Il parere

Gli americani nel calcio? Un disastro

Luciano Moggi

È ormai alle spalle la dieci giorni di Nazionale. È bastata la sconfitta con la Francia, che ci ha fatto perdere il primo posto nel girone di Nations League, per far cambiare parere a tanti sul lavoro di Spalletti. Da parte nostra abbiamo sempre usato cautela nei giudizi perché non ci sono più i piedi buoni di una volta. Non c’è dubbio che la Nazionale abbia fatto progressi rispetto a quella di Mancini, ma solo perché Mancini mandava in campo giovani che non erano titolari neanche nelle proprie squadre. Spalletti invece bada più al sodo, cerca di formare una Nazionale più esperta e soprattutto manda in campo i giocatori più in forma del campionato, indipendentemente dalla squadra di provenienza e dalla carta di identità. Insomma, i paragoni non possono esistere.

Nel 2006 c’era voglia di fare calcio valorizzando i giovani, che imparavano dagli stranieri, importati e di prima categoria, mentre adesso i giovani giocano vicino a stranieri che vengono ad imparare da noi e quindi non sono in grado di insegnare ad altri. Nella finale mondiale di Berlino trionfava la scuola Juventus: sei erano i nazionali bianconeri che si battevano contro la Francia, dove tra l’altro giocavano altri quattro juventini, Trezeguez, Thuram, Vieira e Zidane. Il calcio è pieno di illogicità, nella testa dei tifosi ma anche dei dirigenti preposti al comando. Ad esempio c’è chi nella Roma del passato campionato ha deciso di cacciare José Mourinho e di sostituirlo con Daniele De Rossi, autore tra l’altro di un finale di stagione entusiasmante, tanto da essere confermato in panchina. Quest’anno gli è stata messa a disposizione una squadra tecnica, votata a giocare a zona, salvo poi venire esonerato dopo appena quattro giornate senza alcuna logica.

Al posto di De Rossi è stato preso Ivan Juric, un maestro nelle marcature a tutto campo che è l’esatto contrario del gioco praticato dal suo predecessore. Ma è ancora più comico quanto accaduto a Genova: il Grifone ha venduto all’Atalanta Retegui, che è l’attuale capocannoniere del campionato; ha venduto Martinez, il futuro portiere titolare dell’Inter; ha venduto Gudmundsson, tra i migliori attaccanti del nostro campionato. Insomma il Genoa si è privato delle sue qualità e ha poi esonerato Alberto Gilardino, incolpevole di tanto misfatto. Visto che le proprietà di Roma e Genoa sono americane, c’è da augurarsi che non siano venute ad insegnarci il calcio. Si potrebbe anche pensare che il calcio sia una corsa a chi ne combina di più, anche perché c’è Furlani del Milan che compra i giocatori con gli algoritmi... E c’è ancora chi tra i media un tempo avversaria la Juventus per partito preso, perché vinceva troppo e adesso magari reclamizza maglie e pantaloncini bianconeri. Meglio allora soffermarci sulla prossima giornata di campionato, con due partite che tengono banco: Milan-Juventus e Napoli-Roma. A San Siro, viste le tante assenze in casa bianconera, si potrebbe dare favorito il Milan, anche se un pari non è da scartare, considerando che i bianconeri a Milano tendono a fare sempre bella figura. La stessa cosa potrebbe dirsi dello scontro del Maradona dove la Roma, nonostante sia in grande crisi e abbia scarsa autostima, potrebbe strappare un pari, senza però ovviamente scartare la vittoria per la squadra di Conte. Sugli altri campi la Fiorentina di Palladino giocherà a Como cercando di mantenere la terza posizione in classifica: ne ha tutte le possibilità. Così come l’Atalanta giocherà a Parma per il secondo posto. In Lazio-Bologna un pari sembra il risultato più probabile, mentre l’Inter è nettamente favorita a Verona.