Nuovo opera a Londra

Olimpiadi di Parigi, la capra di Banksy affonda il coltello nella piaga

Nicoletta Orlandi Posti

Banksy torna a tuonare contro il mondo contemporaneo. Con un post su Instagram, il social usato dallo street artist per rivendicare i suoi blitz notturni, ha recentemente svelato una nuova opera a Londra, situata nei pressi di Kew Bridge. "The Goat" (capra in inglese, anche se in realtà l'animale sembra più uno stambecco), raffigura l'animale in equilibrio precario sulla sporgenza di un edificio, con alcune pietre che cadono verso il basso. La scena è osservata da una telecamera di sicurezza, che sembra essere stata orientata appositamente per riprendere l'azione​​. Poiché la didascalia scelta da Banksy per accompagnare l'immagine è "day 1" potrebbe trattarsi dell'inizio di una nuova serie di opere​ probabilmente a tema ambientalista visto che sempre a Londra, a marzo, era comparso un altro murales, in un angolo di un giardinetto su Hornsey Road, a Finsbury Park. In quel caso, si trattava di una colata di vernice verde spruzzata su un muro bianco che, se vista frontalmente, diventa il folto fogliame di un albero di ciliegio lasciato completamente spoglio dopo una pesante potatura. Nell'opera è raffigurata anche una figura a grandezza naturale con un polverizzatore spray a pressione tra le mani, simile a quelli usati per il giardinaggio.

 

Le interpretazioni sulla "capra" di Banksy variano. Alcuni suggeriscono che possa trattarsi di una critica alla crisi ambientale, un tema caro all'artista. Nell’opera l’animale sembra essere sul punto di cadere e alcune pietre già ruzzolano verso il basso. Secondo vari commenti su Instagram, l’opera potrebbe riguardare il modo in cui abbiamo rovinato l’ambiente, al punto che gli animali non sanno più dove andare. Altri notano che "GOAT" è un acronimo per "Greatest Of All Time" nel linguaggio sportivo, il che potrebbe collegare l'opera alle Olimpiadi di Parigi in corso che, tra uno scandalo e l’altro, saranno ricordate anche come le più calde di sempre, a causa del cambiamento climatico provocato dall’inquinamento. Dal punto di vista stilistico, secondo il critico Stefano Antonelli curatore di molte mostre dedicate allo street artist, Basky è tornato alle origini riproponendo il suo stile più classico, quello dei primi anni Duemila, lo stencil monocromo.

 

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