contribuiranno ad un aumento del 170% delle emissioni tra adesso e il 2030. Se non firmeranno un accordo vincolante, e nessuno neppure prospetta impegni di questa forza, il CO2 continuera’ ad accumularsi a prescindere da cio’ che fara’ l’America. Si sa che Cina e India (primo e terzo paese nella classifica dei piu’ pesanti emittenti di CO2) non possono fermare il loro sviluppo e, assieme a tutti gli altri paesi emergenti, chiedono la luna dalle nazioni occidentali per convertirsi alle fonti alternative di energia. “Il costo dell’azione non sono i 100 miliardi di dollari (gia’ piu’ o meno impegnati, a parole, dai leader dell’Ovest NDR), perche’ 100 miliardi sono solo un risarcimento”, ha detto il ministro dell’Ambiente indiano Prakash Javadekar. Ma nessuno, a parte Obama, crede davvero che il parlamento USA votera’ una legge per far pagare ai contribuenti degli Stati Uniti i mulini a vento in Vietnam. di Glauco Maggi  twitter @glaucomaggi