Attenzione
Bara chiusa per Bergoglio? Il rischio simulazioni
Nulla di quanto fa parte della tradizione della Chiesa è a caso. Anche nei rituali più antichi e apparentemente anacronistici c’è sempre una motivazione che conserva una ratio valida ancor oggi.
Allo stesso modo, nulla di quello che fa l’antipapa Francesco per demolire la tradizione della Chiesa è casuale: c’è sempre una motivazione, o di ordine spirituale, nel senso di rovesciare la dottrina o la devozione in senso gnostico, oppure di ordine pratico-strategico.
Abbiamo visto QUI come nell’ultimo libro scritto con il suo vaticanista Javier Martinez Brocal, (già attivo collaboratore di ingenue messinscene propagandistiche come quella del negozio di dischi QUI) Bergoglio attacchi i cardinali italiani e Mons. Gaenswein cercando di screditarli agli occhi dell’opinione pubblica.
Costoro sanno tutto della sede impedita, e basta una loro parola per far saltare il banco.
L’operazione di Bergoglio si è però rivelata un boomerang, dato che anche i giornaloni mainstream non hanno gradito il bullismo verso il mite Monsignore già segretario di papa Benedetto XVI il quale, ovviamente non può replicare a tono al suo superiore. Allo stesso modo non è piaciuta questa rivelazione delle dinamiche del conclave 2005 dato che, anche ammettendo il papa come “legibus solutus”, i cardinali sono certamente vincolati al segreto e non possono rispondere a Francesco.
C’è poi il fuoco di sbarramento delle tv generaliste che continuano a spingere, in modo compulsivo, o la narrativa legittimista, oppure un ridicolo e posticcio dibattito sui “due papi”, secondo il quale o era papa solo Francesco o erano entrambi papi. La terza soluzione, cioè che il papa fosse solo Benedetto, perché impedito, è chirurgicamente evitata o dileggiata come “complottismo”.
Ma una delle cose più interessanti è sfuggita all’analisi degli addetti ai lavori. Ecco cosa scrive Bergoglio in El Sucesor: “Ho disposto di essere vegliato e sepolto con dignità, come per qualsiasi altro cristiano, e non con una salma esposta su cuscini per giorni. Secondo me, il rituale attuale era troppo caricato. Che si faccia una sola veglia e CON IL PAPA GIÀ DENTRO LA BARA, come avviene in tutte le famiglie. Ho parlato con il maestro di cerimonie e abbiamo eliminato questo e molte altre cose. Sto rivedendo il rituale in modo che i Papi siano sepolti come qualsiasi figlio della Chiesa”.
Nessuno si è chiesto il perché di tale provvedimento, ma la risposta è decisamente prevedibile e va ben al di là delle facili giustificazioni pauperistico-demagogiche del Nostro.
Come mai il papa morto è sempre stato esposto alla devozione dei fedeli anche se, a volte, questa esposizione è risultata sgradevole e imbarazzante per via dei naturali processi di decomposizione del corpo?
L’obiettivo di questa operazione è sempre stato quello della massima chiarezza e trasparenza, per far vedere a tutti che “vere papa mortuus est”, cioè che il papa era davvero morto e non era stato rapito, imprigionato, non era scappato o chissà cos’altro. Proprio perché il munus petrino può essere concesso da Dio a un nuovo papa solo se il precedente è regolarmente abdicatario o E’ MORTO. (Infatti sappiamo che Bergoglio non è il papa perché è stato eletto con Benedetto non abdicatario, ma impedito).
Clero e fedeli potevano così constatare la morte del Pontefice e in questo modo non ci sarebbe stato dubbio alcuno sulla legittimità del venturo conclave.
Con il provvedimento di Bergoglio, almeno nelle sue intenzioni, questa chiarezza e trasparenza non ci sarà più.
Considerando anche che le foto del papa defunto prima dell’esposizione pubblica in alcun modo possono essere diffuse, i fedeli non avranno ALCUNA CERTEZZA che Francesco sia VERAMENTE passato “ad altra vita”.
E quindi, chi potrà garantire, tra il pubblico, che in quella cassa ci sia davvero il corpo di Jorge Mario Bergoglio e che sia davvero defunto? Oppure, nel caso di vera morte, chi potrà garantire che il suo corpo venga sepolto davvero in Santa Maria Maggiore, dove, pure, c’è la sua amata icona della Salus Publica Populi Romani? Le tombe dei papi non possono essere aperte, se non in rarissimi casi. Abbiamo già visto come questa antica icona mariana, che si chiamava inizialmente Regina coeli, fosse stata risemantizzata dai Gesuiti gnostici nell’800 con il nome della antica dea Salus, raffigurata, secondo la tipica iconografia della Grande Madre, come una donna che dà da mangiare a un serpente. QUI
Ma se ci fosse stato un cambiamento nei programmi, magari frutto di una trattativa con alcuni cardinali avversari, anche in questa ultima volontà?
Ma quello che è oggettivo è che, nonostante la preparazione del corpo del papa avvenga con l’intervento di diversi incaricati, oggettivamente l’esposizione di una bara chiusa al pubblico offre la possibilità di simulazioni e inganni. Complottismo? Nient’affatto. Da uno che per otto anni è riuscito a farsi passare come il vero papa, e che forse non è mai stato nemmeno validamente un ecclesiastico dato che, come spiega bene il libro - mai smentito dalla Chiesa - di don Fernando Cornet “Habemus antipapam?”, non si è mai riuscito a trovare il suo certificato di diaconato, simulare la propria morte sarebbe un gioco da ragazzi.
Le possibilità di un’ennesima simulazione sono tante: una fuga, contrattata o meno con fazioni avversarie, oppure il seppellimento in un altro luogo rispetto a S. Maria Maggiore, o chissà quale altro colpo di teatro. Del resto, non è una novità: avete visto tutti le ambiguità e i sospetti generati dal frettolosissimo funerale di Bin Laden, gettato in mare senza foto del cadavere, e tutti state assistendo a queste strane manovre che riguardano i Reali inglesi. Re malati, duchesse mandate misteriosamente in vacanza, principesse che spariscono etc. Vi sembra normale?
Non bisogna scartare nessuna ipotesi: l’inganno che abbiamo vissuto in questi dieci anni è talmente surreale che non ci si può stupire più di nulla.
E, ripetiamo, oggettivamente il corpo del papa, o dell’antipapa, chiuso in una cassa non permetterà ai fedeli di verificare la vera morte del papa.