Fede
Basta con la melassa: Padre Cavalcoli svela l'Eresia del Buonismo
“L’eresia del buonismo”, il volume di Padre Cavalcoli, uno dei teologi più colti e soprattutto aderenti al vero magistero cattolico, torna prepotentemente alla ribalta - purtroppo grazie alla cronaca - e sarà oggetto di una chiacchierata, oggi alle 17.30, sulla piattaforma Youtube “Ritorno a Itaca” (clicca qui per vederlo) e sulla fan page Facebook del moderatore Aurelio Porfiri, con ospiti del calibro di Aldo Maria Valli ed Eugenio Capozzi (anche Libero darà un suo piccolo contributo alla discussione).
Dopo i silenzi dei vertici ecclesiastici sulle orribili stragi islamiste in Francia e sulle persecuzioni dei cristiani in Cina, gli interrogativi di Aurelio Porfiri sono condivisi da molti cattolici: “Abbiamo diritto di difenderci? – si chiede il musicista - Abbiamo diritto di respingere la retorica della misericordia (non la vera misericordia) che viene da tanti settori della Chiesa Cattolica? Bisogna accogliere, accogliere, accogliere....benissimo! Accoglieteli tutti in Vaticano, fate in modo che Vescovi e Cardinali debbano difendere i loro cari dagli assalti di popoli che - la storia lo ha provato - non vogliono affatto integrarsi. La gente è stanca, frustrata, spaventata. È facile parlare di accoglienza quando si vive protetti da un corpo di sicurezza fra i migliori del mondo e in uno stato in cui, non dimentichiamolo, senza un motivo non si entra. Si può continuare a propagandare la misericordia senza la giustizia? Purtroppo questa retorica è rafforzata dal clima buonista in cui viviamo, il buonismo di coloro che predicano moderazione soprattutto agli altri, ma che non sanno portare quegli stessi pesi per se stessi. Il libro di Padre Cavalcoli è un’efficace lettura per aprire gli occhi su questo devastante e nauseabondo politically correct che ci sta ammorbando da decenni e che si fa sempre più fastidioso”.
Se ben conosciamo il buonismo come tratto identificativo di una certa parte politica, è molto stimolante la sua declinazione come vera e propria eresia tanto che già nel 2015, di fronte alle tragedie nel canale di Sicilia, ci eravamo posti la stessa domanda.
“L’eresia buonista ha una storia molto recente – spiega Padre Cavalcoli - almeno nella sua forma estrema che prevede la bontà di tutta l’umanità con la negazione del peccato (come privazione della grazia), dei castighi divini e dell’esistenza di dannati nell’inferno. Essa sorge e si diffonde subito dopo il Concilio Vaticano II grazie a un’interpretazione pretestuosa ed estremista dell’impostazione conciliante dell’etica e della pastorale del Concilio. Questa eresia comparve già con Origene, ma in una forma molto più attenuata, in quanto, come è noto, Origene ammetteva l’esistenza di anime dannate e dei demòni nell’inferno, ma immaginava che alla fine del mondo tutti, uomini e demòni sarebbero stati perdonati ed assunti nell’eterna beatitudine”.
Vi è anche un buonismo alla Lutero, con la sua teoria della predestinazione, secondo cui il destino delle anime è già implacabilmente segnato e si spera in una misericordia divina indipendentemente da quanto l’uomo possa fare per salvarsi.
Vi è poi il buonismo settecentesco di Jean-Jacques Rousseau, il quale sostiene che l’uomo, naturalmente buono, non è stato corrotto dal peccato originale, ma dal convivere sociale.
Il protestantesimo liberale dell’’800, Schleiermacher, Von Harnack e Ritschl aprono la via all’idea che nell’inferno non c’è nessuno. Questa eresia penetra nella Chiesa cattolica col modernismo condannato da S.Pio X ed è stata diffusa dopo il Concilio Vaticano II da Karl Rahner .
In molti attribuiscono la frase “l’inferno è vuoto” ad Hans Urs von Balthasar, ma sembra che questo concetto, da lui spesso rinnegato, sia stato piuttosto una trappola tesa dei nemici del teologo svizzero che, invece, fu fatto cardinale da Wojtyla (anche se morì due giorni prima di ricevere il galero) e viene considerato un “grande teologo” proprio da Josef Ratzinger. Sarebbe avvenuto, quindi, una specie di siluramento mediatico di colui che in effetti era considerato il nemico n.1 di Rahner e che, non a caso, fu escluso dal Concilio.
Ce ne rioccuperemo di von Balthasar, ma, nel frattempo, fateci caso: nel dibattito cattolico ormai il DOGMA DEL PURGATORIO E’ SCOMPARSO. Si parla pochissimo dell’inferno - e spesso a sproposito - ma assolutamente zero di quello stato intermedio di “purificazione subita” propedeutico alla visione di Dio, nella quale ogni residuo di peccato viene combusto dalla luce divina.
Avevamo già scritto di quali radicali ribaltamenti siano in corso nella fede, qui l’approfondimento.
e, per quanto possa far comodo a tutti una prospettiva escatologica più comoda, un “sei politico” dell’Aldilà, con tutti promossi, l’inquietante sospetto è che – per chi crede nella vita dopo la morte - questo possa mettere a rischio la salvezza di qualche miliardo di anime.
Se un oncologo dicesse: “Fumate tranquilli, tanto poi i polmoni espellono tutto il catrame del tabacco” o se un dietologo affermasse “Il fast food non vi fa niente e nemmeno l’alcol” verrebbero certamente molto apprezzati dalla massa, ma sarebbe opportuno fidarsi di loro?
Con il libro di Cavalcoli invece si “rifà la convergenza” alla fede cattolica vera, quella ortodossa, quella “scomoda”.
Particolarmente interessanti i concetti di ira e aggressività, che, invece di essere rimossi chirurgicamente (e a forza) come vorrebbe utopisticamente il pensiero unico buonista, vengono modulati e indirizzati per la giustizia e, quindi, proteggere e salvare i deboli e gli oppressi.
Si può essere laici o credenti, ma non si può fare a meno di riconoscere la coerenza interna dell’impianto razionale teologico cattolico (qui l’approfondimento) e di affrontare un affascinante viaggio intellettuale tra le “verità ultime”.