Complimenti per la trasmissione

1000 modi per morire (da idioti)

Francesco Specchia

  La morte -come le tasse- «è ovunque, molti di noi riescono ad evitarla altri non riescono a sfuggire...». Questo l’incipit di (1000 modi di morire D-Max venerdì ore 23), programma che si dipana come una sorta di metronomo emozionale: a guardarlo, prima suscita curiosità, poi incredulità, poi rabbia, infine riso catartico. 1000 modi per morire - zeppo di minorati, non consigliato ai minori- ricostruisce la morti più inusuali e bizzarre del mondo, rendendole materia di black comedy. Nell’ultimo episodio, per dire, sfilavano tra i defunti di giornata: a) un tizio di Milwaukee, il quale trascurando la famiglia per il suo appartamentino da single, acquista come oggetto d’arredo il sedile di un caccia sovietico, ci si siede sopra, tira per curiosità la leva del sedile eiettabile e si va a conficcare con la testa nel soffitto; b) un ragazzo di Berkeley affetto da acrotomofila (attrazione per gli amputati) a cui va di traverso l’occhio di vetro della fidanzata lasciato in un bicchier d’acqua sul comodino; c) sei ubriaconi di Boston («come ogni città Boston ha la sua percentuale di idioti») che si legano le mani col nastro adesivo a bottiglie di birra, in una gara alcolica surreale; e, mentre va a fuoco il divano non riescono ad aprire le finestre; d) una spia tedesca che, durante la guerra, ingoia del cianuro pensando di essere stato scoperto da un signore che semplicemente gli restituiva il portafogli; d) un maniaco della playstation che dopo 30 ore di gioco ininterrotto, stramazza nei suoi stessi escrementi. Il tutto realizzato con docufiction velocissime, sceneggiate con sarcasmo e con il cosiddetto humour tongue-in-cheek (cioè: una parodia garbata, un «credeteci ma non troppo»), successivamente condita da interventi di scienziati autorevoli atti a spiegare come funziona un sedile eiettabile, come fa ad incastrarsi un occhio di vetro nella trachea, o perchè il cianuro che passeggia nelle «vie metaboliche» fa male. 1000 modi è uno dei programmi più idioti e ineducativi in circolazione. Ma il suo trash è talmente «oltre» che, se fosse ancora vivo Bretòn, ne farebbe un’opera d’arte...