Il Concilio: la fissazione dei tradizional-sedemasochisti che salva Bergoglio e offende Ratzinger
Scriviamo questo articolo mal volentieri. Davvero, sembra che non valga la pena continuare ad utilizzare categorie razionali con gente che NON VUOL CAPIRE. La – forte – tentazione è quella di dire: “Ma se le sorti della Chiesa non interessano neanche a voi, sapete che c’è? Tenetevi Bergoglio e fra poco Zuppi. E’ quello che vi meritate”.
Continuano a insistere con questa storia del Concilio come causa di tutti i mali e come motore primo dell’avvento di Bergoglio. Un’insistenza talmente ottusa e ripetitiva che comincia a suscitare esilaranti vignette circolanti sui social.
Ovviamente, non è in discussione il fatto che, con l’infausto Concilio, l’aggressione gnostico-massonica da secoli latente nella Chiesa abbia preso il largo. E’ OVVIO che Bergoglio sia figlio di quel gesuitismo deviato all’epoca capitanato da Rahner. Lo sappiamo da un pezzo e ci siamo spinti a indagare con cura la spiritualità inversa dell’antipapa, con scoperte – raccapriccianti QUI - che loro non avrebbero compiuto nemmeno in 30 anni.
Tuttavia - lo capirebbe anche un bambino – le radici del colpo di stato avvenuto nella Chiesa non negano in alcun modo il congegno canonico con cui papa Benedetto ha scismato gli usurpatori che lo hanno detronizzato. Anzi, semmai fanno capire come da decenni fosse pronto un piano di emergenza per far fronte a quella “prova finale” di cui parla il catechismo all’art. 675. Ed è questa l’unica cosa che occorre comprendere, ADESSO.
Lo abbiamo illustrato anche coi disegnini, perfino in una striscia a fumetti, QUI, ma niente. Niente. Non capiscono e non vogliono capire. Insistono con la stessa tetragona tenacia sempre sulle stesse questioni: “Concilio causa di tutti i mali, e Ratzinger modernista”.
Secondo Mons. Viganò, un’ennesima, estenuante pubblicazione su questo tema recensita da Aldo Maria Valli “sconfessa non pochi equivoci oggi presenti tra i Cattolici, anche in materia di abdicazione di Benedetto XVI e di Sede impedita”.
Ah sì? Siamo sicuri? E in che modo? Col fatto che Ratzinger a 25 anni scriveva qualcosa dal profumo hegeliano? Per contestare la sede impedita, bisogna entrare nel merito di quanto è stato pubblicamente indirizzato anche a Mons. Viganò QUI, controfirmato da un magistrato antimafia. E l’arcivescovo non ha risposto, tanto per cambiare.
Ora, a meno di non salire sulla macchina del tempo, tornare al Concilio del ’62 e rapire Karl Rahner, non c’è molto da fare, tranne che piangere sul latte versato. Ci permettiamo di esprimere qualche perplessità sul fatto che Giovanni XXIV Zuppi vorrà annullare il Concilio.
In merito alla seconda questione, nutriamo qualche dubbio sulla validità del ragionamento di intellettuali che si spingono arditamente a dare dell’eretico a Ratzinger non avendo capito che se lui diceva “il papa è uno solo” e poi impartiva la benedizione apostolica, prerogativa esclusiva del papa in carica, forse, magari, chissà, poteva esserci qualcosa sotto. Non li ha incuriositi nemmeno la sua dichiarazione circa il fatto che aveva conservato la veste bianca e il nome pontificale perché “non aveva altri abiti disponibili”.
Non li ha turbati nemmeno il fatto che avesse dichiarato che, come lui, “nessun papa si era dimesso da mille anni”, quando l’ultimo abdicatario fu Gregorio XII nel 1415. E’ troppo difficile, si affaticano. “Beh, certo Ratzinger era modernista e aveva 2 in pagella in storia della Chiesa”.
Ora, si potrebbe parlare in modo utile del presunto modernismo di Ratzinger nel caso si affrontasse un processo canonico per definire Benedetto XVI dottore della Chiesa. Obiezioni sulla sua teologia? Benissimo. Parliamone. Se si dovesse appurare che Ratzinger – da pontefice - non aveva tutte le virgole a posto, vorrà dire che non lo si farà dottore della Chiesa.
Questo cosa c’entra col fatto che egli non abbia mai abdicato, ma si sia fatto esiliare dai cardinali in sede impedita e che abbia reso Bergoglio antipapa?
E’ un crasso errore metodologico e lo chiariamo con un esempio terra-terra.
Immaginiamo il pregiudicato Tizio, che viene assassinato in casa da un delinquente. Prima di morire, però, la vittima riesce a scrivere col sangue, sul pavimento, il nome del suo assassino.
Forse che questo segnale chiarificatore può essere ignorato perché Tizio era un pregiudicato? Cosa c’entrano le responsabilità del passato della vittima col fatto che la stessa abbia potuto lasciare delle indicazioni per fare giustizia?
NON C’ENTRA ASSOLUTAMENTE NIENTE.
Questi tradizional sedemasochisti sono come poliziotti che si concentrano sul passato dell’assassinato, sul perché si fosse accompagnato a individui poco raccomandabili, sul perché avesse subito delle condanne, ma poi NON VOGLIONO RISOLVERE IL CASO dell’omicidio, non vogliono leggere quelle lettere scritte chiaramente col sangue sul pavimento e non hanno alcuna intenzione di arrestare l’assassino. Anzi, alla fin fine, quasi lo assolvono, magari dicendo che alla fine, “la vittima se l’è cercata e gli sta pure bene”.
Facciano un attimo mente locale: UN ATTO CANONICO NON DIVENTA PIÙ O MENO VALIDO IN BASE ALLA QUALITÀ TEOLOGICA DI CHI LO HA PRODOTTO.
Possono anche sostenere che Ratzinger credesse negli alieni creatori: nulla cambia sul fatto che la Declaratio legalmente non era un atto di abdicazione e che Bergoglio sia antipapa. Lo ammette perfino il prof. Enrico Maria Radaelli che ha dedicato un corposo libro al presunto modernismo di Ratzinger, perfino accusandolo di alcune eresie. Ora, se Bergoglio è antipapa, come ammette Radaelli, ciò che conta, in modo furiosamente emergenziale, non è discettare sul Concilio mentre si prende il tè coi biscottini, ma chiedere un’inchiesta canonica per interrompere la sua linea successoria antipapale, sennò, uscito di scena lui, sarà la fine della Chiesa canonica visibile.
Perfino il sedevacantista duro e puro, che considera eretici e pertanto invalidi tutti i papi da Pio XII in poi (e qualcuno si è spinto perfino a dire che anche Pio XII era un po’ modernista) non può non constatare che secondo il corpus di leggi della “chiesa antipapale post 1958”, antipapa Benedetto XVI ha reso illegittimo il conclave che ha eletto antipapa Francesco.
Non c’entra niente il Concilio, non c’entra niente il modernismo presunto di Ratzinger, non serve a niente lo studio delle cause, c’entra solo la realtà fattuale: quella Declaratio non è un’abdicazione valida. PUNTO.
Abbiamo proposto loro, QUI di firmare tutti insieme una richiesta ai cardinali per un’indagine canonica, in modo da far dirimere la questione. NON HANNO VOLUTO ACCETTARE NEMMENO QUESTO, SEGNO CHE LA VERITA’ NON LI INTERESSA. Mons. Viganò che afferma QUI come “i padroni di questo mondo vivano di menzogne” non ha però voluto chiedere un’operazione verità sulla Declaratio di Benedetto, pur avendo già ventilato nell’aprile 2022, sul blog di Valli: “Occorre far luce sull’abdicazione di Benedetto XVI e sulla questione dei brogli del Conclave del 2013, che prima o poi dovranno dare luogo ad un’indagine ufficiale. Se vi dovessero essere prove di irregolarità, il conclave sarebbe nullo, nulla l’elezione di Bergoglio, così come nulle sarebbero tutte le sue nomine, gli atti di governo e di magistero. Un reset che ci riporterebbe PROVVIDENZIALMENTE allo status quo ante, con un Collegio cardinalizio composto SOLO DAI CARDINALI NOMINATI FINO A BENEDETTO XVI, estromettendone tutti quelli creati dal 2013, notoriamente ultraprogressisti”.
Quindi, se la verità è un optional, se il munus petrino è un mero titolo onorifico e lo Spirito Santo un accessorio, vuol dire che costoro sono 3000 volte più modernisti del modernismo che contestano a Ratzinger. Sono, inoltre, dei relativisti: non conta la verità oggettiva, da appurare con collaborazione, ma solo quello che fa loro comodo. Non conta salvare la Chiesa, non conta cercare la verità a beneficio di un miliardo di fedeli, conta solo il loro orticello, la loro piccola reputazione intellettuale, il loro puntiglio. L’importante è non dare ragione a don Minutella, poco importa che la Chiesa sprofondi all’inferno.
Infatti, a meno di non voler ritenere che queste persone siano cognitivamente incapaci di comprendere un concetto spiegato in 12 vignette, mai contestato se non con spallucce e sorrisetti, il fatto che non siano nemmeno disposte a rivolgersi a un ente terzo, come il collegio cardinalizio, per chiedere una verifica finale, dimostra come non vogliano capire per MERE QUESTIONI DI INTERESSE. E in tal, caso, “che Dio abbia pietà di loro”.