Complimenti per la trasmissione

"Ora o mai più", sotto la tristezza niente di nuovo

Francesco Specchia

Il momento più impietoso, un’incauta fibrillazione emotiva, si è avuto quando Donatella Milani -ex talent girl sanremese con sorriso e giacche troppo larghe già nel 1983- dopo aver raccontato il suo problema alle corde vocali di anni prima, ha voluto riprovarci; e ha attaccato con “Volevo dirti”, una della mie hit da ragazzino, davanti ai giudici. Superata la cinquantina, Donatella s’è arrampicata come poteva su quella canzoncina e poi è stata –come dire- strapazzata  da Fausto Leali. In quel mentre una saetta di tristezza le ha attraversato lo sguardo. Non solo il suo. Perché anche gli occhi degli altri giudici di “Ora o mai più”  (Raiuno, venerdì, prime time) mi sono apparsi come immersi in una liquida malinconia. Giudici -qui chiamati “maestri” per distinguerli da X Factor- che parevamo quasi issati sullo stesso piano dei concorrenti, ossia un manipolo di meteore della musica leggera a cui la Rai qui ha voluto dare una “seconda chance”. Sicché da un lato c’erano i giudicati, gente anche brava tipo Alessandro Canino, Di Cataldo, i mitici Jalisse, Veleria Rossi. Dall’altro, svettavano i giudici, appunto: Patty Pravo che se la godeva a distribuire voti bassi almeno quanto Orietta Berti ad alzarli in nome di un’ancestrale solidarietà fra vecchie glorie; e Zarrillo ricordato perennemente per la sua L’elefante e la farfalla; e Marcella Bella, e  Loredana Bertè con le sue ciocche blu,  e Red Canzian,  Masini, e Leali: tutti ricordi fattisi carne del nostra storia canzonettara. Nel mezzo il solito, ennesimo tentativo di solleticare la nostalgia del solito, sicuro, blindatissimo, pubblico over 50: cantanti ex famosi ripescati dall’oblio di drammi personali, il duetto col loro “mentore” televisivo, la voglia di riscatto (che qui sembra quasi più dei giudici stessi). Estenuato mix tra Meteore, Tale e quale e I migliori anni, Ora o mai più trova una sua dignità solo  nella conduzione di Amadeus e nel rispetto dei nostri grandi del passato. Punto. Per il resto sembra di entrare in un dimenticato film di Eugenio Cappuccio “Se sei così ti dico sì” con Emilio Solfrizzi nei panni del vecchio cantante recuperato ad uso media. Un film  talmente triste che non sono mai riuscito a vedere fino in fondo…