La mamma uccisa con i figli mentre tentava di scappare dalla guerra
Onoriamo Tatiana, più che l'8 marzo
Mentre si conclude questo altro 8 marzo di celebrazioni, frasi fatte e retorica, macchiato in Italia dall'ennesimo femminicidio di una donna, una sessantenne calabrese trovata senza vita dal figlio, le agenzie ci riportano la storia straziante di Tatiana Perebeynos. Tatiana nelle foto che rimbalzano sui social è bionda, sorridente e piena di vita: in realtà il mondo ha visto il suo cadavere straziato a terra, infagottato in un giaccone per ripararsi dal freddo, accanto i suoi figli adolescenti, Alise e Nikita e un uomo, anche lui morto, con cui stavano scappando. Tatiana è la mamma che i soldati russi non hanno esitato a fucilare come un cane sulla pubblica piazza. Probabilmente non le hanno dato neppure il tempo di dire mezza parola, di spiegare, di chiedere pietà, lasciatemi andare. L'hanno uccisa così. E hanno sterminato la sua famiglia, i suoi amori più grandi, i figli in fuga come lei da Irpin. Il New York ha pubblicato l'immagine dell'orrore e oggi arriva il volto felice di questa operaia ucraina che non era fuggita prima dalla sua città perché si stava occupando di sua madre malata. Che sarà, adesso, dell'anziana genitrice di Tatiana, della nonna dei due ragazzi? Le avranno detto che sono stati ammazzati, che non li vedrà mai più? Che nessuno di loro tornerà a curarla? E' una tragedia nella tragedia quella di Tatiana su cui anche il presidente Zelensky si è pronunciato promettendo di dare la caccia e uccidere <ogni bastardo> responsabile di questo nucleo familiare vittima dell'esercito russo. <Non ci sono parole per descrivere il nostro dolore o per riparare il nostro dolore>, ha detto Mikita Mikado, un investitore nella start-up in cui la donna ucraina era impiegata. <Per noi è fondamentale non lasciare che Tania e i suoi figli Alise e Nikita rimangano solo statistiche. L'esercito russo è criminale e dovrebbe essere fermato>. Ecco, questo 8 marzo sia per questa mamma e i suoi figli trucidati senza pietà, per sua madre malata. Per tutte le donne ammazzate da questa guerra senza senso.