Clima

Eco vandali di Ultima Generazione: il fine giustifica i mezzi? Ma i mezzi ledono il fine

Iris Devigili Cattoni

Li chiamano eco attivisti, eco ribelli, eco vandali. Io li chiamerei eco incoscienti. In nome della tutela dell’ambiente, agiscono ledendo la causa stessa per la quale protestano. Una sorta di paradosso machiavellico, per cui il fine giustifica i mezzi, ma i mezzi ledono il fine. Diamo qualche numero: dal 2022 ad oggi, il movimento a sfondo ambientalista Ultima Generazione ha fatto in Italia una trentina di azioni di protesta. Circa 12 blocchi stradali, 8 edifici storici imbrattati, 4 fontane sporcate con il carbone vegetale ed altre attività lesive del patrimonio culturale.

I blocchi stradali sono partiti da nord; prima al Monte Bianco, poi a Venezia, Milano, Verona, Padova, Firenze e più di recente si sono concentrati sulla capitale. Blocco stradale significa, a tutti gli effetti, ledere la libertà di movimento delle persone, che si trovano la strada sbarrata da ragazzi seduti o sdraiati a terra che esibiscono cartelli di protesta contro l’uso dei combustibili fossili. Per altro, a mio avviso, un’azione senza senso, perché si riversa su terzi che subiscono danno, senza avere alcun potere di azione a favore della causa promossa dagli attivisti.

In altre occasioni le azioni dei manifestanti hanno preso di mira edifici storici di Milano, Firenze, Roma; emblemi del patrimonio storico culturale italiano violati con vernici colorate che hanno rischiato di rovinarli irrimediabilmente. Gesti da incoscienti che, pur utilizzando vernici a loro dire innocue, non hanno realmente considerato che potessero creare dei danni permanenti. Nel caso del monumento dedicato a Vittorio Emanuele II in piazza Duomo a Milano, non si è riusciti a togliere la vernice e si è dovuta ricercare un’azienda specializzata in grado di farlo.

Se la sono presa anche con le fontane storiche della capitale e non solo, sporcate con carbone vegetale; solo la Fontana di Trevi, svuotata e riempita nuovamente, ha richiesto l’utilizzo di 300.000 litri d’acqua per essere riportata allo stato originario.

E quando agli attivisti si fanno notare questi numeri, la risposta qual è? Con tutta l’acqua che si spreca, i litri usati per pulire sono poca cosa. Tale replica si commenta da sola.

Le manifestazioni di dissenso sono normali, consentite e dovute quando si sente la necessità di puntare l’occhio di bue su di una questione che si ritiene meritevole di maggior attenzione. Cosa diversa sono le modalità. Io ritengo che tutto ciò che in qualche misura implica violenza, limitazione della libertà personale o lesione del patrimonio culturale di un Paese, non sia accettabile.

Ebbene, il fine degli eco attivisti può essere buono, le modalità a mio avviso non lo sono affatto, anzi rischiano addirittura di essere un minus. Dello stesso avviso è anche il cancelliere tedesco Scholz che ha osservato come, di tutte le azioni di protesta degli ultimi decenni, quelle di Ultima Generazione sono probabilmente quelle che hanno avuto minor effetto, tranne per il fatto che tutti ne sono irritati - ricordo che Scholz è in coalizione con i Verdi in Germania.

Ovviamente tali azioni hanno delle conseguenze; sono iniziati i processi, il Consiglio dei ministri ha dato via libera al disegno di legge volto a punire chi deturpa i beni culturali con multe che arrivano fino ai 60 mila euro e che prevedono sanzioni penali se i danni sono più gravi. Già ora sul sito web di Ultima Generazione viene fatta raccolta fondi per le spese legali e immagino che A22, il network mondiale cui hanno aderito, li sostenga anche su questo fronte. Vedremo se le sanzioni penali saranno utili a mitigare i loro interventi dannosi. L’ultimo blitz davanti al Senato sembra dettare una nuova linea meno rischiosa dal punto di vista legale, giacché gli attivisti hanno sporcato di fango se stessi, anziché Palazzo Madama. Vedremo come agiranno in futuro. Di certo sarebbe apprezzabile un approccio propositivo, anziché di solo disturbo.