Il collasso del capitalismo globalista
Dal dominio delle banche centrali al Quantum Financial System: il mondo nuovo spiegato da Armando Savini
Generalmente in questo blog non si parla di economia, ma il tema trattato oggi è di grande importanza per il futuro dell’umanità, avendo a che fare con la costituzione di nuovi assetti geopolitici. Stiamo assistendo al crollo del vecchio sistema unipolare e alla nascita di un nuovo mondo multipolare, incentrato su un nuovo sistema finanziario, sganciato dal dollaro e dalla sua egemonia: il Quantum Financial System. Ne parliamo con Armando Savini, economista, saggista, già docente a contratto di storia economica, economia e metodi di ricerca per il business.
D. Da pochi giorni è stato pubblicato da Database International Books, il libro "Sovranità, debito e moneta. Dal dominio delle banche centrali al Quantum Financial System". Che cosa è il Quantum Financial System?
R. "Il Quantum Financial System (QFS) è un sistema di pagamenti internazionale incentrato sull’Intelligenza Artificiale e sui network quantistici, che permettono di compensare le transazioni in tempo reale senza l’intervento di banche e banche centrali, garantendo, altresì, una sicurezza finanziaria del 100%. Questo sistema sta già sostituendosi allo SWIFT (Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication), grazie anche alle sanzioni contro la Russia, che hanno accelerato l’adesione dei suoi Paesi partner. Essendo, infatti, fuori dallo SWIFT, la Russia ha spostato il suo baricentro economico-finanziario sulla piattaforma di tecnologia cinese CIPS (Cross-Border Interbank Payment System), il sistema internazionale di pagamenti alternativo allo SWIFT, che, invece, è di pertinenza americana. È interessante notare, come questo tipo di informazioni, prima relegato in milieu circoscritti, ora sia di pubblico dominio. Basti pensare a quanto affermato dal Presidente della Federal Reserve Powell qualche giorno fa: «Sono in atto rapidi cambiamenti nel sistema monetario globale che potrebbero influenzare il ruolo internazionale del dollaro".
D. Dal punto di vista economico-finanziario e geopolitico, cosa comporta l’entrata in vigore del Quantum Financial System?
R. "Accelera il tramonto dell’imperialismo americano e la fine del dominio delle banche centrali, che sono delle vere e proprie società per azioni, che condizionano gli Stati e i popoli. Un sistema finanziario slegato dal dollaro USA e dalle politiche della FED (Federal Reserve) è il presupposto fondamentale per un cambiamento epocale. Quando non sei condizionato da una superpotenza come quella americana, sei uno Stato sovrano e la Russia lo ha dimostrato. Quando, su ordine di Washington, le sono stati “congelati” i fondi presso le altre banche centrali ed è stata estromessa dallo SWIFT, la Russia ha continuato a vivere di vita propria. Tutti predicevano il crollo del rublo e dell’economia russa, invece, il rublo si apprezza sempre di più - al punto che la banca centrale della Federazione Russa ha dovuto abbassare i tassi di interesse - e l’economia russa è più solida che mai. Qualche giorno fa, commemorando il 350° anniversario della nascita dell’imperatore Pietro il Grande, Putin ha detto: «Un Paese o è sovrano o è una colonia. E una colonia non ha alcuna prospettiva di sopravvivere alla lotta geopolitica». Per questo è necessario recuperare la piena sovranità. Ora, questo è possibile in un contesto internazionale basato su quello che Aleksandr Dugin chiama «sistema multipolare», cioè, un sistema di Stati-Civiltà. Si tratta di un nuovo sistema-mondo, che necessita di un nuovo sistema finanziario in grado di garantire ad ogni Paese la propria sovranità, la pace e il benessere. Come ho già avuto modo di scrivere su Database Italia, nel nuovo quadro geopolitico, il Quantum Financial System (QFS) gioca un ruolo cardine. Parafrasando MacKinder, potremmo definirlo The Financial Pivot of History, cioè, il perno finanziario della storia. Ultimamente, il Ministro Glazyev ha spiegato che il nuovo sistema sarà caratterizzato da una nuova valuta commerciale sintetica, basata su un paniere valutario cui si aggiungono una ventina di materie prime scambiate in borsa. Tutte gli altri pronunciamenti sul QFS, istituzionali e non, sono nel libro".
D. Dalla quarta di copertina, si legge che l’obiettivo principale del suo libro è quello di «aiutare il lettore a capire come le élite finanziarie governano il mondo, influenzando le scelte di politica economica». Come governano il mondo, le élite?
R. "Per rispondere a questa domanda, è necessario comprendere il corretto funzionamento dell’economia, della politica monetaria e fiscale. Questo presuppone la necessità di sfatare molti di quei miti economici, divulgati dalla stragrande maggioranza dei libri di economia che, all’unisono, non fanno altro che demonizzare la presenza dello Stato nell’economia e la spesa pubblica in disavanzo, che, invece, costituiscono il motore per eccellenza del sistema economico, la condizione imprescindibile per uscire dalle crisi, soprattutto, dall’ultima crisi socio-sanitaria. L’altra variabile sono le esportazioni, che, però, durante una crisi mondiale servono a poco. Alla fine, resta solo la spesa pubblica, cioè, l’intervento dello Stato nell’economia, l’unico attore economico in grado di tirare fuori l’economia dalle sabbie mobili della stagnazione, o meglio, della stagflazione. Il mercato da solo non ce la fa. Per uscire dalle sabbie mobili è necessario essere trascinati fuori da qualcuno che abbia i piedi ben fermi sul terreno solido. Non se ne può uscir fuori da soli, tirandosi per i propri capelli come il Barone di Münchhausen. Di qui, la necessità di uno Stato sovrano, in grado di creare moneta e non di mendicarla presso una società per azioni partecipata dalle più grandi banche d’affari del mondo. Nel caso di uno Stato colonia, l’economia è destinata a sprofondare negli abissi della stagnazione, soprattutto se deve obbedire a strutture sovranazionali che operano in direzione opposta alle proprie necessità, perseguendo gli interessi delle grandi banche d’affari. In questo senso, le politiche di austerity sono un tragico esempio. Austerity vuol dire austerità, povertà. Con le politiche della povertà, si può diventare più ricchi? Se viene spostata la ricchezza dal settore non governativo a quello governativo, cioè, se facciamo risparmiare lo Stato (il famoso avanzo di bilancio) e rastrelliamo ricchezza dalle famiglie e le imprese, come faremo crescere gli investimenti e l’occupazione? L’austerità espansiva - cioè, farsi poveri per diventare ricchi – non esiste. È come pretendere di sfamare i popoli con una carestia oppure di generare talenti con la rigidità mentale! L’obiettivo delle politiche di austerity – e lo sanno bene anche i grandi pastori dell’ortodossia economica – non consiste nella crescita economica ma serve a spostare la ricchezza dal popolo al Governo e da questo alle banche d’affari, sotto forma di dividendi.
D. È possibile pensare, quindi, che il capitalismo globalista sia giunto al collasso? Una crescita economica con maggiori livelli occupazionali sarà di nuovo possibile?
R. Il capitalismo globalista, così come lo conosciamo, ha bisogno di un governo unico mondiale per sopravvivere. Un mostro enorme deve avere anche una testa enorme. Stando alla legge della varietà necessaria di Ashby, un sistema di controllo deve essere complesso almeno quanto il sistema controllato. Questo vuol dire, da una parte, che il sistema di controllo deve crescere e complessificarsi ma senza inflazionare; dall’altra, ridurre la complessità del sistema controllato, quindi la varietà e la libertà. Per garantire margini di profitto, è necessario poter controllare il grande mercato planetario e, per fare questo, bisogna ridurre la complessità del reale, mediante il processo di omologazione delle masse e spezzando i legami sociali fino all’atomo, cioè, all’individuo, che alcuni vorrebbero liberare non solo dalla società e dalla Chiesa, ma anche da se stesso, relegando la sua psiche in qualche angolo nascosto del metaverso. Una volta annientata l’umanità non ci sarà neanche più il capitalismo, ragion per cui alcuni liberal-conservatori hanno cominciato a frenare il processo di globalizzazione. Gli strumenti tecnici per creare liquidità ed uscire dalla crisi ci sono e ce ne saranno ancora. Abbiamo solo bisogno di una classe dirigente costituita da persone preparate, oneste e coraggiose, in grado di abbandonare le logiche di un mondo vecchio e corrotto, di recuperare le radici di quel pensiero filosofico, che ha fatto risplendere l’Occidente cristiano".