Le contestazioni
Don Curzio Nitoglia e il fuoco amico su Benedetto XVI. Bergoglio vescovo-diavolo?
Immaginiamo un delizioso borgo medievale, affollato di preziosi tesori storico-artistici: un giorno arriva un nuovo sindaco che comincia a demolire tutto per costruire centri commerciali, parcheggi e discoteche. I cittadini della pro loco insorgono, naturalmente, e non si capacitano di come tutto ciò sia possibile. Poi arriva un tale che spiega come il Sindaco non sia un vero sindaco, ma un impostore al soldo degli speculatori edilizi che non è mai stato eletto da nessuno. E questi cittadini, invece di esultare e affondare golosamente gli occhi nella documentazione prodotta, danno addosso al tizio, ignorano le carte oppure difendono a spada tratta la legittimità del falso sindaco escogitando perfino estrose cavillosità. E l’impostore continua a far saltare in aria con la dinamite cappelle, torri e antichi edifici del borgo medievale.
Ormai bisogna ricorrere alle favolette, alle immagini plastiche, per cercare di far capire a chi non vuol capire l’assurda realtà del fuoco amico tradizional-sedevacantista, un fenomeno di ipnotismo quasi preternaturale, come scrivevamo QUI.
Così, oggi tratteremo della presunta “confutazione” di don Curzio Nitoglia al sottoscritto, ripresa – notiamo con dispiacere – da Effedieffe QUI
Il colto sacerdote ex sedevacantista contesta lo scrivente su due posizioni: l’ipotesi di uno scisma e l’esistenza di un “papa diavolo”.
Primo paradosso di don Curzio: dopo essere stato per molti anni sedevacantista, cioè convinto dell’illegittimità di tutti i papi dopo Pio XII, nel momento in cui c’è DAVVERO un papa illegittimo, don Curzio … ne diventa il più strenuo difensore.
Secondo paradosso di don Curzio: invece di contestare nel merito l’inchiesta bestseller “Codice Ratzinger” (Byoblu ed. maggio 2022), affrontando di petto sia la questione canonica sia la mole di inequivocabili messaggi di papa Benedetto che confermano in modo totale la sede impedita, don Curzio si ferma alla pura teoria per rifiutare a priori i risultati dell’inchiesta. Un metodo davvero curioso che ricorda i critici di cui scriveva Galileo: “Che dire di quei più celebri filosofi di questo Studio i quali, colmi dell’ostinazione dell’aspide, nonostante più di mille volte io abbia offerto loro la mia disponibilità, non hanno voluto vedere né i pianeti, né la luna, né il cannocchiale?”. Una buona idea potrebbe essere quella di leggere prima l’inchiesta e poi provare a contestarla.
Fatte queste premesse, entriamo nel merito delle obiezioni di don Nitoglia sul discorso scisma. Scrive il padre: «Il Catechismo di San Pio X, al numero 131, insegna: “Essere fuori dalla Chiesa è danno gravissimo, perché fuori di essa non si hanno né i mezzi stabiliti né la guida sicura alla salvezza eterna, la quale per l’uomo è l’unica cosa necessaria. […] È per questo motivo che la teoria filo/scismatica proposta da Andrea Cionci non si può seguire assolutamente anzi è da rigettare totalmente».
Don Curzio si riferisce a un articolo dello scrivente del febbraio 2021 QUI ma cadendo in un totale travisamento.
Ecco cosa scrivevamo in merito all’esistenza oggettiva di due chiese completamente diverse e antitetiche, che avrebbero dovuto pacificamente dividersi con “una separazione in cui paradossalmente, non sarà una piccola parte rivoluzionaria ed eversiva a distaccarsi dalla vera Chiesa, ma un Piccolo resto – per citare la categoria biblica dei Maccabei - che rimane perfettamente cattolico, purissimo, tenacemente mariano ed eucaristico, amante del Rosario, dei Santi e della messa in latino, rigorosamente fedele al Catechismo, a fronte di una massa ecclesiastica conquistata dal modernismo che SE NE ANDRÀ PER LA SUA STRADA, con i suoi propositi ecologisti, massonici, omosessualisti, immigrazionisti, sostenuta da legami doppi e tripli con la sinistra mondiale”.
Quindi non è affatto come dice don Curzio, cioè che il sottoscritto si augura come la vera Chiesa si autoscismi da quella bergogliana, ma esattamente l’opposto: è quella maggioritaria bergogliana che deve essere scismata. Sono loro, con l’eresia modernista di cui parla lo stesso don Nitoglia che SI SONO MESSI FUORI. Tanto varrebbe, si diceva, formalizzare questa fuoriuscita.
Tale proposta ha poi trovato compiuta realizzazione. All’epoca, infatti, ancora non avevamo ancora compreso la sede impedita di papa Benedetto, con cui lui ha fatto esattamente questo: non abdicando e separando le linee successorie, la sua, papale, e quella antipapale di Bergoglio, Ratzinger ha separato “i credenti dai non credenti” come lui stesso ebbe a dichiarare all’Herder Korrespondenz nell’agosto 2021.
Benedetto XVI, vittima di ammutinamento e forzato ad abdicare, ha messo alla prova con un “test escatologico” il clero a lui infedele. Ha fatto una dichiarazione con cui non abdicava affatto, ma si ritirava in sede impedita restando l’unico vero papa. Ora, grazie al suo codice Ratzinger, questa realtà sta venendo progressivamente alla luce e si sta così separando il grano dal loglio. Quando la sede impedita sarà ufficializzata, sarà guerra totale fra i cardinali ed è per questo che Bergoglio, pur avendo già da tempo una maggioranza blindata in un futuro conclave invalido, continua a nominare a spaglio falsi cardinali: li sta legando alla loro berretta cardinalizia, tentandoli: se decade l’antipapato, decade il loro (falso) cardinalato. In tal modo, mettendo in gravissimo rischio l’anima degli pseudo-cardinali, sta rimpolpando le file dei suoi potenziali difensori per questo scontro finale. Quindi, ci sarà per forza un grande scisma dove la vera Chiesa caccerà via gli eretici. Ora, se dal punto di vista spirituale questo è pacifico, ciò che è ancora da vedere è se la vera Chiesa riuscirà a riconquistare la sede, il Vaticano con tutti i suoi beni, oppure se dovrà “uscire dalla Sinagoga” un’altra volta. Questa seconda, drammatica prospettiva la si dovrà proprio a coloro che la pensano come don Nitoglia, gli UNA CUM che, pur vedendo Bergoglio come il fumo agli occhi, ne difendono la legittimità contro ogni evidenza e ci garantiranno un altro antipapa suo successore eletto con il concorso di circa 120 falsi cardinali.
In quel caso, la vera Chiesa rimarrà quella di Benedetto e, pur avendo scismato la falsa chiesa bergogliana, perderà tutti i beni materiali e dovrà ripartire dalle catacombe.
E arriviamo così alla seconda contestazione di don Nitoglia che, pur di legittimare Bergoglio, da lui considerato un eretico modernista, arriva a teorizzare la possibilità dell’esistenza di un “papa diavolo”. Scrive don Curzio: “Andrea Cionci in un articolo apparso su Libero il 24 agosto 2022 nega che si possa essere allo stesso tempo Apostolo e diavolo. Ora, per confutare questa sua asserzione basta leggere il Vangelo di San Giovanni e il Commento di San Tommaso d’Aquino. Nel Vangelo di San Giovanni (VI, 71-72) leggiamo: “Rispose Gesù: Non ho forse Io scelto voi, i Dodici? Eppure uno di voi è un diavolo. Egli parlava di Giuda Iscariota, figlio di Simone: questi infatti stava per tradirlo ed era uno dei Dodici”. Il suo “seggio” di Apostolo non era, quindi, “vacante”.
Con una certa delusione notiamo che in questo passaggio don Curzio adotta scorrettamente la dialettica bergogliana: attribuire all’interlocutore cose che non ha mai detto per poi confutarlo facilmente.
Chiunque può verificare QUI come lo scrivente non abbia mai affermato che non ci possa essere un apostolo diavolo, bensì che sia una completa assurdità il PAPA DIAVOLO.
Infatti, sebbene Giuda fosse certamente un diavolo, secondo il Vangelo di San Giovanni, Cristo non scelse affatto lui come pietra per fondare la Sua chiesa, ma l’apostolo PIETRO. E IL PAPA È IL SUCCESSORE DI SAN PIETRO, non certo di Giuda, o di un apostolo qualsiasi.
Secondo don Curzio, lo Spirito Santo dovrebbe assistere l’elezione di un papa diavolo? E dove andrebbe a finire l’infallibilità ex cathedra del papa, come da dogma ben noto? E la promessa di Cristo “infera non praevalebunt”? Ma stiamo scherzando?
Giuda non fu scelto perché tradì Cristo; così, il papa, per quanto possa essere immorale a livello personale, come furono Alessandro VI o Innocenzo VIII, non potrebbe mai essere un diavolo nel senso di andare contro Cristo, come don Curzio contesta a Bergoglio. Infatti, il dogma dell’infallibilità papale promulgato nel Concilio Vaticano I (1869) è suffragato dalla constatazione che, nella storia, nessun papa, per quanto lussurioso, vizioso o nepotista a livello personale, è mai andato deliberatamente contro la fede cattolica, come invece sta facendo antipapa Francesco.
Piuttosto, la teoria di don Nitoglia si potrebbe ottimamente adattare a un VESCOVO-DIAVOLO, successore dell’apostolo-diavolo Giuda. E i conti tornano: infatti, Bergoglio non è papa, (perché il vero papa non ha abdicato), ma, guarda caso, è proprio un vescovo dato che con il papato o l’antipapato si perde lo status cardinalizio. Un vescovo vestito di bianco, per l’esattezza, come nel terzo Segreto di Fatima QUI . Non stupisce nemmeno, quindi, la predilezione di Bergoglio per Giuda, che lui – freudianamente – ventila essere stato salvato da Cristo, in palese contrasto con la Tradizione QUI .
Padre Nitoglia ha quindi preso due completi abbagli, ma tuttavia possiede una grande qualità: l’onestà intellettuale per tornare sui suoi passi, per amore della verità. Confidiamo che dopo la lettura di “Codice Ratzinger” possa rendersi conto dell’oggettiva, ridondante ed enciclopedica dimostrazione della sede impedita di papa Benedetto, unico legittimo pontefice che ha salvato la Chiesa cattolica.
Ce lo auguriamo davvero per tutti gli una cum perché è una RESPONSABILITÀ STORICA TREMENDA quella di non voler NEMMENO ESAMINARE la questione e supportare in tal modo il liquidatore della Chiesa cattolica, abbandonando il Vicario di Gesù Cristo.
Per gli aggiornamenti: Twitter @CionciAndrea ; Telegram, gruppo "Non pravalebunt" ; Facebook, gruppi Codice Ratzinger e The Ratzinger Code ; per le traduzioni in inglese e tedesco: www.papstundgegenpapst.de