Complimenti per la trasmissione

Il Grande Match di Insinna con l'acqua minerale

Francesco Specchia

Flavio Insinna accarezza la telecamera, dialoga in modo teatrale con la sua partner frizzante, è incisivo, è simpatico, modula i toni alla Vittorio Gassman, sa di quel che parla. E’ bravissimo. Da solo, nello spot dell’acqua minerale. Ma lo è molto molto meno ne Il Grande Match (Raiuno, seconda serata). Il Grande Match sarebbe il commento degli Europei da parte di Insinna, ben 27 partite acquisite dalla Rai per un totalizzante appuntamento calcistico. Mi ricorda il giorno in cui Gianni Riotta prese la direzione del Sole24Ore dichiarando, vantandosene, di non saper un tubo di economia (durò pochissimo, ma fece molti danni). Insinna, in maniche bianche e logorrea invincibile, nulla sa di pallone; lo dice orgoglioso e pretende pure che i suoi ospiti, a cominciare da Sacchi e Balzaretti a Zazzeroni, non solo lo comprendano, ma gli facciano strappare l’applauso. Per non dire degli altri risucchiati dal mulinello del nulla: Schillaci, Delvecchio, Marchisio trattati da Flavione come passanti casuali mentre il maestro Nigro, l’uomo del pianoforte, fa suonare l’orchestrina da balera. E già stato detto, ma lo confermo: non si possono trattare le sacre eucarestie del pallone come gli ospiti dei pacchi di Affari tuoi. Il Grande Match è tempi dilatati, canzoni sghembe, musica in eccesso con “offerte di canzoni rifiutate o accettate”, scontri di opinioni che cozzando producono vapore acqueo, conduzione “recitata” del nostro estratta di peso dal preserale della rete ammiraglia, la banalità usata come cifra stilistica. Tutto questo rende l’esperimento dell’intrattenimento sul calcio, né davvero intrattenimento né davvero calcio. Lo trasforma semplicemente nell’allegoria di una festa sportiva. Certo, mi si può ribattere: fa ascolti. Ok. Ma sfido chiunque ad individuare una trasmissione-cannibale di un grande evento sportivo o di cronaca che non faccia ascolti (dai Mondiali al caso Yara). Scrive il collega Domenico Naso sul Fatto Quotidiano: “troppa quantità, troppa poca qualità. Un piano bar accelerato e ansioso che fagocita tutto, ad minchiam (per citare il compianto Franco Scoglio), senza senso alcuno. Per non parlare, poi, del pippotto patriottardo di Insinna sui tricolori appesi ai balconi in attesa dell’esordio della Nazionale”. Sottoscrivo. E mi congratulo. Con la bottiglia dell’acqua minerale, l’unica, di 'sti tempi, in grado di calmierare il talento del nostro (aridatece Affari tuoi..).