Corte suprema
Joe Biden e il golpetto democratico: "rovesciare" Trump e Barrett, il sogno "alla Maduro"
Battendo anche il record del tempo necessario al presidente in carica e al Senato per nominare e far approvare un giudice della Corte Suprema quando si crea un vuoto (decesso o dimissioni volontarie, trattandosi di carica a vita), Amy Coney Barrett e’ diventata la nona giudice della Corte Suprema. Ruth Bader Ginsburg, nominata da Bill Clinton nel 1993, e’ morta il 18 settembre 2020, e ieri 26 ottobre e’ stata rimpiazzata. Trump, Mitch McConnell, il capo dei 53 senatori del GOP che controllano il senato, e la maggioranza assoluta di 52 senatori su 100 che hanno votato si’, hanno realizzato un vero exploit. Soltanto Susan Collins, la moderata senatrice che punta ad essere rieletta il 3 novembre in Maine, uno stato in prevalenza Democratico, ha votato tatticamente contro insieme alla minoranza dei 47 senatori Democratici.
Per il partito di Biden, che aveva gia’ subito da Trump due nomine precedenti di giudici supremi conservatori, Neil Gorsuch e Brett Kavanaugh, e’ bruciante lo smacco di vedere l’ultraliberal Ginsburg (87 anni) sostituita da una mamma (48 anni) di sette figli, cattolica osservante, ex docente e poi giudice di corte d’appello, sempre a difesa dell’originalismo nella sua carriera giudiziaria. Che cosa significhi essere un giudice “originalista” che applica la costituzione e non fa attivismo politico vestendo la toga, l’avevo spiegato nel mio libro “Il Guerriero Solitario -Trump e la Mission Impossible”, in un capitolo intitolato “Tutti i giudici del presidente”. Avevo sottolineato che il presidente aveva mantenuto la promessa di nominare solo giudici di questa scuola, quando si fosse presentata la chance: erano gia’ circa 200, di cui due per la Corte Suprema, quando il libro e’ andato in vendita in agosto; adesso sono 215, e con un giudice supremo in piu’. E cio’ porta a 6 contro 3 la maggioranza di segno conservatore.
“L’originalismo sostiene che la Costituzione deve essere interpretata in accordo con ciò che le parole del documento intendevano significare nel momento in cui erano state scritte e approvate dai Padri Fondatori. Il testualismo afferma che i giudici devono far rispettare i testi delle leggi il più possibile come sono materialmente scritti, respingendo le interpretazioni”. E’ una filosofia opposta a quella “ adottata dai giudici attivisti, che rivendicano il diritto di adattare le norme costituzionali all’evoluzione della società. E che, come conseguenza, tendono ad ampliare il peso dell’amministrazione”. In pratica, l’idea che piace alla sinistra e’ quella di trasformare il sistema giudiziario in una “superlegislatura” di giudici a vita che non rispondono direttamente agli elettori ma che riescono, con i loro verdetti, a far passare norme, come fu quella del 1973 (Roe versus Wade) che legalizzo’ il diritto all’aborto. A quel tempo, il Congresso non aveva di certo i numeri per approvare una legge che non godeva della maggioranza tra i cittadini.
Biden e i Democratici in Congresso sono sotto choc per il ribaltone giudiziario subito nei 4 anni di Trump. Ma non si rassegnano a rispettare le regole costituzionali che hanno determinato (con il concorso della natura) i ricambi recenti dei giudici: il presidente ha il dovere di nominare i giudici quando si crea un buco, e il Senato ha il dovere di valutare i nominati e dare o negare il consenso. Nel passato, il presidente DEM Franklin Delano Roosevelt si era trovato di fronte una Corte Suprema che non accettava supinamente tutti i suoi decreti del New Deal contro la depressione economica, e cerco’ di trasformare il tradizionale collegio di nove giudici portandolo a 15, inserendone sei di nomina sua. FDR dovette rinunciare per l’opposizione dei giudici e della opinione pubblica, che vide l’ampliamento della Corte per quello che era, una arrogante, e incostituzionale, manovra di potere. E’ quella che, non a caso, e’ riuscita a Maduro nel Venezuela comunista. Biden, per tentare di fare il “Maduro” ha bisogno della maggioranza Democratica in entrambi i rami del Congresso. L’intenzione, gia’ espressa dalla sinistra DEM apertamente, e’ segno di frustrazione dopo la vittoria di Trump con la Barrett. Se si trasforma in reale obiettivo politico con Biden presidente diventa una sfida alle regole della democrazia americana di inusuale gravita’.