L'editoriale
Più del colpo di sole, di questi tempi c’è da temere il colpo di freddo. Il quale, causa temperature siberiane, provoca brutti effetti. Dev’essere questa la causa di alcune dichiarazioni di autorevoli esponenti del Popolo della libertà, che, dopo aver detto peste e corna del nuovo governo, si sono convertiti sulla via di Mario Monti. Altro che golpe, come disse Daniela Santanchè a una manifestazione organizzata in un teatro milanese. Macché sospensione della democrazia come lasciarono intendere alcuni ex ministri. Da un paio di settimane è un fiorire di apprezzamenti per l’ex rettore della Bocconi e la sua squadra. Osvaldo Napoli, uno dei più critici, ora si dichiara pentito, dice di aver sbagliato giudizio e assicura che l’esecutivo sta facendo esattamente quello che avrebbe dovuto fare il Pdl. Uguale inversione a U da parte di Altero Matteoli, il quale sostiene che Monti stia facendo bene. Ancor più entusiasta è Daniela Santanchè, la quale giustifica il voltafaccia spiegando che «chi non cambia idea è un cretino». Per l’ex sottosegretaria all’Attuazione del programma. il governo è di destra e ha due ministre «cazzutissime», Elsa Fornero e Annamaria Cancellieri, che non vanno regalate alla sinistra. Anzi, a proposito della responsabile del Welfare, dice di volerla come sorella, tanta è la vicinanza all’illustre professoressa. Per esperienza siamo abituati a registrare le chiacchiere dei politici per quel che sono, cioè dichiarazioni di giornata dettate dal momento e dalla convenienza politica, e non giuramenti cui terranno fede in eterno. Quindi non ci stupiamo del cambiamento di rotta a proposito del governo che smentisce quella tenuta fino a poche settimane fa. Ciò detto, ci pare assai arduo sostenere che quello di Monti sia un esecutivo di destra, che sta facendo bene, attuando ciò che avrebbe voluto fare il Pdl. A meno di non aver capito nulla del programma che per circa vent’anni Forza Italia prima e il Popolo della Libertà poi hanno propagandato presso gli elettori. Da quel che ci risulta, lo slogan principale del partito fondato da Silvio Berlusconi nel 1994 era «Meno tasse per tutti» e nella campagna elettorale del 2008, vale a dire l’ultima a livello nazionale, il cavallo di battaglia fu l’abolizione dell’Ici sulla prima casa. Al contrario Monti, appena nominato, ha varato una manovra che prevede più tasse per tutti, ripristinando l’imposta sulla casa e per giunta rincarandola. Secondo il quotidiano che più lo sostiene, ossia la Repubblica, il governo per far quadrare i conti ha attuato una correzione basata al 90 per cento su nuove entrate, vale a dire tasse, e solo per il restante dieci su contenimenti di spesa. La stangata fiscale è diventata di destra? La rinuncia a tagliare gli sprechi (quelli veri, non i regali ricevuti a Palazzo Chigi) è a nostra insaputa divenuta il cardine di un programma autenticamente liberale? Immagino già l’obiezione. Monti ha dovuto fare in fretta e sulle imposte gli è scappata la mano. Però da vero uomo di centrodestra ha varato la riforma previdenziale, una decisione che è costata anche le lacrime alla ministra Fornero. L’intervento sulle pensioni in pratica compenserebbe gli eccessi fiscali. Sciocchezze. Se al governo ci fosse stata Susanna Camusso, sui trattamenti di quiescenza difficilmente avrebbe potuto fare cose diverse da quelle di Monti. La riforma infatti era una delle condizioni poste dall’Europa e per questo, essendo costretta a fare ciò di cui non era convinta, la responsabile del Welfare è scoppiata a piangere. Siccome immaginiamo che i neo fan del governo non si daranno per vinti, prevediamo già anche un’altra obiezione: il piano di liberalizzazioni è la dimostrazione che il governo è autenticamente liberale. Se il ragionamento è questo, si dovrebbe concludere che anche Pierluigi Bersani, autore in passato della cosiddetta lenzuolata, è un seguace di Luigi Einaudi. Ma così non è, in quanto né il segretario del Pd né l’ex rettore della Bocconi hanno davvero intaccato i monopoli esistenti in Italia. Le banche, le assicurazioni e i concessionari nel settore dei trasporti e dei servizi continuano a godere di ampie protezioni. I soli a essere stati colpiti sono i tassisti, i farmacisti e i notai. Ma è difficile pensare che bastino alcune migliaia di auto pubbliche per attuare una svolta liberale del Paese. Con ciò non vorremmo dare l’impressione che quello di Monti sia il governo peggiore del mondo. In questi mesi qualcosa di buono è stato fatto. Ad esempio, iniziare una trattativa sulle leggi che regolano il mercato del lavoro. Tuttavia, per tirare le conclusioni e dire che l’alunno ha fatto bene i compiti (frase che al presidente del Consiglio deve piacere molto giacché l’ha usata in più occasioni), è un po’ presto. Sull’articolo 18 e sulla cassa integrazione finora siamo alla politica degli annunci. Se poi ne seguirà una che preveda anche i fatti lo vedremo e ne daremo conto. Di certo, per ora c’è che fa molto freddo. E alcuni esponenti del Pdl invece di scoprirsi montiani farebbero bene a coprirsi. di Maurizio Belpietro