Simbolo di tenacia e abbandono dello Stato
Lo strano caso di Piera Maggio, Denise e le lacrime del mondo
Nella storia della televisione italiana non c’è stata mai nessuna osmosi più tenace nessun legame più stretto, nessun ossessione più invincibile di quelle che pervadono Milo Infante e il caso di Denise Pipitone.
Da diciotto anni, con tigna direi eroica, Infante crede, come Piera Maggio la madre della bimba scomparsa il 1 dicembre 2004 a Mazara del Vallo, che “Denise è viva”. Più volte ha riaperto il caso, nonostante la disattenzione della politica, l’inerzia degl’inquirenti e la caduta prematura di un governo che ha contribuito a smontare un’apposita Commissione parlamentare su Denise. Che, nel tempo si è trasformata da mistero da cronaca nera in spettro vagolante nella coscienza collettiva, e tra i taccuini dei cronisti alla ricerca di una verità scomoda. Anni fa con l’Italia sul 2, ora con Ore 14 Infante ha riacceso sempre l'interesse quando avvertiva che nadava scemando nell'opinione pubblica; e, così facendo, ha scatenato tra i programmi di genere una narrazione quasi omerica dei fatti.
Ultimamente sta percorrendo la cosiddetta “pista valtellinese” secondo la quale Denise col suo accento e la sua cicatrice sul volto potrebbe essere tal Danas figlia di una tale Shakira emersa da un’enclave kosovara della Valtellina. Ipotesi affascinante, forse velleitaria, ma sicuramente da percorrere. Inoltre, Infante ha mandato in onda una vecchia intervista al giudice Alberto Di Pisa, ex “Corvo di Palermo” che dava alla Maggio della poco di buono ventilandone attività criminose, basandosi su chissà quali documenti passatigli da chissà quale manina. Denise Pipitone è diventata un simbolo, un incitamento a non mollare e, al tempo stesso, un vorace pasto da fornire alla cronaca. Dal Quarto grado di Gigi Nuzzi al Chi l’ha visto della Sciarelli , dalle Storie italiane di Eleonora Daniele a La vita in diretta di Alberto Matano, fino a Verissimo che ha ospitato un’intervista intima e imprevedibilmente commossa alla Maggio fatta da Silvia Toffanin: ogni testata, ogni tv ha raccontato la scomparsa di Denise come la scomparsa delle pietas di una nazione. Vittorio Feltri, nel suo profilo twitter, se n’è occupato nuotando come al solito controcorrente: “La vicenda della piccola Pititone è talmente intricata che ci ha rotto le balle”. Ma, conoscendolo, la pensa esattamente il contrario.
L’altro giorno su Raidue e RaiPlay, nel vis-à –vis con Infante è comparsa con la sua bella faccia carezzata dal tempo e dalle lacrime proprio Piera Maggio. Era la prima volta che entrava negli studi milanesi di Ore 14. L’occasione era presentare il libro Denise con tutte le mie forze (Piemme). Ma l’intervista con Milo, dato il carico emotivo tra i due, era quasi imbarazzata. Dopo aver evocati drammi, misteri, calunnie, attacchi alla sua persona ( è stata accusata di prostituzione, di possesso di droga, di delinquenza varie in un'escalation odioso e innaturale) a parlare della figlia, lo sguardo di Piera si è quasi spento nel ricordo della disperazione. Dev’esser durissima, per una madre.
Poi Milo ha svelato la notizia che Piera sarebbe diventata nonna, dall’altro figlio Kevin. La giostra della vita che riprende a girare, nel vagito di una bambina. Senza essere melodrammatici: nello studio è arrivata una vampata d'emozione, è esploso un applauso e sono fioccati abbracci, sorrisi e affetto de parte degli astanti, giovanissimi compresi, e per una persona che nessuno, lì dentro, aveva mai incontrato prima. Si chiama empatia collettiva. Se Denise fa ancora quest’effetto per chi non l’ha mai conosciuta, perfino in chi non c’era, be’, forse val la pena continuare la battaglia….