Complimenti per la trasmissione
Riotta, Mentana e quello strano concetto di "rispetto" del cronista
Avrei voluto dedicare questo pezzo alla rara tenacia di Gianni Riotta -Johnny La Gaffe- nel realizzare figure di palta in tv. Avrei voluto evocare l’imbarazzo della brava Serena Bordone quando, ad Agorà (Raitre), cercava di trattenere la furia cieca di Johnny contro il docente Antonio Maria Rinaldi, reo d’aver mal citato l’art.1 della Costituzione (Rinaldi:«la sovranità appartiene al popolo»; Riotta: «Io sapevo che riguardava la Repubblica fondata sul lavoro. Studenti non ripetete un errore simile», Bordone: «Emh, Gianni, veramente è il secondo comma...»). E, preso da sindrome di Stendhal per la bellezza circolare delle gaffes di Riotta, avrei ripensato alla mitica «Contea di Duvall», ameno luogo dell’Ohio dove Johnny, l’esperto di flussi elettorali, aveva individuato il punto di caduta di Trump alle elezioni Usa (Trump vinse anche nella contea di Duvual). Avrei potuto immergermi nell’ego di Riotta. Che è talmente immenso da poterlo narrare a tranche ai miei figli, prima di addormentarsi. Ma poi m’è scivolato sotto il naso un frammento della solita Maratona Mentana sulle consultazioni, metadone informativo che Chicco usa inocularsi tra un TgLa7 e l’altro. Ed ecco che nel piattume delle cronache emerge il collega Paolo Celata che si intrattiene in un dialogo off record con Rocco Casalino, ex Grande Fratello, responsabile comunicazione 5 Stelle. Casalino parla, poi si stoppa, e rivolto a Celata gli chiede se la telecamera sia accesa. Celata nega (ma il collegamento con lo studio c’è davvero). A quel punto Mentana riprende la linea dicendo: «Togliete il collegamento, non è corretto, non abbiamo bisogno di questi mezzucci...». Ecco. In quel momento ho deciso che invece di parlare della vanità ipertrofica di un cronista, urgeva sottolineare il piccolo gesto d’educazione di un altro collega. Non che Mentana non sia narciso, anzi. Ma quel piccolo atto me ne ha ricordato un altro: Domenico Iannacone che a Presadiretta, nel 2012, allontanò la telecamera davanti alle lacrime di una donna che riceveva in diretta la lettera del marito dal carcere. Il rispetto. Averne per gli altri dovrebbe essere il minino sindacale per questo mestiere…