Una perfetta anfibolia in italiano e in tedesco
Doppio Codice Ratzinger: "Behinderung" - impedimento. Ma attenti all’antipapa Giovanni XXIV
Qualche giorno fa, nell’articolo con la vera spiegazione sul papato emerito QUI avevamo trovato un’altra perla in Codice Ratzinger da quella miniera che è “Ultime Conversazioni” di Peter Seewald (Garzanti 2016).
Domanda: “Anche un papa emerito ha paura della morte?”
Papa Ratzinger: “Per certi versi sì. In primo luogo c’è il timore di esser di peso agli altri a causa di UNA LUNGA INVALIDITÀ”. (orig.: eine lange Zeit der Behinderung).
Ora, come avevamo colto, l’”invalidità”, in italiano, ovviamente, non è solo quella sua, fisica, da uomo anziano, ma “per un altro verso” è l’invalidità di Bergoglio come papa.
Questa è una classica ANFIBOLIA RATZINGERIANA: una frase che può essere interpretata in due modi diversi.
Il collega Mirko Ciminiello di RomaIT, l’unico vaticanista che ha osato seguirci sul Piano B, ha però trovato una chicca ulteriore QUI: nella versione tedesca, papa Benedetto usa per “invalidità” la parola BEHINDERUNG, che si traduce anche come IMPEDIMENTO. (Peraltro, confermano madrelingua tedeschi, che per la sua situazione di anziano fragile, meglio sarebbe stato usare la parola Gebrechlichkeit).
E, guarda caso, noi ripetiamo da metà agosto che papa Benedetto è il solo papa perché si è auto esiliato in SEDE IMPEDITA, canone 412.
Siamo andati a controllare la versione tedesca del Codice di Diritto canonico, QUI : Can. 412 — Der bischöfliche Stuhl gilt als BEHINDERT… (La sede episcopale si intende impedita…) e ancora al can. 413 “Bei BEHINDERUNG des bischöflichen Stuhls steht…. (Mentre la sede è impedita…).
Fantastico: papa Benedetto comunica in doppio Codice Ratzinger QUI, sia in italiano che in tedesco. Infatti sarebbe stato troppo palese dire in italiano “temo di esser di peso a causa di un lungo impedimento”. Ma anche nella traduzione, è riuscito a mantenere il senso, per chi voleva capire.
Ora, direte, ma che è questa sede impedita? Siete andati a ripescarla cavillosamente dai più reconditi anfratti del diritto canonico? NO.
La sede impedita è, per il papa, la situazione “consorella” della rinuncia, intesa come abdicazione.
La prova immediata? Il titolo del recente studio della famosa canonista dell’Università di Bologna Prof.ssa Geraldina Boni: “Una proposta di legge, frutto della collaborazione della scienza canonistica, sulla SEDE romana totalmente IMPEDITA e la RINUNCIA del papa” .
Come vedete, le due situazioni canoniche sono diverse, ma contigue e, come abbiamo già illustrato, dipendono da una sfumatura speculare e sostanziale: se il papa rinuncia in modo simultaneo al munus petrino, (titolo divino di papa) abdica al papato, e decade ovviamente anche dal ministerium (esercizio del potere pratico).
Se invece rinuncia solo di fatto (e in modo differito) al ministerium, va in sede impedita, mantiene il munus e resta papa, sebbene prigioniero, confinato. Esattamente quello che ha fatto papa Benedetto.
E non ci sono santi: il papa è uno solo ed è Benedetto.
Quindi, tutti i cambiamenti canonici che si tentano di fare adesso per mettere una pezza a posteriori, sono acqua fresca, in quanto il vero papa è privo del potere legislativo e Bergoglio, in quanto antipapa, non può approvare nulla del genere.
Ora, però, quella frase, oltre a essere una plateale anfibolia da Codice Ratzinger, permette al Santo Padre di menzionare anche una situazione effettivamente penosa.
Lui si duole del fatto che la sua Behinderung comporti “un peso per gli altri”. Chiaramente, avendo a disposizione una decina di persone, tra suore, memores e un segretario nella famiglia pontificia, il vero “peso” cui si riferisce è quello per i fedeli causa sede impedita.
Infatti da otto anni la Chiesa si sta sciroppando l’antipapa demolitore del Cattolicesimo e delle sovranità nazionali: intellettuali sull’orlo di una crisi di nervi, religiosi che si fanno scomunicare, teologi che si arrampicano sugli specchi per non essere cacciati, fedeli con lo sguardo catatonico, oltre a una serie infinita di sacrilegi pachamamici e di follie da quadro di Bosch.
Giusto qualche giorno fa, Bergoglio è riuscito a dire in un’intervista che “la Madonna è una donna di strada (!)” QUI perché non trovava un posto dove partorire. Proseguiva citando il massone De Amicis e poi, dopo una tirata (veramente deamicisiana) sui bimbi malati e abbandonati (ma perché prima del vittorioso referendum abortista al nono mese a San Marino non ha detto niente?), la frasetta filo massonica: “Solo la vera e concreta FRATERNITÀ UNIVERSALE ci salverà e ci permetterà di vivere tutti meglio”. Ormai parla esplicitamente.
Così, questa situazione di sede impedita è davvero un peso, un vero macigno, ma c’è un rischio anche peggiore: che prosegua per un pezzo.
Mentre per ora la salute del vero papa sembra essere discreta, quella di Bergoglio non molto. Ci sono state vociferazioni (spesso provenienti da coloro che, pure, lo considerano papa) che parlano di pochi mesi ancora.
Adesso, attenzione: se ci sarà un’uscita di scena di Bergoglio prima di quella di papa Benedetto, il rischio grosso è che si vada a un frettoloso conclave con 70 non-cardinali di nomina antipapale che eleggerebbero un altro antipapa. Toccherebbe un altro giro di giostra, quindi. Potrebbe essere eletto un antipapa Zuppi, o un Maradiaga, o un Tagle, tutti cingolati d'assalto bergoglian-modernisti. Questo antipapa successore di Bergoglio avrebbe il nome di Giovanni XXIV, un nome non casuale perché sarebbe l’ideale successore di due Giovanni XXIII: l’antipapa Baldassarre Cossa (1370-1419) e Angelo Roncalli, il papa del Concilio, che diede inconsapevolmente il via all’aggressione massonico-modernista alla vera Chiesa.
Da tabella di marcia, Giovanni XXIV dovrebbe avere il compito di dare il colpo di grazia alla fede cattolica, eliminando la Transustanziazione per realizzare la nuova mega-religione sincretista mondialista. Infatti già Bergoglio, dopo aver infilato, come un torero, la penultima banderilla sul dorso del Cattolicesimo con l’abolizione della messa vetus ordo, aveva fatto partire i lavori sulla cosiddetta “intercomunione coi protestanti” di cui parla Marco Tosatti QUI L’anticamera dell’abolizione del Sacrificio perpetuo.
A proposito, ma vi siete chiesti a che titolo Bergoglio – se fosse il vero papa – potrebbe fornire, adesso, il nome del suo successore? Ma lo Spirito Santo non avrebbe dunque voce in capitolo? (No, ovviamente: assente giustificato).
Quindi ha ragione papa Benedetto; questo impedimento è per “gli altri” un peso enorme che rischia di continuare se i veri cardinali (di nomina pre-2013) non prenderanno fin da ora assoluta, urgente consapevolezza della sede impedita (“Behinderung Stuhl”) del vero papa e non si regolino di conseguenza, in totale trasparenza, quando saranno finalmente liberi dal rischio di scomuniche, per quanto invalide.
Rischio scisma? Nulla da temere: anzi. Sarebbe esattamente quello che vuole Benedetto XVI, come ha ribadito lui stesso, in estate, all’Herder Korrespondenz: “Separare i credenti dai non credenti”.
Questa convivenza forzata tra veri cattolici ed eretici modernisti filo-massonici ha da finire una volta per tutte. E anche tutto il resto collegato a questa situazione. Siamo stanchi davvero.