Complimenti per la trasmissione

Tutti i pro e i contro di Fazio a Raidue

Francesco Specchia

Che Fabio Fazio si scolli dalla rete Ammiraglia e approdi (pare) alla Raidue del Sartre dei palinsesti Carlo Freccero, be’, è al contempo una notizia buona ma pure una notizia cattiva. La buona è che Freccero, a costi imposti dalla direzione generale, senza sgualcirsi troppo, avrà in scuderia una star che porta in dote un brand tv storico e almeno il 14% di share. Uno che è in grado -pur sotto l’egida del “contenuto artistico” che gli consente di sforare i tetti/stipendi Rai- di fare servizio pubblico e di alzare il telefono per avvolgere in morbide interviste gli ospiti migliori, in una gamma eterogenea che spazia da Terence Hill a Macron, da Madonna a Orietta Berti. La notizia cattiva è che Freccero dovrà convincere Fabio, affezionato alle vecchie abitudini, ai vecchi format e alla vecchia compagnia di giro (Marzullo il canzoniere lapalissiano, Volo il giovane d’antàn, Nino il funambolo della parola, Pezzali il genio di secondo sguardo), a darsi un creativo colpo di lombi. Soprattutto dovrà fargli evitare, in tempi di crescita zero, debito pubblico e parsimonia, sprechi legati al programma. Esempio: Luciana Littizzato guadagna 800mila euro per i suoi dieci minuti di gag domenicali, in proporzione più di Carlo Conti, e ciò non è elegante. E lo stesso Fazio detiene il 50% di Officina srl, la società che produce ed è titolare del format Che tempo che fa, e percepisce per questo la “quota format originale”. Che poi io mi sono sempre chiesto dove stia l’originalità del format di Fabio: un programma di interviste, uno che parla e altri che rispondono dietro un tavolo o un acquario. E sticavoli. Certo, tutto fatto con professionalità e molte volte con indiscusso spirito di servizio pubblico: per esempio vedi il caso Regeni, o quello dei ragazzini nel pullman di Linate che salvarono i coetanei da un terrorista.  Ma sarebbe interessante capire chi sia quel genio dell’ufficio acquisti, che, da un pertugio di viale Mazzini compra a peso d’oro “format originali” come Che tempo che fa,  o I soliti ignoti (altro programmino che secondo Gianni Ippoliti che già era di proprietà Rai e sarebbe stato riacquistato dagli americani, ma Endemol, onestamente, la pensa in modo diverso ma la ditriba dura da anni). Ma tant’è. Fazio spostato a Raidue è stata una scelta politica miope e assai discutibile, ma è pure un valore aggiunto per la sua nuova Rete...