L'editoriale

Giulio Bucchi

Per tenere la contabilità delle ragazze che ruotano - secondo la Procura della Repubblica di Milano - attorno a Silvio Berlusconi durante i suoi ozi a Villa San Martino, non basta il ragionier Spinelli. L’esigenza di una maggiore precisione nel registro delle volonterose (non belligeranti) emerge dagli ultimi dati pervenuti, stando ai quali le favorite non sono o non erano trentatré, come detto in principio, ma addirittura quarantatré. Agli inquirenti, e a quelli che si occupano della sapida vicenda, ne erano dunque sfuggite dieci. La lacuna è stata colmata dalla dottoressa Boccassini, sempre attenta, in particolare se si tratta di perseguire il Cavaliere. Onore al merito. Si è infatti appreso che la signora, nota anche per la chioma rossa, ha aggiunto agli atti già conosciuti altra importante documentazione riguardante appunto il drappello delle new entry, tra le quali figurano vere e proprie star. Tre esempi: Belen, Yespica e D’Urso. Roba di lusso. Non abbiamo letto il supplemento di inchiesta, quindi ignoriamo quale ruolo le tre dive (nonché le loro sette compagne) abbiano ricoperto nelle feste arcoriane; si sa però che non esisterebbero intercettazioni telefoniche rivelatrici di una attiva partecipazione al bunga bunga. La loro presenza nelle sacre stanze di Silvio sarebbe stata accertata con un controllo delle cosiddette celle telefoniche. Poiché siamo tecnologicamente trogloditi, non siamo in grado di spiegarvi come sia possibile fare determinate scoperte ficcando il naso nel traffico delle comunicazioni mediante cellulari. Chiediamo venia ai lettori. In compenso possiamo dare loro una chiave interpretativa dell’affaire Ruby e socie. Ricapitoliamo. La Procura alcuni mesi orsono rese pubbliche le risultanze di una indagine sulla sedicente nipote di Mubarak. E di lì a poco lo stesso procuratore Bruti Liberati dichiarò che non erano stati riscontrati reati. Delusione e sconforto nelle file degli anti berlusconiani che avevano sperato in uno scandalo. Trascorrono vari giorni ed ecco il colpo di scena. Un vero e proprio contrordine: lo scandalo c’è. E il protagonista principale è Silvio Berlusconi. Accanto a lui Emilio Fede e Lele Mora, per citarne due. Seguì un fiume di intercettazioni più o meno piccanti, racconti dettagliati e spesso contraddittori. Comunque fu montato un tale pandemonio mediatico che la stampa estera (di mezzo Mondo) si sentì obbligata a interessarsi del bunga bunga. La magistratura comunicò che il processo sarebbe avvenuto per direttissima, perché la quantità di prove e indizi lo consentiva. Una dimostrazione di efficienza da cui si evinceva che, volendo, la giustizia aziona il turbo e va veloce. Bene. Aspettiamo fiduciosi l’esibizione del tribunale sprint. Sono passati oltre tre mesi e siamo ancora qui in attesa della volata. Non solo. Nel frattempo abbiamo costatato che il materiale probatorio ha riempito un numero impressionante di faldoni. E che i testimoni dell’accusa e della difesa sono circa duecento, tutti - si suppone - da interrogare. Adesso apprendiamo che la montagna di carte a disposizione era insufficiente. Insufficienti pure le trentatré ragazze frequentatrici abituali della dimora di Silvio in occasione di serate ludiche. Ce ne volevano altre dieci sulle quali - si presume - non mancheranno verbali a dozzine. Ora mi domando. Quanto tempo si impiegherà per leggere tutte quelle pagine? E per valutarne il contenuto? E per ascoltare i testimoni, cioè per il dibattimento in aula? Un anno? Si teme di no. E sarebbe questo il modello del rito breve? Tra l’altro va presa sul serio una ipotesi. Mettiamo che Ruby confermi di non essere mai stata scopata dal premier e neppure palpottata quando era minorenne. Nell’eventualità, il Cavaliere sarebbe assolto per non aver commesso il fatto. Assolto dopo essere stato esposto al pubblico ludibrio per la sua vita privata, diciamo pure “esagerata”, riprovevole, scandalosa ma non criminale. Chi lo ripagherà dello sfregio? Non crediamo che i magistrati - gente assai esperta e preparata - non ci abbiano pensato. Non sarà che essi, inconsciamente, siano spinti dal desiderio di svergognarlo? Sembra strano, ma il sospetto è insopprimibile.