Penelope

Il giorno nero della Taverna

Brunella Bolloli

Il problema è che l'ultimo messaggio che campeggia sul suo profilo Facebook è un attacco all'azzurra Mara Carfagna sulla questione dei migranti. Paola Taverna, pasionaria grillina proveniente dalla borgata romana, donna dal turpiloquio facile ("io a quello je sputo", disse di Silvio Berlusconi suo collega a Palazzo Madama) e dalle sfuriate epocali, non ha avuto neppure il buon senso di stare zitta nel giorno in cui il tribunale rigettava il ricorso con cui sua mamma, l'80enne Graziella, chiedeva di rimanere nella casa popolare del Quarticciolo dove vive dal '94. Paola ha pensato bene di attaccare l'avversaria di Forza Italia, mentre invece avrebbe solo dovuto chiedere scusa per una situazione, oggettivamente, imbarazzante. Taverna avrà pure umili origini, ma dal 2013 è senatrice della Repubblica, si è rifatta il look e anche il portafoglio, ha uno staff che paga, per cui all'abitazione di mammà può tranquillamente pensarci lei, senza usufruire di un alloggio popolare che, magari, può andare a famiglie molto meno abbienti. E invece no. Voleva averla vinta lei. La vicenda era già esplosa nel momento in cui la sindaca di Roma, Virginia Raggi, in nome della legalità e del rispetto delle graduatorie, aveva annunciato un giro di vite sugli inquilini dell'Ater. Tra loro anche la signora Graziella, la quale ha deciso non di lasciare l'abitazione al centro del contendere, bensì di fare ricorso per potere evitare lo sfratto. Errore, visto che ora l'imbarazzo è doppio, non solo per la Taverna, ma anche per il Movimento Cinquestelle di governo e di reddito di cittadinanza. Insomma, l'idea è che la senatrice dura e pura non abbia pensato che forse era meglio evitare di arrivare a questo punto, ma fare un bel gesto prima. Adesso, invece, è costretta a difendersi, a minacciare querele contro chiunque osi attaccare i suoi