Telebestiario
Alessandro Meluzzi, il no-vax dei mille volti
Se c’è una validazione empirica del concetto di evoluzione (o involuzione) della specie, questo è racchiuso, darwinianamente, nelle apparizioni tv –passate dal gigionesco al mistico- del professor Alessandro Meluzzi alternatesi negli ultimi dieci anni.
L’avevo lasciato nelle dirette dell’Italia sul 2 in Rai che somigliava a un gagà, a un Clark Gable con una laurea in neurologia, vestito elegante da criminologo dei telefilm americani; e l’ho ritrovato a Mediaset -da Zona bianca a Controcorrente da Diritto e rovescio a Stasera italia- ingolfato in gilè e giacche di lana lisa, con un barbone selvaggio da arcivescovo ortodosso e la voce cavernosa da seguace della setta di Qanon. Poi leggo su Wikipedia che Meluzzi è davvero propugnatore delle teorie cospiratorie di Qanon i cui fans erano quelli che, in era Trump, seminudi pittati e con le corna, assaltarono il Campidoglio. E scopro pure che il prof è davvero primate ortodosso di una chiesa non meglio identificata: officia messe sotto il nome di Alessandro I° ed è chiamato dai seguaci “Sua Beatitudine”. E già questo renderebbe qualsiasi tentativo di suo ritratto una pallida rappresentazione della realtà. Eppure Alessandro Meluzzi, classe ’55, padano di Torino – solo per caso nato a Napoli- merita un approfondito esame. L’indagine nella sua psiche di ha un che di affascinante. In una mitica intervista a Luca Telese, infatti, il professore stilò l’elenco delle sue innumerevoli conversioni: militante extraparlamentare e comunistissimo nel ’68, socialista craxiano, berlusconiano, antiberlusconianio, cossighiano, mastelliano, massone (mentre, al contempo, voleva essere diacono cattolico: la Curia romana gli disse che non era il caso…), antimassone e finalmente diacono cattolico, infine primate ortodosso, appunto. Aldo Grasso lo paragonava a Zelig: l’uomo che si identifica con lo sfondo. A Meluzzi manca solo la frequentazione di Draghi o Grillo, sennò –a detta di quanto predica in tv- sarebbe già iscritto al Bilderberg o già diventato un prof di diritto senza barba con pochette e ambizioni scintillanti.
Meluzzi è persona di prosa affabulante e di indubbia intelligenza. Ed è talmente coerente con le proprie idee No Vax, cospirazioniste e ultracristiane da credere lui stesso in teorie che probabilmente, a forza di ripeterle in tv, si auto-avverano. Ultimamente il nostro arcivescovo di Bisanzio ne ha imperlate di tutti i gusti. Ha esposto a Contro corrente su Rete 4 la sua sulla questione microchip sanitario sotto pelle che ha il compito di controllare gli individui, un atto occulto che i governi si apprestano a compiere. Ha affermato a Radio radio in riferimento all'ivermectina, farmaco alternativo secondo lui al vaccino che “si può trovare in una comune farmacia dove si acquista con la prescrizione”: una puttanata micidiale smentita da un incazzato Giuseppe Brindisi (di solito educatissimo), “Questo prodotto, che serve per la scabbia e altri parassiti, non è ancora in vendita. Lo sarà a novembre. L’amministratore delegato della casa farmaceutica che lo produce, dice che è vietata la vendita al pubblico”. Ha confutato a Zona bianca la cifra del 97% di efficacia del vaccino, ma secondo studi olandesi e dell’ISS italiano la cifre è quella, e in terapia intensiva 97 volte su 100, ci finisce un non vaccinato come lui. Inoltre Meluzzi mostra una particolare affezione per l’idrossiclorochina, altra alternativa al mefitico vaccino. E, infine in pubblico Meluzzi si è prodotto in una dichiarazione che richiama un romanzo di fantascienza: “Buona parte di quelli che si sono vaccinati - da una certa sfera in avanti, hanno fatto falsi vaccini. Ve lo certifico perché lo hanno proposto anche a me. Sapete qual è stata la mia risposta che mi ha fatto passare definitivamente per pazzo? Perché non voglio sporcare il mio karma. Ed è l’unica cosa che oggi mi dà il coraggio di essere ancora qui a lottare e non di essere nascosto in una cantina come un sorcio”. Naturalmente i sorci non fanno la spia, e Meluzzi si è tenuto in gola i vaccini falsi, senza denunciarli alla Procura.
Per queste sue solide convinzioni, Meluzzi è stato sospeso dall’Ordine dei medici di Torino (non radiato, come diffondono falsamente i suoi followers su twitter) perché, appunto, banalmente, non si è vaccinato contro il Covid. Con coerenza –dice lui- come un Socrate contesta il verdetto, epperò lo accetta. Anche perché i suoi solidi contratti televisivi gli consentono altre vite, altre sfide, altre magiche trasformazioni…