L'unico a parlare dopo lo scisma fattuale per la benedizione delle coppie gay
Critica al "Cattolicesimo customizzato" tedesco: nuova lettera del “Katechon” Benedetto XVI
“ Che meraviglia vedere in Polonia ciò che invece sta appassendo in Germania".
Tutto quello che c’era da dire, papa Benedetto XVI lo ha scritto in una lettera a un seminario polacco il 20 maggio scorso. Ormai è sempre più sintetico e inequivocabile: sebbene velato dietro la solita apparente indeterminatezza, il riferimento è nettissimo. In Germania il Cattolicesimo è saltato completamente per aria, si benedice con lo spazzolone del bagno, QUI , si dà la comunione ai divorziati, il 10 maggio è stato benedetto il rapporto omosessuale, mentre in Polonia, invece, resiste e fiorisce una rocciosa ortodossia cattolica.
Sembra che ormai l’unico cattolico nella Chiesa sia rimasto Ratzinger, una sorta di soldato giapponese dimenticato nella giungla (e gli danno anche del modernista).
Sono passati 20 giorni da che cento preti in Germania hanno benedetto delle coppie gay in aperta sfida e violazione delle direttive del Vaticano. Si attendeva una reazione, una sanzione, ma la cosa sembra passata in cavalleria, così come ormai scivolano via altre enormità nell’indifferenza generale.
Ora, ognuno la pensi come vuole sul tema (ancora per poco beninteso, visti i chiari di luna promessi dal ddl Zan), ma il Cattolicesimo ha delle regole. Una di queste annovera l’atto omosessuale (non le persone in tale condizione) come secondo fra i “quattro peccati che gridano vendetta al Cielo”.
Riportiamo l’elenco:
1-Omicidio volontario
2-Peccato impuro contro natura
3-Oppressione dei poveri
4-Defraudare la giusta mercede a chi lavora
Non è esattamente considerato un peccatuccio veniale. Le religioni hanno le loro regole, se non piacciono, nessuno obbliga ad abbracciare quella fede. Forse che ebrei e islamici segretamente attratti dal cotechino pretendono dai loro imam e rabbini che il maiale non venga più considerato un ANIMALE IMPURO? Forse che gli indù sedotti della bistecca alla fiorentina pretendono dai loro bramini la libera macellazione delle sacre vacche? No. O accetti le regole, o ti tiri fuori. Semplice.
Che facciamo, la RELIGIONE CUSTOMIZZATA a seconda dei propri gusti ed esigenze? Se è l’uomo a dettare le regole per la salvezza della propria anima, a questo punto perché non approfittarne e chiedere lo sdoganamento dell'adulterio, o della bestemmia? Bisogna solo decidere chi tiene il banco. Tutto lì.
Siccome invece pare che il Cattolicesimo si ritenga ancora la religione rivelata direttamente dal Figlio di Dio, Gesù Cristo, a livello formale ci dovrebbe essere un papa o dei vescovi che sanzionino questi ammutinamenti del clero con gli strumenti del diritto canonico: ammonimento, sospensione a divinis, scomunica etc. Lo avrebbe potuto fare qualsiasi vescovo del mondo, non per forza quelli delle diocesi interessate.
E invece nulla: silenzio, cespugli rotolanti nel deserto. La ribellione dei preti tedeschi non ha sortito la minima reazione dalle gerarchie vaticane. Sarebbe interessante chiedere a S.E. il card. Beniamino Stella, Prefetto della Congregazione per il Clero, come mai nessuna scomunica è piovuta su questi sacerdoti tedeschi, mentre don Minutella e don Bernasconi, due specie di “don Camillo”, quanto a ortodossia dottrinale, scomunicati per aver detto che il vero papa è Benedetto XVI, non sono stati sottoposti a processo canonico.
Abbastanza controproducente: questo ha fatto pensare che non si voglia concedere loro un’autodifesa perché magari potrebbero avere dei buoni argomenti.
Chissà, forse in futuro…
Fatto sta che per ora l’unico ad aver detto qualcosa dopo la rivolta scismatica in Germania è stato ancora una volta lui: il 94enne Benedetto XVI, il “Katechon” come ormai viene definito sempre più spesso.
Secondo i Padri della Chiesa, questa è la figura che trattiene il dilagare dell’iniquità prima dell’avvento definitivo dell’Anticristo, supportato da un’autorità religiosa corrotta denominata “Falso Profeta”. QUI
Il collega Francesco Boezi de Il Giornale ha citato la lettera di Benedetto al seminario polacco QUI
scrivendo: “Il contenuto (della frase di Ratzinger n.d.r.) è quasi sibillino, ma nasconde (sempre ipotizzando che la critica non fosse volutamente diretta) un giudizio netto”.
Ecco, infatti, il modo di comunicare di Benedetto XVI: sottile, sintetico, apparentemente sibillino, ma chiarissimo.
Un po’ come quando rispose così nel libro intervista di Peter Seewald "Ultime conversazioni", del 2016, un passo che riproponiamo forse per la 18esima volta:
Domanda del giornalista. “C’è stato un conflitto interiore per la decisione di dimettersi?”.
Risposta di papa Ratzinger: “Non è così semplice, naturalmente. Nessun papa si è dimesso per mille anni e anche nel primo millennio ciò ha costituito un’eccezione: perciò una decisione simile la si deve ponderare a lungo. Per me, tuttavia, è apparsa talmente evidente che non c’è stato un doloroso conflitto interiore”.
Siccome nel II millennio si sono dimessi 4 papi, e nel I millennio 6, la frase è assurda. A meno che Ratzinger non intenda per "dimissioni" la semplice rinuncia all’esercizio pratico, il ministerium, come lui ha infatti scritto nella Declaratio di dimissioni, e non come abdicazione al papato.
Così fece, infatti, nel I millennio il papa Benedetto VIII, Teofilatto di Tuscolo. Di questa strana frase, si è accorto, da poco, anche il Tagespost, il più importante quotidiano cattolico tedesco, dopo la lettura del nostro articolo QUI
Ne abbiamo scritto ancor più diffusamente QUI
Ora, questo è un grosso problema perché se Benedetto XVI non ha abdicato al munus, il conclave del 2013 era invalido e Francesco è un antipapa, non assistito dallo Spirito Santo. E quindi la Chiesa cattolica per come la conosciamo sarebbe finita per sempre. QUI
Chissà che questa ultima lettera al seminario polacco non abitui un po’ l’orecchio alla voce flebile e sottile di Papa Benedetto, che da otto anni continua a comunicare in modo velato, logico e sottile, ma solo a chi ha orecchie per sentire.