Il mondo alla rovescia
Abusi: archiviazione per Ratzinger. Video su ZDF: Bergoglio difese il pedofilo Grassi
Parlare contro la pedofilia nella Chiesa è il sistema più facile per raccogliere consensi, ma alle parole devono corrispondere i fatti, altrimenti è PURA DEMAGOGIA.
Ratzinger è stato, sia da cardinale che da papa, il vero MARTELLO dei preti pedofili, tanto da farne spretare circa 400. Questo è stato riconosciuto mesi fa, unanimemente, perfino dai suoi nemici, dopo l'aggressione mediatico-giudiziaria orchestrata dal clero tedesco. Lo hanno attaccato, 94enne, per presunte “sviste” di 40 anni fa. “Non aveva saputo ben vigilare”: bufale conclamate, tanto che dopo la sua morte, il procedimento è stato ARCHIVIATO, ovviamente con notizie minime comparse sui giornali, che prima avevano dato un enorme risalto alla montatura.
Un trafiletto minimo sull’Ansa, QUI per rendere giustizia al vero papa, a fronte dei fiumi di inchiostro che parlavano delle accuse, getta un'ombra davvero inquietante sull'informazione nostrana.
Ma intanto, del fango era stato gettato sulla sua figura, così come del fango è stato gettato pochi giorni fa su Giovanni Paolo II da recenti dichiarazioni di Pietro Orlandi, abilmente manipolate dalla stampa, che sono state smentite da Bergoglio il 16 aprile, con un clamoroso ritardo, solo dopo che lo aveva fatto già il 13 il cardinale Stanisław Dziwisz, storico segretario di papa Wojtyla.
La banale strategia di Francesco, ormai scoperto non essere stato canonicamente eletto, come apprenderete QUI e QUI è quella di convogliare consenso su se stesso e, al contempo, di far denigrare abilmente la memoria dei veri pontefici.
Ecco, infatti, cosa ha appena dichiarato: «L’abuso sessuale di minori da parte del clero e la sua cattiva gestione da parte dei LEADER ECCLESIASTICI sono stati una delle sfide più grandi per la Chiesa del nostro tempo».
E chi sarebbero questi LEADER ECCLESIASTICI? Nella categoria leader figurano inevitabilmente anche i papi precedenti, ci avete fatto caso? Bergoglio avrebbe dovuto specificare qualcosa sull’opera eccezionale di papa Benedetto XVI contro la pedofilia. E INVECE NO.
Quindi, per la percezione comune, anche Ratzinger è infilato nel calderone dei leader che hanno gestito malamente la questione.
E così viene spontaneo riproporvi un documentario sconvolgente di Martin Boudot intitolato “Il Codice del Silenzio”, mai arrivato in Italia nonostante fosse stato trasmesso sulla ZDF tedesca e sulla tv di stato francese. Il documentario ha vinto il miglior programma europeo di attualità 2017 al Prix Europa. Grazie a questo documentario, Martin Boudot è stato tra i finalisti 2017 dell'Albert Londres Prize .
Ora, il canale Youtube Domina Tv Multilingual ha provveduto a sottotitolarlo in italiano e ve lo riproponiamo.
QUI per vedere il filmato.
Il video afferma che Bergoglio, da Arcivescovo di Buenos Aires, non solo ha del tutto ignorato e rifiutato di ricevere sette persone abusate da preti, ma ha anche PROMOSSO – tentando di orientare il giudizio della Corte d’Appello argentina - una potente difesa del prete pedofilo Julio Caesar Grassi, condannato a 15 anni di reclusione per abusi su minori dai 9 ai 17 anni di età. Grassi è tuttora recluso in Argentina.
Fino ad oggi, nonostante il documentario e una petizione, Bergoglio non ha mai risposto ufficialmente.
Questo Grassi, personaggio mediatico sempre sotto i riflettori, gestiva un enorme orfanotrofio finché dei bambini presentarono denuncia contro di lui per abusi sessuali.
La Conferenza episcopale argentina si mobilitò in difesa del sacerdote abusatore e, come spiega l’avvocato difensore dei bambini, Gallego, nel 2010 questa commissionò al famoso avvocato Sancinelli di Buenos Aires una mega controinchiesta in 4 volumi dalla copertina accattivante, per un totale di 2800 pagine, PER DIFENDERE PROATTIVAMENTE IL PEDOFILO. Nei quattro tomi del lavoro, intitolato “Studio sopra il caso Grassi” i bambini venivano accusati di bugia, inganno, falsificazioni, di dubbio orientamento sessuale e quindi il prete doveva essere assolto in appello.
Un paragrafo parla chiaro sui quattro volumi: "Il lavoro fu commissionato nel 2010 "per iniziativa della Conferenza episcopale argentina, in particolare dal suo allora presidente S.E.R. il card. Jorge M. Bergoglio, oggi Sua Santità Papa Francesco”.
“Quindi il papa – prosegue il documentario - ha commissionato una controinchiesta per far assolvere un prete che era stato condannato per pedofilia e Bergoglio, il futuro papa, l’ha inviata con astuto tempismo poco prima delle varie udienze di appello di padre Grassi”.
La cosa viene confermata dall’ex magistrato della corte d’appello Carlos Mariquez, oggi giudice della corte suprema, che ammette: “Sì ho ricevuto questa controinchiesta. E’ una sorta di romanzo poliziesco, parziale in alcune aree ed estremamente parziale in altre, chiaramente a favore di Padre Grassi. Stavano cercando di esercitare una subdola forma di pressione sui giudici”.
Uno dei ragazzi vittima di abusi afferma: “Non scorderò mai quello che diceva padre Grassi al processo: «Bergoglio non mi ha lasciato la mano». Ora Bergoglio è papa Francesco, non è mai andato contro le parole di Grassi, quindi sono certo che non ha mai lasciato la mano di Grassi”.
Per otto mesi i documentaristi cercano di essere ricevuti da Bergoglio, senza successo, così lo vanno a incontrare direttamente in Piazza San Pietro, durante un’udienza pubblica. Gli chiedono: “Santità, ha cercato di influenzare la giustizia argentina sul caso Grassi? Perché ha commissionato una controinchiesta?”.
“Para nada”, risponde Bergoglio negando tutto e tirando dritto.