Cosa insegna il caso Boccia

Sincerità sulla Boccia, vi prego

Ci eravamo ripromesse di andare oltre al caso Boccia-Sangiuliano, di non parlare più della "dottoressa" di Pompei che ha cercato di terremotare il governo armata di un telefonino e di un paio di occhiali-spia. Avevamo pensato che, nell'infuriare di notizie molto più serie e importanti, si potesse mettere un punto sull'affaire dell'estate, lo scandalo politico-amoroso che ha costretto uno stimato ministro della Cultura a interrompere il proprio lavoro e forse la propria credibilità di marito. Ma la signora in questione continua con i suoi messaggi che preludono a chissà quali altre rivelazioni e anche ieri Maria Rosaria è stata vista dalle parti di Montecitorio sebbene le sia stato interdetto l'accesso, a seguito dei noti fatti. Poi c'è una notizia nuova e cioè che Gennaro Sangiuliano si è deciso con il suo avvocato a rivolgersi alla procura di Roma, in pratica ha denunciato la 41enne che provava  a ricattarlo per la mancata nomina a consulente ministeriale. Ora, le femministe che nelle scorse settimane hanno preso le difese della Boccia diranno che l'ex ministro si accanisce contro di lei e che non solo non le ha dato il lavoro promesso mentre infuriava la passione, ma da pollo è diventato lupo ed è passato al contrattacco trascinandola pure in tribunale. Diranno che il cattivo è il maschio di potere (Genny è pur sempre un direttore Rai) e Maria Rosaria la povera vittima. Lei, apprezzabile per quanto mi riguarda soltanto per la vena autoironica mostrata nell'infuriare della polemica, come quando, stonata e fuori tempo,  ha cantato "Sincerità" al microfono di quel genio di Dejan Cetnikovic, il Karaoke Reporter di Radio Rock, non è affatto una povera vittima, casomai il contrario. E poi da donna c'è un problema che a certe femministe sfugge: dopo anni e anni di sforzi e impegno per farci apprezzare, considerare e ottenere una parità anche a livello di autorevolezza, il suo comportamento usato con il ministro vanifica tutto, perché rappresenta la conferma di uno stereotipo, purtroppo, duro a morire. E cioè che tutte le donne giovani e bionde sono bugiarde provocatrici e arrampicatrici sociali, pronte a tutto con il proprio corpo pur di ottenere uno strapuntino. Mantidi in cerca del maschio medio da irretire. Ecco, non è così. Teniamolo a mente, per favore.