Un proto-codice Ratzinger

La logica profetica di Ratzinger nell’art. 675 del Catechismo: falsa fede in falsa Chiesa

Come nella ricomposizione di un puzzle, oggi è finalmente possibile far quadrare i conti su uno degli articoli più inquietanti del Catechismo, nell’edizione del 1992 supervisionata (se non direttamente scritta) dal cardinale Ratzinger, allora prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.

Vedremo come il passo costituisce un vero “proto-codice Ratzinger”, cioè un testo dove, per via logica, è contenuto un significato chiarissimo e profetico:

675. Prima della venuta di Cristo, la Chiesa deve passare attraverso una prova finale che scuoterà la fede di molti credenti.

La persecuzione che accompagna il suo pellegrinaggio sulla terra svelerà il «mistero di iniquità» sotto la forma di una IMPOSTURA RELIGIOSA che offre agli uomini una soluzione apparente ai loro problemi, al prezzo dell'apostasia dalla verità.

La massima impostura religiosa è quella dell'Anti-Cristo, cioè di uno pseudo-messianismo in cui l'uomo glorifica se stesso al posto di Dio e del suo Messia venuto nella carne.

Il CCC parla, dunque, di “impostura religiosa”.

Ora, tutto ciò che è religioso ha sicuramente una fede, e, nella gran parte dei casi, ha anche un’istituzione, una chiesa deputata. Quindi, l’espressione “impostura religiosa” si può riferire a tre casi possibili:

1) una falsa fede ingannatrice senza un’istituzione che si diffonde subdolamente nella vera Chiesa cattolica;

2) una falsa fede diffusa da una nuova istituzione, cioè da un’altra chiesa diversa da quella Cattolica;

3) una falsa fede diffusa da una falsa Chiesa, cioè da un’istituzione la quale sembra essere la Chiesa cattolica, ma che non lo è più legalmente.

Nel primo caso, quello di una falsa fede anticristica che circola nella vera Chiesa, (tipo la gnosi) questa non potrebbe mai giungere a costituire, per la vera Chiesa, una “prova finale”, in quanto essa, per sua definizione, può essere superata o non superata. E in una vera Chiesa, il vero papa, regolarmente regnante, sarebbe il garante ultimo della fede in quanto assistito dallo Spirito Santo nel magistero straordinario (dove è infallibile) e in quello ordinario. Una falsa fede che circola clandestinamente nella vera Chiesa non potrebbe quindi mai spuntarla al punto tale da portarla a una “prova finale”, addirittura scuotendo la fede dei credenti, i quali guarderebbero, fiduciosi, al Papa.

Nel secondo caso, avremmo invece una nuova istituzione “rivale” dichiarata e distinta dalla Chiesa cattolica: immaginiamo per esempio una scismatica “Chiesa dell’Arcobaleno”, che propone una falsa fede la quale solo in apparenza sembrerebbe cristiana, ma che in realtà è un raggiro anticristico. Tuttavia, possedendo una istituzione diversa e distinta, dichiaratamente estranea a quella cattolica, come potrebbe la Chiesa dell’Arcobaleno costituire una prova finale per la Chiesa cattolica, e scuotere la fede di molti credenti cattolici?

Infatti, da secoli, ci sono una quantità di religioni pseudo cristiane, protestanti, scismatiche, eretiche, sette, movimenti spiritualisti magari anche seducenti che, per quanto possano attrarre fedeli, si raccolgono intorno a nomi e istituzioni ben precise. Anche immaginando una Chiesa dell’Arcobaleno che raccolga enorme successo, questa non potrebbe mai costituire una “prova finale” per la Chiesa cattolica, né scuoterebbe la fede dei credenti: potrebbe al limite comportare una “sfida”; una ”lotta” finale per la Chiesa cattolica, contro una chiesa scismatica rivale, potentissima e seducente, capace, magari, di sedurre e convertire molti credenti, spingendoli ad apostatare, ma certo non li scuoterebbe nella fede, producendo in loro un turbamento, un’ansia, un conflitto interiore.

La Chiesa cattolica, per quanto “salassata” di fedeli non rischierebbe la propria esistenza, né i suoi credenti, rimasti fedeli alla dottrina sarebbero minimamente scossi, devotamente raccolti intorno al legittimo Papa, garante di una fede immutabile.

Ne segue che l’unico  in cui tornano tutti i conti è il terzo caso, che, di fatto raccoglie i primi due: una falsa fede subdolamente circolante da tempo immemore (la gnosi che accompagna la persecuzione della Chiesa) la quale riesce a impossessarsi dell’istituzione ecclesiastica cattolica, snaturandola. Tale falsa fede è riuscita a dotarsi, quindi, di una struttura che SEMBRA essere la Chiesa cattolica, ma che non lo è più, perché rimasta senza il suo garante finale, il papa.

Infatti, visto che “Ubi Petrus, ibi Ecclesia”, la Chiesa è dove sta Pietro, cioè il legittimo Papa, tale falsa fede, per falsificare la vera Chiesa, si deve essere per forza impadronita del papato, con la rimozione del vero papa e un’elezione illegittima che ha nominato un antipapa.

 

 

E’ questa l’unica “prova finale” che può porre a serio rischio la sopravvivenza della Chiesa, dato che, se non dovesse essere scoperta l’usurpazione, proseguirebbe la linea antipapale, estinguendo per sempre la Chiesa canonica visibile. Solo l’usurpazione del papato, con un falso papa che non è più garante della fede, ma il propalatore della falsa fede di cui sopra, può scuotere la fede di molti credenti che cadono, così, in un’angosciosa dissonanza cognitiva: non capiscono come il Papa possa dire e fare cose contro la fede di cui dovrebbe essere garante. I fedeli, raggirati, scossi, turbati, vanno in totale confusione.

Ad ulteriore conferma, l’usurpazione del Papato può avvenire solo con una SEDE IMPEDITA del precedente papa, dato che se questi fosse morto, o regolarmente abdicatario, il conclave sarebbe legittimo e non vi sarebbe usurpazione.  

Quindi, l’unica “prova finale per la Chiesa che scuoterà la fede dei credenti” non può essere altro che l’usurpazione del papato da parte di un individuo gnostico/modernista, ai danni di un vero papa che non è morto e non è abdicatario e quindi non può che essere impedito (non vi sono altre possibilità canoniche).

Esattamente quello che è successo. Ma, tanto per chiudere il cerchio, ricordiamo cosa disse Mons. Gaenswein nel 2016: «Benedetto XVI fu eletto dopo solo quattro scrutini a seguito di una drammatica lotta tra il cosiddetto “Partito del sale della terra” (“Salt of Earth Party”) intorno ai cardinali López Trujíllo, Ruini, Herranz, Rouco Varela o Medina e il cosiddetto “Gruppo di San Gallo” intorno ai cardinali Danneels, Martini, Silvestrini o Murphy-O’Connor; gruppo che, di recente, lo stesso cardinal Danneels di Bruxelles in modo divertito ha definito come una specie di mafia-club. L’elezione era certamente l’esito anche di uno scontro, la cui chiave quasi aveva fornito lo stesso Ratzinger da cardinale decano, nella storica omelia del 18 aprile 2005 in San Pietro; e precisamente lì dove a “una dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie” (Mafia) aveva contrapposto un’altra misura: “il Figlio di Dio e vero uomo” come “la misura del vero umanesimo”, (Sale della terra)».

Mons. Gaenswein cita il libro del cardinale Danneels che, l’anno prima, definiva esplicitamente come Bergoglio fosse il candidato della Mafia di San Gallo.

Ora, se, come abbiamo letto, per l’art. 675 “La massima impostura religiosa è quella dell'Anti-Cristo, cioè di uno pseudo-messianismo in cui l'uomo glorifica se stesso al posto di Dio e del suo Messia venuto nella carne” e il partito di Bergoglio era secondo Gaenswein/Ratzinger quello della “dittatura del relativismo che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie”, fate un po’ voi.

Certo è che nel 1992 il cardinale Ratzinger aveva preannunciato in modo logicamente adamantino quello che sarebbe successo nel 2013.

E questo fa di lui non solo uno dei più grandi papi della storia, non solo un santo, ma probabilmente anche l’ultimo profeta della Cristianità.